ARNHEM (IV, p. 547)
La località, durante la fase finale della seconda Guerra mondiale, ha dato il nome ad un'ardita azione aeroportata, tentata dagli Alleati (settembre 1944) nell'intento di portare loro truppe al di là della linea Sigfrido e del Reno e d'invadere quindi il territorio della Westfalia.
Tale azione, affidata alla 1a armata aerotrasportata, al comando del generale L. H. Brereton, pur lungamente ed attentamente preparata, non ebbe pieno successo. Le divisioni di paracadutisti poterono, difatti, scendere nella regione di Arnhem, ma rapida e decisa fu la reazione tedesca sia contro di esse sia contro le truppe alleate che tentavano di sfruttare la sorpresa prodotta dall'azione aerea; la reazione germanica fu, inoltre, aiutata dal persistente maltempo e dalla nebbia che, coprendo fittamente per più giorni la zona dove si era effettuata la discesa delle truppe aerotrasportate, impedì all'aviazione alleata di rifornirle e di sostenerle contro gli attacchi delle truppe tedesche. Avvenne così che la 1a divisione aerotrasportata britannica, rimasta completamente isolata nella regione di Arnhem, fosse costretta, dopo aver resistito per dieci giorni agli attacchi tedeschi, ad arrendersi in massima parte al nemico il 27 settembre, e che truppe della 2" armata britannica, dopo aver superato i passaggi sul canale Guglielmina, la Dommel, la Mosa ed il Waal, presso Nimega, tentassero poi, inutilmente, di effettuare la loro piena congiunzione con le truppe paracadutiste; si poté ottenere, sì, qualche contatto di avanguardie, ma alla fine i Tedeschi, movendo al contrattacco in forze, riuscirono a costringere la grande unità britannica a ripiegare dietro la linea del Lek, traendosi dietro anche parte dei paracadutisti, tanto che su circa 15.000 uomini ch'erano discesi nella zona di Arnhem i Tedeschi poterono annunziare di averne catturati 6450. La situazione, quindi, rimase stabilizzata per qualche tempo in quel settore.
In conseguenza di tale azione Arnhem è tra le città olandesi che più hanno sofferto dalla guerra. Nessuna delle sue 23.000 abitazioni è rimasta intatta, e ben 3842 sono state distrutte; ma riparazioni e ricostruzioni procedono in modo soddisfacente. Fra i monumenti, la "Chiesa grande" di S. Eusebio ha subìto gravi danni, specialmente nel campanile, ridotto a un informe rudero; se ne sono iniziati da poco i restauri. Completamente perdute sono la chiesa di S. Walburgo e la bella chiesa vallone. Incendî distrussero due cospicui resti delle fortificazioni medievali, la Torre di Bolk e la Porta della Sciabola. Numerose case antiche e altre opere d'arte minori sono andate perdute. La popolazione della città, al 31 dicembre 1945, era valutata a 91.924 abitanti.