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Rainer, Arnulf

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Pittore, incisore e fotografo austriaco (n. Baden, Vienna, 1929). Figura centrale dell'arte austriaca della seconda metà del sec. 20°, la prima produzione artistica di R. subì l'influenza sel surrealismo. In seguito furono l'espressionismo astratto americano e l'informale francese a lasciare tracce visibili nelle sue opere, che dal 1950 in poi non furono più solo pittoriche.

Vita

Insofferente all'insegnamento accademico (nel 1949 frequentò solo per pochi giorni l'Accademia d'arte di Vienna), si è formato essenzialmente da autodidatta, elaborando suggestioni dal surrealismo e dall'informale. Dopo aver partecipato al surrealismo fantastico della Hundsgruppe (1950-51), R. ha continuato la sua ricerca sperimentale, segnata da automatismo e gestualità ma sempre più tesa verso la consapevolezza e la visualizzazione di processi psicofisici e stati emozionali estremi, delle relazioni tra vita e morte, sacrificio e redenzione. Rappresentante dell'Austria alla Biennale di Venezia del 1978, professore all'Accademia di Vienna (1981-95), R. ha ricevuto numerosi riconoscimenti (Gran premio austriaco per la pittura, 1978; Premio Beckmann di Francoforte, 1981; premio dell'International center of photography di New York, 1989). Nel 1993 è stato aperto a New York un museo a lui intitolato.

Opere

Dopo le incisioni e i disegni a occhi chiusi (Blindzeichnungen, 1951-52), ha iniziato le sue sovrapitture (Übermalungen, dal 1953), stesure di colore su opere proprie o di altri artisti, mosse dal principio di affermare la pittura con la sua negazione che accompagna in molteplici varianti la produzione successiva: dalle esplorazioni del linguaggio del corpo, soprattutto attraverso la fotografia sulla quale interviene graficamente (Face-farces, 1968-75; Body-poses, 1971-76), alle sovrapitture su maschere funerarie (dal 1977), al ciclo Hiroshima (1982), alla serie Giotto u. a. (1999). Dal 1994 ha sperimentato anche nuove tecniche e materiali (lamiera rigata in alluminio, cartoni fresati con strutture geologiche, astrali, ecc.) nella serie Mikrokosmos-Makrokosmos, ha rinnovato le sue pitture con le dita ed elaborato le serie Schleierbild (1997-98) e Traumland (1998-2000). Tra le sue numerose personali si ricordano, in particolare, la mostra organizzata dalla Biennale di San Paolo nel 1996, quella sulle sue incisioni nel Kunstmuseum di Bonn nel 1997, le retrospettive dello Stedelijk Museum di Amsterdam (2000) e della Galleria d'arte moderna di Bologna (2001).

Vedi anche
Kounèllis, Jannis (gr. mod. ᾿Ιάννης Κουνέλλης). - Pittore e scultore greco (Pireo 1936 - Roma 2017), dal 1956 stabilitosi in Italia. Staccandosi assai presto dal figurativismo pop, Kounellis, Jannis ha anticipato e accompagnato lo sviluppo dell'arte povera: i Fiori di fuoco (immagini di fiori recanti al centro della corolla ... Oldenburg, Claes Pittore e scultore svedese (n. Stoccolma 1929), naturalizzato statunitense dal 1953. Ha studiato alla Yale University e all'Art Institute di Chicago; a New York, dal 1956, è stato in contatto con A. Kaprow, la cui influenza lo ha spinto alla sperimentazione di nuove tecniche espressive (happening, environment). ... Beuys, Joseph Beuys ‹bòiis›, Joseph. - Scultore tedesco (Kleve 1921 - Düsseldorf 1986). Allievo di E. Mataré all'Accademia di Düsseldorf, vi insegnò poi dal 1961 al 1972, quando fu esonerato per ragioni politiche. Partecipò alle manifestazioni del gruppo Fluxus (1963-65), e produsse sculture di grasso e opere con ... Dibbets, Jan Dibbets ‹dìbets›, Jan. - Operatore artistico olandese (n. Weert 1941). Formatosi presso l'accademia di Tilburg, ha subito dapprima l'influsso di pittori come Y. Klein e P. Manzoni. Abbandonate le tecniche tradizionali della pittura, dal 1967 si è dedicato a operazioni ambientali o di land art, documentate ...
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