TOYNBEE, Arnold Joseph
Storico inglese, nato il 14 aprile 1889. Educato a Winchester e al Balliol College di Oxford, vi insegnò filologia classica dal 1912 al 1915. Servì quindi presso il Foreign Office e la delegazione inglese alla conferenza di Versaglia da esperto di problemi del Medio Oriente. Professore di letteratura bizantina all'università di Londra (1919-24), dal 1925 direttore di Chatham House (il R. Istituto di studî internazionali), compì nuovamente fra il 1939 e il 1946 presso il Foreign Office, a Washington e a Chatham House lavoro di guerra e di propaganda politica, derivando dalla stessa crisi bellica e postbellica esperienza e materia ai saggi raccolti in Civilisation on Trial (Oxford 1948) e agli ultimi volumi tuttavia in gestazione di A Study of History (Oxford 1934 segg.; finora 6 voll., riassunti in uno, pubblicato a Oxford nel 1947, da D. C. Somerville).
Cominciò sociologo di formazione evoluzionistica e confessatamente subì l'influsso di O. Spengler, ma il problema del volgere e declinare delle civiltà egli ereditò - nella misura in cui la storiografa non è frutto d'una esperienza vissuta e di vita - dal libro del Gibbon, al settecentistico illuminismo del maestro remoto contrapponendo peraltro un sempre più consapevole approfondimento del concetto della storia quale progressiva instaurazione del Regno di Dio, e del cristianesimo quale religione assoluta: donde il succedersi delle civiltà conforme al ritmo "sfida e risposta" (challenge and response), ogni civiltà rivelandosi tuttavia tanto più "risponsiva" della precedente quanto più fortemente pervasa d'ispirazione religiosa, epperò destinata a scomparire progressivamente nel cristianesimo e in questo nondimeno a consistere eterna. Per quasi esclusivo merito suo la storiografia inglese ha superato una concezione strettamente politico-diplomatico-militare ed esclusivamente nazionale della storia nelle concezione ciclica e teleologica, epperò religiosa, del divenire delle civiltà. In uno schema forse opinabile e indubbiamente spesso contraddittorio ed astratto, il T. ha saputo immettere una pienezza d'umanità e una ricchezza di cultura che fanno dell'opera sua uno dei pochi grandi apporti del nostro secolo alla scienza della storia.
Le opere precedenti e minori s'ispirano prevalentemente a preoccupazioni di politica contingente o rivelano un'affinata esperienza umanistica: sono da ricordare: Nationalities and the War, Londra 1915; Armenian Atrocities, ivi 1915; The Treatment of Armenians in the Ottoman Empire (documenti ed. da A. J. T.), ivi 1916; The Belgian Deportations, ivi 1916; The German Terror in Belgium, ivi 1917; The German Terror in France, ivi 1917; The Destruction of Poland, ivi 1916; The new Europe, ivi 1915; Turkey, Nuova York 1917; The Tragedy of Greece, Oxford 1921; The Western Question in Greece and Turkey, 2ª ed., Londra 1923; Turkey (in collaborazione con K. P. Kirkwood), ivi 1926; The Place of Mediaeval and Modern Greece in History (prolusione), ivi 1919; Greek Civilisation and Character, Londra-Toronto 1924; Greek Hist. Thought, ivi 1924; A Journey to China, Londra 1931.
Bibl.: P. Geyl, in Journ. Hist. Ideas, IX (1948), p. 93 segg.; B. Croce, in Quaderni della critica, n. 9, novembre 1947, pp. 75-76; P. Geyl e A. J. T., Can we discover the Pattern of the Past?, Utrecht 1949; Tangye Lean, A Study of T., in Horizon, XV, 1947, p. 24 segg. (trad. ted. in Merkur, II, 1948); E. R. Curtius, Europäische Literatur u. lateinisches Mittelalter, Berna 1948, p. 12 segg.; Observer's Profiles, Londra 1948.