Vedi ARPI dell'anno: 1973 - 1994
ARPI (᾿Αργυρίππα, ῎Αργος ἵππιον, ᾿Αργυρίπποι)
Era la più grande città dauna dell'antichità. Di essa è ben noto il sito (5 km a N di Foggia) soprattutto attraverso la fotografia aerea, ma nessuna vestigia è oggi visibile e se ne conserva solo il nome in una masseria. L'abitato si estendeva tra il torrente Celone e la via nazionale Foggia-S. Marco in Lamis.
La fondazione viene attribuita dagli autori antichi (Strabo, vi, 284; Verg., Aen., viii, 9-10; xi, 246; Ov., Met., xiv, 9; Sil. Ital., Punica, xiii, 30; Serv., ad Aen., viii, 9, 10; Plin., Nat. hist., iii, 104; App., Hann., 31) a Diomede d'Argo, leggendario eroe della guerra troiana. Il luogo però era già abitato in età neolitica (IV millennio a. C.) come testimoniano rinvenimenti archeologici.
Un saggio di scavo recente (1966) ha portato alla luce il primo documento relativo all'Età del Ferro. Si tratta dell'eccezionale rinvenimento di una tomba a circolo di pietre con tumulo, databile all'VIII sec. a. C., che costituisce il primo monumento del genere della Dauma. Alla stessa epoca sono da riferire due sporadici rinvenimenti di teste di stele dei tipo rinvenuto nell'area sipontina (v. siponto, vol. vii, pag. 329). Saggi di scavo e l'aiuto della fotografia aerea, hanno permesso di individuare la fortificazione della città, consistente in un aggere di terra con elevato in pietre e mattoni crudi la cui esistenza è documentata archeologicamente già per il VI-V sec. a. C.
Almeno da questo momento, A. assunse il ruolo di città fortificata di tutte le popolazioni daune ed ebbe il suo porto, che fu Salapia per Strabone (vi, 283, 9), Siponto secondo Livio (xxxiv, 45). Durante l'occupazione dell'Apulia da parte di Alessandro d'Epiro, dopo il 338 a.C., la città vide l'invasore alle porte (Liv., viii, 24). Nelle guerre sannitiche (Liv., ix, 13, 6) A., chiesto aiuto a Roma, le rimase fedele così come nella lotta contro Pirro (Dion., Ant., xx, 3, 2) e nella guerra annibalica (Polib., iii, 88, 118; Liv., xxiv, 45-47) fino alla sconfitta di Canne del 216 a. C., quando defezionò e apri le porte all'invasore. In seguito Roma la punì privandola di parte del suo territorio e di Siponto dove, nel 194 e 185 a. C., furono dedotte colonie romane. La città, già decaduta nella tarda età imperiale a seguito delle invasioni barbariche, si impoverì sempre più fino a subire una violenta e definitiva distruzione nel VI sec. d. C.
Della grande A. della quale parlano le fonti antiche (vedi citazioni precedenti), di quel lungo periodo che va dal IV sec. a. C. al II d. C., molto poco ha restituito lo scavo a causa sia delle limitate ricerche, sia - ancora di più - per le profonde arature operate nel terreno.
Fra i rinvenimenti più importanti, tre mosaici a ciottoli con animali e motivi geometrici databili al IV sec. a. C. Purtroppo uno solo di essi si è conservato ed è esposto nell'atrio del Museo Civico di Foggia, ma ben poco si sa del luogo di rinvenimento e dell'edificio a cui apparteneva, forse una villa. Gli altri due sono stati trafugati e non ne rimangono che degli acquarelli. Negli scavi recenti (1966) sono stati rinvenuti resti di abitazioni del III sec. a. C., costruite con la tradizionale tecnica di mattoni crudi, assieme a pozzi, cisterne, vasche intonacate, che documentano per quest'epoca un fitto agglomerato urbano. Tale espansione urbanistica di A. durante il III sec. è collegata ai suoi intensi commerci, sia con il mondo della Magna Grecia che con l'Oriente, così come ci testimonia anche la sua ricca monetazione in argento e in bronzo.
Alla vasta necropoli, estendentesi sia in contrada Montarozzi che in località S. Nicola d'Arpi, appartengono tombe del tipo a grotticella, a fossa rettangolare e a tegoloni, che hanno restituito abbondanti corredi ricchi di ceramiche e di armature che si distribuiscono in un arco di tempo che va dal VI al II sec. a. C. Dalla foto aerea, oltre al chiaro perimetro dell'aggere, si vedono le numerose vie che escono dalla città fra le quali sono da identificare sia la Lucera-A. che la Aeca-Sipontum, già esistenti prima della sistemazione del II sec. d. C.
Bibl.: R. Garrucci, Le monete dell'Italia antica, Roma 1885; cfr. G. Alvisi, Problemi di viabilità nell'Apulia settentrionale, in Arch. Class., XIV, 1962, pp. 148-161; C.I.L., IX, pp. 934-935; Fasti Arch., XXIV, vol. in corso di stampa.