ROYARD, Arnaldo
– Originario di Lisle-sur-Drone nel Périgord (Dipartimento della Dordogne, Sud-Ovest della Francia), è ignota la sua data di nascita (ultimo quarto del XIII secolo).
È probabile che si sia formato nel convento francescano di Tolosa, dove nel 1311 era lettore in teologia e fu tra coloro che approvarono gli statuti per l’elezione del rettore e dei consiglieri dell’Università (H. Denifle - A. Chatelain, Chartularium..., II, 1, 1891, p. 170). Come lettore compose alcuni sermoni: Nativitatis Domini, De Dominica in passione, Dominica in Ramis Palmarum, In Annunciatione, Ad postulandam pluviam (Catalogue genéral des mss. des Bibliothèques publiques des Départemtents, VII, Paris 1875, pp. 189-191; Verger, 1997, pp. 285 s., 292). Entrato in contatto con la Curia avignonese, il 29 marzo 1314 Clemente V (già in precedenza in contatto con i familiari di Royard, tutti ecclesiastici, tra cui il fratello, il maestro Bernardo: Langlois, 1921, p. 462) gli conferì tramite Francesco di Napoli, cancelliere di Parigi, il titolo di magister e la licentia docendi in teologia (Eubel, 1913, pp. 98 s.); tra 1316 e 1318 egli esercitò effettivamente il suo magistero (Glorieux, 1933, p. 279).
È inoltre probabile che sia Royard l’Arnaldus presente nel 1315 alla scomunica di cinque frati spirituali da parte di Bertrand de la Tour, ministro provinciale di Aquitania (Oliger, 1923, p. 325); e in alcuni provvedimenti di repressione dell’eresia ordinati da Giovanni XXII fu coinvolto direttamente. Prima dell’11 giugno 1318, con altri undici magistri fu consultato dal papa circa l’ortodossia di tre proposizioni enunciate da alcuni francescani, che la commissione giudicò eretiche (H. Denifle - A. Chatelain, Chartularium..., cit., pp. 216 s.); tra il 1318 e il 1320 esaminò, con altri, la Postilla super Apocalypsim di Pietro di Giovanni Olivi (morto nel 1298), condannata all’unanimità (pp. 238 s.); nell’autunno del 1320, infine, fece parte di una commissione di teologi e canonisti chiamata a valutare se alcune pratiche di magia nera e di invocazioni di spiriti fossero da considerare eretiche o frutto di mera superstizione (Boureau, 2004, pp. 91-101; Iribarren, 2007, pp. 39 s.).
Questa attiva collaborazione con il Papato favorì la sua promozione ad arcivescovo, in coerenza con la tendenza alla centralizzazione delle nomine episcopali da parte papale. Gli fu assegnata Salerno, città che, pur subendo la progressiva ascesa politica di Napoli, rimaneva al centro di una vasta provincia ecclesiastica. Del resto suo predecessore era stato Bertrand de la Tour, uomo di primo piano nel pontificato di Giovanni XXII (Nold, 2003; Dedieu, 1983, pp. 184 s.), eletto cardinale nel 1321 e avvicendato il 30 aprile da Royard (che tra il 31 maggio e il 9 giugno ricevette le lettere testimoniali e il pallio: G. Mollat, Lettres communes..., III, 1906, n. 13289, p. 274, n. 13527, p. 297, n. 13668, p. 309).
Tuttavia Royard e i suoi collaboratori non raggiunsero subito la sede: il 21 ottobre 1321, quattro cappellani suoi familiari ottennero dal papa il godimento delle rendite dei benefici senza obbligo di residenza (G. Mollat, Lettres communes..., IV, 1910, n. 14616, p. 20); e anche per quanto riguarda il 1322 consta che egli abbia partecipato ad Avignone ad alcune sessioni concistoriali (sicuramente quella del 6 marzo 1322, secondo l’interpolazione di un francescano ostile a Giovanni XXII della Cronaca di Nicola di Frisinga: Duval-Arnould, 1990, p. 393) convocate dal papa per discutere se fosse da considerare eretica l’affermazione che Cristo e gli apostoli non possedevano beni in comune; nell’occasione, Royard avrebbe suscitato la violenta reazione del papa per le sue posizioni favorevoli alla povertà (Storia di fra Michele..., a cura di F. Zambrini, 1864, pp. 73-75). In seguito, Giovanni XXII chiese anche a Royard, così come ad altri nove francescani, di mettere per iscritto i loro pareri (Tocco, 1910, pp. 74-77, 87). Questo lungo travaglio dottrinale avrebbe poi condotto alla bolla Cum inter nonnullos del 12 novembre 1323 (C. Eubel, Bullarium Franciscanum..., V, 1898, pp. 224 s.; G. Mollat, Lettres communes..., V, 1909, n. 20406), con la quale si dichiarava eretico affermare che Cristo e gli apostoli non avessero posseduto nulla, né di proprio, né in comune. Sempre nel 1322, Royard espresse anche un parere dottrinale favorevole alla scioglibilità da parte del papa di un matrimonio rato ma non consumato (Nold, 2009, pp. 89-98, 99-103).
Agli inizi del 1323, tuttavia, Royard doveva essere in Campania. Infatti, dopo aver ottenuto dal papa, il 1° febbraio, la licentia testandi (G. Mollat, Lettres communes..., IV, 1910, n. 16906, p. 324; L. Wadding, Annales minorum..., VI, 1733, p. 410), intervenne in diocesi su questioni di natura amministrativa (Crisci, 1976, p. 343). Il 23 marzo 1324, poi, su preghiera di Roberto d’Angiò e di Sancia, il papa lo incaricò insieme ai vescovi di Gaeta e Troia di stimare i beni posseduti a Napoli dal monastero cistercense di Scafati, così da poterli permutare con altri del monastero del Sacro Corpo di Cristo (meglio noto come S. Chiara), e di valutare la cessione a quest’ultimo di una grancia in Aversa dell’ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme (C. Eubel, Bullarium Franciscanum..., cit., pp. 260 s.; G. Mollat, Lettres communes..., V, 1909, n. 19169, p. 94). Nel mese di aprile, invece, fu delegato ad assolvere dalle censure ecclesiastiche il conte di Squillace Tommaso de Marsano (n. 19231, p. 100). Si impegnò, poi, sia a contrastare le ingerenze laiche nelle questioni di competenza ecclesiastica (1324 e successivamente 1329), sia a far confermare (1324 e 1326) la dipendenza vassallatica di Olevano e Montecorvino dall’archidiocesi (Crisci, 1976, pp. 344 s.).
Gli ultimi atti salernitani noti sono dell’8 marzo 1328 (autorizzazione, da parte del papa, ad ammettere agli ordini sacri il benedettino salernitano Giovanni Benedetto: G. Mollat, Lettres communes..., VII, 1919, n. 40614, p. 193), e dell’8 febbraio 1330 (licenza papale di concedere l’ufficio tabellionatus a tre chierici: G. Mollat, Lettres communes..., IX, 1923, n. 48411, p. 198).
Oltre probabilmente ad alcuni Sermones dominicales, nel passato attribuiti al predecessore Bertrand de la Tour (Nold, 2001, pp. 313 s.), da arcivescovo Royard scrisse la sua opera maggiore, le Distinctiones (o Opus moralium distinctionum), un dizionario di teologia morale tràdito tra gli altri da un ms. della Biblioteca Francescana di Killiney presso Dublino (Ms. B44: Schmitt, 1964, pp. 179 s.). Se è probabile che egli avesse già conosciuto personalmente Roberto d’Angiò ad Avignone (Roberto d’Angiò, 1970, pp. 31-46), l’opera testimonia i rapporti intercorsi tra i due: correda la lettera di dedica una miniatura (c. 1r) che raffigura Royard mentre offre il libro al re assiso sul trono, seguita dalla lettera di dedicazione allo stesso principe.
L’esemplare fu redatto a Salerno: sulla carta 129v lo scriba, Iohannis Pykeryg «anglicus scriptor» (forse il magister della scuola di S. Martino di Londra intorno al 1322), annotò di aver completato il libro la vigilia di S. Matteo (20 settembre), il santo patrono di Salerno (Schmitt, 1964, p. 180).
Infine, può essere stato Royard e non Bertrand de la Tour l’arcivescovo di Salerno che tradusse dall’italiano in latino il Libro sullo Stato del gran Caan, scritto intorno al 1330 probabilmente da un francescano, per descrivere l’impero mongolo e le missioni francescane che vi operarono (Gadrat, 2007, pp. 358-361, 365-371).
Il 27 giugno 1330 il papa affidò a Royard la diocesi di Sarlat, nel Périgord (Eubel, 1913, p. 436): un atto forse richiesto da lui stesso per tornare nei luoghi delle sue origini.
Non convince l’ipotesi che l’assegnazione di una diocesi meno prestigiosa fosse la conseguenza del parere favorevole alla povertà espresso nel 1322 (Tocco, 1910, p. 29). Infatti, evidentemente per evitare che la nuova ordinazione sminuisse le prerogative acquisite, il 12 dicembre il papa lo esentò – in quanto arcivescovo, già insignito del pallio – dalla giurisdizione dell’arcivescovo di Bordeaux (L. Wadding, Annales minorum..., VII, 1733, p. 112; C. Eubel, Bullarium Franciscanum..., cit., p. 468; G. Mollat, Lettres communes..., X, 1959, n. 51960, p. 91).
Pochi atti rimangono della sua attività a Sarlat: Royard, amante della vita ritirata, avrebbe trascorso molto tempo nel castello di Bouyssiéral (D. de Sainte-Marthe, Gallia christiana, II, 1720, col. 1314; Langlois, 1921, p. 464). Morì il 30 novembre 1334.
Fonti e Bibl.: D. de Sainte-Marthe, Gallia christiana..., II, Parisiis 1720, coll. 1314 s.; L. Wadding, Annales minorum seu trium ordinum..., VI-VII, Romae 1733, ad ind.; Storia di fra Michele Minorita. Come fu arso in Firenze nel 1389, a cura di F. Zambrini, Bologna 1864; H. Denifle - A. Chatelain, Chartularium Universitatis Parisiensis, II, 1, Parisiis 1891; C. Eubel, Bullarium Franciscanum sive Romanorum Pontificum, V, Benedicti XI, Clementis V, Ioannis XXII monumenta, Romae 1898, ad vocem; G. Mollat, Lettres communes de Jean XXII (1316-1334), I-XVI, Paris 1904-1946, ad indicem.
F. Tocco, La quistione della povertà nel secolo XIV secondo nuovi documenti, Napoli 1910, pp. 14, 24, 74-77, 87; C. Eubel, Hierarchia catholica Medii aevi, I, Münster 1913; C.V. Langlois, Arnaud Roiard, frère mineur, in Histoire littérairie de la France, XXXV, Paris 1921, pp. 462-467; L. Oliger, Fr. Bertrandi de Turre processus contra Spirituale Aquitaniae (1315) et card. Iacobi de Columna litterae defensoriae Spiritualium provinciae (1316), in Archivum Franciscanum Historicum, XVI (1923), pp. 323-355; P. Glorieux, D’Alexandre de Halés a Pierre Aurial. La suite des maîtres franciscains de Paris au XIIIe siècle, ibid., XXVI (1933), pp. 257-281; C. Schmitt, Manuscrits de la “Franciscan Library” de Killiney, ibid., LVII (1964), pp. 165-190; Roberto d’Angiò, La vision bienheureuse. Traité envoyé au Pape Jean XXII, a cura di M. Dykmans, Rome 1970; G. Crisci, Il cammino della Chiesa salernitana nell’opera dei suoi vescovi (Sec. V-XX), I, Napoli-Roma 1976, pp. 342-346; H. Dedieu, Les ministres provinciaux d’Aquitaines des origines à la division de l’Ordre (XIIIe s.-1517), in Archivum Franciscanum Historicum, LXXVI (1983), pp. 129-214; L. Duval-Arnould, Élaboration d’un document pontifical. Les travaux préparatoires à la Constitution apostolique Cum inter nonnullos (12 novembre 1323), in Aux origines de l’État moderne. Le fonctionnement administratif de la Papauté d’Avignon, Rome 1990, pp. 385-409; J. Verger, La predication dans les universités méridionales, in La prédication en Pays d’Oc (XIIe - début XVe siècle), Fanjeaux 1997, pp. 285 s.; P. Nold, Bertrand de la Tour O. Min.: life and works, in Archivum Franciscanum Historicum, XCIV (2001), 275-323; Id., Pope John XXII and his franciscan cardinal: Bertrand de la Tour and the apostolic poverty controversy, New York 2003; A. Boureau, Le pape et les sorciers. Une consultation de Jean XXII sur la magie en 1320 (Manuscrit B.A.V. Borghese 348), Roma-Paris 2004, pp. 91-101; C. Gadrat, De statu, conditione ac regimine magni Canis. L’original latin du “Livre de l’estat du grant Caan” et la question de l’auteur, in Bibliothèque de l’Ecole de Chartes, CLXV (2007), pp. 355-372; I. Iribarren, From black magic to heresy: a doctrinal leap in the pontificate of John XXII, in Church History, LXXVI (2007), pp. 32-60 P. Nold, Marriage advice for a pope. John XXII and the power to dissolve, Leiden-Boston 2009.