ARNIM
. Antica e celebre famiglia nobile della marca di Brandeburgo, di cui troviamo notizia fin dal 1204. Possedeva beni specialmente nella "vecchia marca" e nel paese di Barnim; si estese anche in Pomerania, Prussia e Sassonia, ma rimase legata strettamente alla storia della marca. Federico Guglielmo von A. ricevette nel 1786 il titolo di conte prussiano. Tra i membri della famiglia sono degni di particolare menzione:
Giovanni Giorgio von A.-Boitzenburg, notevole condottiero nella guerra dei trent'anni, nato il 1581, morto il 28 aprile 1641. Soldato durante tutta la vita, Giovanni Giorgio stette volta a volta ai servizî della Svezia (1613), della Polonia (1621), di Mansfeld e degl'imperiali (1626). Il 1° agosto 1627 vinse i Danesi e occupò Mecklemburgo; divenne feldmaresciallo imperiale nell'aprile 1628, assediò nel maggio Stralsunda e combatté poi con successo nella pianura di Stuhm contro il re di Svezia Gustavo Adolfo. Nel maggio 1631 passò ai servizî della Sassonia; concluse un trattato con Gustavo Adolfo e il 17 settembre 1631 prese una parte decisiva alla battaglia presso Breitenfeld. Nel novembre 1631 ridusse Praga in suo potere; più tardi, respinto dalla Boemia dal Wallenstein combatté in Slesia, vinse il 4 settembre 1632 gl'imperiali presso Liegnitz. Dopo altri felici successi in Slesia e in Boemia, nel giugno del 1635 abbandonò il servizio militare, per essere impiegato in servizi diplomatici dal principe elettore di Brandeburgo. Nell'anno 1637, sospettato di piani ostili contro la Svezia, fu sorpreso nel suo castello di Boitzenburg e condotto a Stoccolma; ma nell'autunno del 1638 sfuggì alla prigionia e passò di nuovo ai servizî dell'imperatore, per vendicarsi prima di tutto della Svezia, finché, poco dopo, la morte non pose fine alla sua vita avventurosa. È un esempio tipico del condottiero nel sec. XVII; la sua importanza storica sta nelle sue strette relazioni con Gustavo Adolfo e col Wallenstein.
Enrico Federico conte di A., del ramo Heinrichsdorff-Werbelow, nato il 23 settembre 1791, morto a Berlino il 28 aprile 1859, diplomatico, ambasciatore prussiano a Bruxelles, Parigi e Vienna, ministro degli Esteri dal 24 febbraio al 3 maggio 1849.
Enrico Alessandro barone di A., della casa Suckow, uomo di stato prussiano nato il 13 febbraio 1798 a Berlino, morto il 5 gennaio 1861 a Düsseldorf. Entrato per tempo nella carriera diplomatica, Enrico A. fu ambasciatore a Bruxelles dal 1840 e dal 1846 ambasciatore a Parigi; ma nel '48 ritornò a Berlino, ove lavorò per introdurre riforme liberali nello stato prussiano e per una politica tedesco-nazionale della Prussia. Indusse il re alle dichiarazioni del 21 marzo sugli affari tedeschi, ed entrò per alcuni mesi nel ministero. Dal 1849 al 1851 appartenne alla camera alta, nel 1858 a quella dei deputati. Scrisse Ein handelpohtisches Testament (1846); Frankfurt und Berlin (1848); Zur Politik der Epigonein in Preusseu (1850); Zur Politih der Contre-Revolution in Preussen (1851).
Adolfo Enrico di A.-Boitzenburg, uomo di stato prussiano, nato il 10 aprile 1803 a Berlino, morto l'8 gennaio 1868. Pervenne presto alle alte cariche dello stato: dal 1840 primo presidente in Posnania, dal 1842 al 1845 ministro degl'interni, dal 18 al 29 marzo 1848, in uno dei momenti politici più difficili della vita tedesca, primo ministro, membro della dieta nazionale a Francoforte sul Meno, dal 1854 membro ereditario della camera dei signori e capo dei conservatori moderati. Suoi scritti politici: Die Verheissungen des 22. März und die Verassung vom 5. Dezember (1849); Die deutsche Centralgewalt und Preussein (1848).
Harry conte di A.-Suckow, diplomatico, nato il 3 ottobre 1824 a Moitzelfitz in Pomerania, morto il 19 maggio 1881 a Nizza. Dal 1864 ambasciatore di Prussia e poi dal 1866 della Germania del nord presso la corte pontificia, esercitò all'epoca del concilio vaticano una considerevole attività politica contro il dogma dell'infallibilità. Creato conte il 28 luglio 1870, partecipò vivamente nel 1871 ai preliminari di Bruxelles e alle trattative di pace a Francoforte. Ambasciatore a Parigi dal 9 gennaio 1872, venne in forte contrasto con Bismarck per diversità di vedute nella politica ecclesiastica e nei tentativi di restaurazione monarchica in Francia; finché il 2 aprile 1874 dovette esser deposto dalla sua carica. Accusato di aver conservato carte dell'ambasciata e condannato a nove mesi di carcere, fuggì all'estero e scrisse a sua giustificazione in giornali e libelli. Per uno di questi, Pro nihilo (1875), nel 1876 fu condannato in contumacia a 5 anni di carcere per tradimento. Dal 1878 visse in Austria.
Bibl.: E. D. M. Kirchner, Das Schloss Boitzenburg und seine Besitzer, Lipsia 1860; Allgem. Deutsche Biographie, I, Lipsia 1875, pp. 558 segg.; E. Devrient, Das Geschlecht von Arnim, Lipsia 1914-1927.