SEGARIZZI, Arnaldo
– Nato ad Avio in Val Lagarina (Trento) il 10 agosto 1872 dal medico Giuseppe e da Giuseppina Ravagni, compì i primi due anni di studi ginnasiali a Rovereto per terminarli a Trento. Conseguita la maturità il 1° agosto 1891, si trasferì quello stesso anno a Vienna iscrivendosi alla facoltà di lettere. L’anno successivo passò a Roma, quindi fu a Genova dal 1894 al 1895 e poi finalmente a Padova. Lì poté frequentare le lezioni del positivista Roberto Ardigò, del linguista Vincenzo Crescini e dei letterati Antonio Medin e Francesco Flamini. Con Flamini si laureò il 24 novembre 1897 con una tesi sull’umanista trentino Sicco Polenton, accompagnata dall’edizione critica di alcune sue orazioni e della commedia Catinia.
Il lavoro di tesi, frutto di larga erudizione e notevole preparazione filologica, gli valse prima il premio universitario Lattes, quindi la pubblicazione (1899) nella collana Biblioteca storica della letteratura italiana diretta da Francesco Novati.
Gli anni padovani sono caratterizzati dalla frequentazione con Vittorio Lazzarini, assistente di Andrea Gloria presso la cattedra di paleografia, il cui magistero segnerà in modo indelebile le future ricerche di Segarizzi. A Padova Segarizzi si dedicò con costanza agli archivi civico, universitario e notarile estraendone una messe di nuovi documenti. Fra i risultati di maggior rilievo spicca il contributo alla biografia del medico padovano Michele Savonarola (Padova 1900), avo di fra Girolamo. Auspice forse lo stesso Lazzarini, Vittorio Fiorini, che aveva appena rilanciato l’impresa muratoriana dei Rerum Italicarum Scriptores, propose a Segarizzi di curare l’edizione e il commento del Libellus de magnificis regie civitatis Padue dello stesso Savonarola, impresa condotta a termine in tempi relativamente brevi (Città di Castello 1902). La collaborazione con Fiorini datava a un paio di anni prima, allorché Segarizzi era stato incaricato di portare a compimento l’edizione delle Vite dei Dogi di Marin Sanudo avviata dallo storico Giovan Battista Monticolo. In quel periodo Segarizzi accumulò documentazione riguardante soprattutto la presenza di docenti e studenti trentini presso lo Studio: sono ricerche che solo più tardi approderanno alla stampa, in una serie di contributi accomunati dal titolo Professori e scolari trentini nello Studio di Padova (nella rivista Studi trentini dal 1907 al 1914). A questa stessa fase spettano le ricerche su fra Dolcino, scandite anch’esse da alcuni interventi su rivista e aggregate più tardi all’edizione della Historia fratris Dulcini Heresiarche di Anonimo sincrono per i Rerum Italicarum Scriptores (1907). Segarizzi produsse documenti inediti ricavati dagli Acta Sancti Officii Bononiae, che certificavano relazioni tra gli ambienti ereticali bolognesi e trentini, e aggiunse importanti precisazioni relative alla celebre compagna di Dolcino, Margherita da Trento (cfr. il suo Contributo alla storia di fra Dolcino e degli eretici trentini, Trento 1900).
Nel 1901 passò alla Biblioteca Marciana come sottobibliotecario. L’anno successivo il direttore, Salomone Morpurgo, avviò il trasferimento dei libri dal palazzo ducale al palazzo dell’antica Zecca dello Stato veneto e Segarizzi ebbe l’incarico di riunire le collezioni periodiche e accademiche prima disperse nella vecchia sede. Nel 1905 ebbe l’incarico di bibliotecario presso la Fondazione Querini Stampalia. Subito si impegnò nella riqualificazione dell’istituto ampliando gli spazi a disposizione, rinnovando la scaffalatura e migliorando i servizi. Successivamente avviò il rinnovamento dei vecchi cataloghi, sostituendo l’obsoleto catalogo sistematico con un catalogo alfabetico misto, per autori, soggetti e forme letterarie, le cui schede, bianche per gli autori, gialle per soggetti e forme letterarie, si alternavano in un’unica successione alfabetica.
L’approdo a Venezia e l’impegno come bibliotecario non distolsero Segarizzi dalla ricerca erudita, che continuò a focalizzarsi sullo studio di umanisti e letterati minori e minimi attivi soprattutto di area veneta. Ne sortirono rilevanti contributi sul maestro trentino Antonio Carabello (1903), sull’umanista veneziano Lauro Querini e sui rimatori Lorenzo Regini, dalmata, e Francesco Capodilista, padovano (1904). Più tardi, ma altrettanto esemplari per contenuto e metodo, sono i contributi sul retore e notaio Cristoforo de Scarpis da Parma (1915) e sul grammatico Damiano da Pola (1922): del primo Segarizzi ricostruì le peregrinazioni nei diversi centri culturali del Veneto mettendo in luce i suoi rapporti con alcuni fra i maggiori umanisti del tempo, come Guarino Veronese, per il quale poté appoggiarsi alla documentazione raccolta da Remigio Sabbadini nell’Epistolario dell’umanista che veniva pubblicando. Quanto a da Pola, Segarizzi produsse una serie di documenti che lo vedevano attivo come copista prima e professore di grammatica poi, attivo nella ricerca e nell’acquisto di codici, fra i quali spiccava un esemplare della Commedia con il commento di Benvenuto da Imola (attuale Laur. 90 sup. 116,3 della Laurenziana di Firenze). A un terzo umanista minore Segarizzi dedicò lunghe e appassionate ricerche: Antonio Baratella di Loreggia (Padova). Su Baratella raccolse una messe di nuovi documenti, pubblicò buona parte della sua sterminata produzione poetica e ne ricostruì l’epistolario accumulando utilissime schede sui suoi corrispondenti (medici, patrizi, notai, umanisti), tanto da configurare quello che è stato giustamente definito una sorta di ‘dizionario biografico’ dell’umanesimo veneto quattrocentesco (Petrella, 2004, p. XLV). Gli studi sull’umanesimo veneto lo portarono inevitabilmente a contatto proprio con Sabbadini, che in appendice alla monografia di Segarizzi accettò di stendere una severa nota su La metrica di Antonio Baratella (1916).
La ricerca di archivio non mirava soltanto alla ricostruzione dell’ambiente umanistico, ma puntava anche alla pubblicazione di fonti storico-documentarie. In questa prospettiva si inquadra l’impegno profuso nell’edizione delle Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato veneziano, uscite in tre volumi per quattro tomi (Bari 1912-1916) nella prestigiosa collana Scrittori d’Italia, diretta da Benedetto Croce. I materiali del Fondo Segarizzi presso la Querini Stampalia rivelano che lo studioso intendeva estendere la pubblicazione alle relazioni dai Paesi europei e dal Vicino Oriente, abbracciando i criteri editoriali della Scuola storica. L’impresa non andò in porto (Burgio, 2001, p. 107): Segarizzi si era forse reso conto dei limiti filologici di quel lavoro, che gli saranno rimproverati dai successivi editori. All’incrocio tra fonte documentaria e interesse umanistico si collocano i Cenni sulle scuole pubbliche a Venezia nel secolo XV (Venezia 1916), contributo nel quale faceva luce sulla storia, sul ruolo e sulla struttura delle cattedre istituite dal governo veneziano per il pubblico insegnamento e sui maestri che le occuparono. Emergono ricchi medaglioni su Paolo della Pergola, primo maestro alla Scuola di Rialto, Benedetto Brugnolo da Legnago e Marco Musuro, maestri presso la Scuola della Cancelleria, Marcantonio Sabellico, Giorgio Merula, Giorgio Valla, attivi alla Scuola di S. Marco. Molti di costoro contribuirono grandemente alla diffusione della lingua greca impartendo lezioni private ai patrizi veneziani.
L’esplorazione dei materiali di archivio e di biblioteca andava di pari passo con l’imponente opera di schedatura dei codici della Biblioteca Marciana. In collaborazione con il direttore Carlo Frati, succeduto a Morpurgo, Segarizzi produsse il Catalogo dei codici marciani italiani in due volumi (Modena 1909-1911) che ancora oggi costituisce un imprescindibile strumento di consultazione. Proprio lo spoglio delle miscellanee marciane dovette stimolare in Segarizzi l’interesse per le stampe popolari, che lo condusse a pubblicare il Saggio di bibliografia delle stampe popolari della Marciana di Venezia (Bergamo 1908), primo gradino della futura e ben più consistente Bibliografia delle stampe popolari italiana della r. Biblioteca nazionale di S. Marco di Venezia (Bergamo 1913). Né Segarizzi veniva meno ai doveri istituzionali di bibliotecario della Querini, provvedendo a confezionare utili strumenti per la ricerca: un primo opuscolo sulle Pubblicazioni periodiche possedute dalla Biblioteca Querini Stampalia (1908) e più tardi l’Elenco delle collezioni e delle pubblicazioni periodiche possedute dalla Biblioteca Querini Stampalia (1916).
Tale mole di lavoro non poteva non incrociare le maggiori istituzioni culturali cittadine cui Segarizzi prestò sempre un impegno fattivo e operoso. Al 1902 data la sua collaborazione con il Nuovo Archivio veneto, nel cui comitato di redazione entrò nel 1909. Nel 1910 fu nominato vicesegretario della Deputazione di Storia patria per le Venezie, divenendone poi segretario nel 1920. Nel 1917 entrò come socio nell’Ateneo veneto, di cui ricoprì la carica di vicepresidente nel 1921. Sempre in quell’anno entrò a far parte dei soci effettivi del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. In quest’ambito può collocarsi anche l’impegno culturale a favore della causa irredentista: sin dai contributi giovanili, Segarizzi aveva orientato la propria attività erudita a mostrare come il Trentino gravitasse culturalmente nell’orbita delle istituzioni venete, come testimoniava l’amplissima presenza di studenti e docenti trentini nell’ateneo patavino. Nel 1919, poi, aveva prestato il proprio aiuto per la ristrutturazione della Biblioteca comunale di Trento, restituita alla città nel novembre del 1921. In quello stesso periodo va collocato l’impegno per aggregare la Deputazione trentina di storia patria a quella veneta, sotto la nuova dizione di Deputazione veneto-tridentina di storia patria. Fu un cammino lungo e faticoso, anche per l’opposizione di un ex irredentista come Gino Onestinghel e la cautela di Francesco Menestrina, ambedue sospettosi verso le «forzature omogeneizzanti di una cultura storiografica ispirata a un nazionalismo veneto-centrico» (Varanini, 2015, p. 277). La ratifica del ministro Benedetto Croce giunse nell’estate del 1919 e, il 30 aprile 1922, a Trento si tenne la cerimonia ufficiale di aggregazione. Di lì a poco, nell’ottobre del 1923, le condizioni di salute di Segarizzi, compromesse da una malattia che aveva iniziato a manifestarsi sin dall’estate del 1921, si aggravarono ulteriormente. Ricoverato prima a Venezia e poi ad Asolo, vi si spense il 9 settembre 1924.
Fonti e Bibl.: L. Cesarini Sforza, I nostri morti. A. S., in Studi trentini, V (1924), pp. 358-362; L. Ferrari, [Necrologio], in Giornale storico della letteratura italiana, 1924, n. 84, pp. 399-402; A. Medin, A. S., in Archivio veneto-tridentino, 1925, vol. 7, pp. 271 s.; G. Pavanello, A. S., in Ateneo veneto, XLVIII (1925), pp. 17-44; G.E. Ferrari, A. S. come bibliotecario e bibliografo con raduno di testimonianze a cinquant’anni dalla morte, in Lettere venete, 1973-1974, voll. 10-12, pp. 158-173; C. Da Villa, A. S.: rinascita e riordino della Biblioteca Querini Stampalia tra il 1905 ed il 1924, in Restauri di Marca, 1992, n. 0, pp. 1-76; A. S. Un intellettuale trentino a Venezia (Avio 1872 - Asolo 1924), a cura di M. Peghini, Avio 1994 (in partic. A. Recchia, A. S.: erudito, bibliotecario, organizzatore di cultura, pp. 11-89); M. De Biasi, La deputazione di storia patria per le Venezie dalle origini ad oggi (1873-1995), Venezia 1995, pp. 70-72; G. Gullino, L’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Dalla rifondazione alla seconda guerra mondiale (1838-1946), Venezia 1996, p. 433; S. Buttò, S., A., in Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Dizionario bio-bibliografico 1900-1990, a cura di G. de Gregori - S. Buttò, Roma 1999, ad nomen; V. Lazzarini, A. S. 1872-1924, in V. Lazzarini - L. Lazzarini, Maestri scolari amici. Commemorazioni e profili di storici e letterati a Padova e nel Veneto alla fine dell’Ottocento e nel Novecento, a cura di G. Ronconi - P. Sambin, Trieste 1999, pp. 121-135; M. de Biasi, La Deputazione di storia patria per le Venezie e i suoi soci (1873-1999), Venezia 2000, pp. 61, 63, 65, 72, 84; E. Burgio, A. S. e le relazioni degli ambasciatori veneti (note su alcuni materiali inediti), in Quaderni veneti, 2001, vol. 34, pp. 89-114; G.M. Varanini, Dal Trentino all’Italia e a Venezia (e ritorno). Percorsi dell’erudizione e della storiografia fra Otto e Novecento, in Le identità delle Venezie (1866-1918). Confini storici, culturali, linguistici, a cura di T. Agostini, Roma-Padova 2002, pp. 75 s.; G. Petrella, A. S.: bibliografia, storia e filologia tra Otto e Novecento, in A. S. storico, filologo, bibliotecario. Una raccolta di saggi, a cura di G. Petrella, Trento 2004, pp. XIX-LXX; G.M. Varanini, Irredentismi storiografici: il caso del Trentino tra Ottocento e Novecento, in Reti Medievali Rivista, 2015, vol. 16, n. 1, pp. 276-279, 288, 292 s.