ARPOCRAZIONE (‛Αρποκρατίων, Harpocratio o Harpocration)
Valerio Arpocrazione d'Alessandria viene ricordato da Suida come autore d'un lessico, a noi pervenuto, riferentesi ai dieci oratori attici. Il lessico ci è preziosissimo perché ci fornisce la spiegazione di parecchie espressioni degli oratori attici per noi non chiare, e accresce notevolmente le nostre conoscenze sul dialetto attico. Il lessico è una compilazione tratta da autori svariati e di svariate età: vi sono stati messi a profitto, sebbene non direttamente, atticografi tra le fonti più antiche, e tra le più recenti alcuni commenti, specie quelli di Didimo Calchentero, agli oratori attici, un qualche onomastico, il retore Dionisio di Alicarnasso e il lessicografo Dionisio figlio di Trifone. Si è a lungo discusso se sia da annoverare tra le fonti di A. anche Ateneo: si crede ora in generale che quanto sembra derivar da Ateneo sia stato aggiunto da un tardo lettore del lessico. L'età d'A. è tutt'altro che sicura: sicuro sembra solo il terminus post quem, determinato da ciò, che nessuno degli autori da lui citati è posteriore ad Augusto: taluno vuole pertanto metterlo ai tempi di Tiberio. Altri crede di poterlo identificare con l'Arpocrazione che Giulio Capitolino nella sua biografia di L. Vero ricorda come maestro di questo imperatore. Il lessico ci è giunto in due redazioni, una più ampia, e un'epitome. Anche la più ampia, tuttavia. non contiene se non un riassunto ben povero delle sue fonti, come in seguito ad alcune recenti scoperte papirologiche si è potuto accertare.
Bibl.: Cfr. Christ-Schmid-Stählin, Gesch. der griech. Literatur, 6ª ed., II, ii, pp. 876-7, e l'art. di Gossen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. klass. Altert., VII, col. 2412 segg. La migliore edizione del lessico è quella di G. Dindorf, fornita di largo commento dei suoi predecessori, e uscita in 2 voll. ad Oxford nel 1853. Dal lessico di A. dipende il Lexiconrhetoricum Cantabrigiense, pubblicato meglio che da altri da E. O. Houtsma, Leida 1870.