Indriðason, Arnaldur. – Scrittore islandese (n. Reykjavík 1961). Tra i giallisti contemporanei europei di maggior fama, dotato di una scrittura scarna e di grandi capacità di ricostruire ampi scenari storici sullo sfondo di un’Islanda glaciale e malinconica, ha lavorato come giornalista e critico cinematografico per il quotidiano Morgunblaðið, esordendo nella narrativa nel 1997 con il primo romanzo della serie del commissario Erlendur Sveinsson Synir Duftsins (1997; trad. it. I figli della polvere, 2021), cui hanno fatto seguito tra i numerosi altri: Mýrin (2000; trad. it. Sotto la città, 2005), Grafarþögn (2001; trad. it. La signora in verde, 2006); Röddin (2002; trad. it. La voce, 2008); Kleifarvatn (2004; trad. it. Un corpo nel lago, 2009); Vetrarborgin (2005; trad. it. Un grande gelo, 2010); Harðskafi (trad. it. Un caso archiviato, 2007); Myrká (2008; trad. it. Un doppio sospetto, 2011); Svörtu (2009; trad. it. Cielo nero, 2012); Furðustrandir (2010; trad. it. Le abitudini delle volpi, 2013); Reykjavíkurnætur (2012; trad. it. Le notti di Reykjavík, 2014); Skuggasund (2013; trad. it. Una traccia nel buio, 2015); Kamp Knox (2014; trad. it. Un delitto da dimenticare, 2016) e Þýska húsið (2015; trad. it. Il commesso viaggiatore, 2017), giallo storico ambientato nell’Islanda della seconda guerra mondiale.