ARONA (A. T., 24-25-26)
Bella cittadina del Piemonte in provincia di Novara, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore, circondata di amene colline ricche di vegetazione. È un centro commerciale e ferroviario notevole, perché qui si collegano le strade che da Torino, Genova, Milano mettono al Sempione, ed ha (1921) 4998 ab. Vi sono cave di calcare, filature e tessiture di cotone e altre industrie. Città forse di origine romana, è ricordata prima del 1000. Non manca di palazzi e di chiese notevoli per antichità e architettura. La chiesa di S. Maria contiene dipinti di Gaudenzio Ferrari e dell'Appiani. Nel convento dei Benedettini, fondato nel 979, vi era una biblioteca ricca di antichi codici, tra cui quello De imitatione Christi scritto da Giovanni Gersen, abate di Santo Stefano dì Vercelli dal 1220 al 1250. Questo cosiddetto codice di Arona suscitò infinite discussioni sull'autore del De imitatione Christi. Il comune di Arona ha 7,82 kmq. di superficie e 6413 abitanti, dei quali 1415 nelle case sparse.
Un ricordo parziale del monastero dei Ss. Salvatore, Gratiniano e Felino è nella chiesuola dei Santi Martiri eretta col monastero per accogliere i corpi dei martiri, la quale attuamente appare come una ricostruzione con caratteristiche del sec. XV-XVI. La facciata fu rifatta in età barocca e di recente fu restaurata. Nella chiesa esiste un bell'altare marmoreo del Quattrocento e vi si ammira un quadro del Borgognone raffigurante la Madonna e alcuni santi. Nel coro sono le vetrate dipinte di G. Bertini (sec. XIX). La chiesa collegiata di S. Maria, sorta nel sec. XV sulle rovine di un tempio più antico, fu molto sfigurata dai restauri. La facciata ha elementi quattrocenteschi e vi si vede un bassorilievo (La nascita dei Redentore) attribuito ai fratelli Mantegazza. La più bell'opera d'arte di questa chiesa è una Sacra Famiglia di Gaudenzio Ferrari. Una notevole chiesa cinquecentesca è quella della Madonna della Piazza o S. Maria di Loreto.
Fra i monumenti profani, fa d'uopo ricordare l'antico palazzo del podestà che si distingue per belle arcate gotiche e graziosi resti decorativi. Notevoli anche i resti del castello dei Borromeo.
Nelle vicinanze di Arona è la nota colossale statua di S. Carlo Borromeo, che si suol chiamare "il San Carlone": è alta m. 23,40 e, col piedistallo, m. 34. Fu disegnata da G. B. Crespi detto il Cerano ed eseguita in bronzo e rame battuto nel 1624 dal pavese Siro Zanelli e dal luganese Bernardo Falconi.
Storia. - Per Arona, abitata fin dall'età romana, passava la via militare che conduceva nell'Ossola e al valico del Sempione. Nel Medioevo, Arona fu castello e borgo, compreso nel contado di Stazzona. Circa il 970, il conte Adamo, detto Amizzone, da taluni ritenuto conte di Stazzona e Seprio, fondò in Arona l'abbazia dei Ss. Salvatore, Gratiniano e Felino, presto arricchita di numerosi possessi. Dal principio del sec. XI, l'arcivescovo di Milano esercita il patronato sull'abbazia e la signoria temporale e spirituale sul borgo, facendone il maggior centro dei molti suoi dominî sulla sponda novarese del lago. Gli facevano corona gli antichi feudi della casata dei Visconti (Oleggio, Massino, Paruzzaro, Invorio, Castelletto). Con l'opposto fortilizio di Angera, Arona chiudeva e sorvegliava il bacino meridionale del lago, per il quale fluiva una gran parte del traffico oltremontano verso Milano e Pavia. Attorno alla fine del sec. XIII, l'abate di S. Salvatore affermò temporaneamente la propria signoria in Arona. Caduta, con quasi tutti gli altri beni arcivescovili, in potere dei Visconti, Arona fu dal duca Filippo Maria infeudata a Vitaliano Borromeo (1439) ed eretta in contea (1445).
I Borromeo rinnovarono le sue fortificazioni, vi promossero, secondo lo spirito della Controriforma, monumenti e istituti religiosi, e la tennero in feudo fino al 1797. Nel 1636 e nel 1644 Arona fu assediata dai Francesi. Nel 1743 l'Austria cedeva Arona, con tutta la sponda occidentale del lago, al re di Sardegna. Il suo fortilizio fu demolito, per decreto del Bonaparte, nel 1800.
Bibl.: Gli statuti di Arona si conservano mss. nella Biblioteca Trivulziana di Milano e nell'Archivio comunale di Arona (secoli XV-XVII). Cfr. poi, per la parte storica: V. De Vit, Il lago Maggiore, Prato 1875; F. Medoni, Memorie storiche di Arona, Novara 1844; L. Beltrami, Angera e la sua rocca, Arona e le sue memorie d'arte, Milano 1904; G. Bosio, Storia antica e moderna del Lago Maggiore, Intra 1925.