MUSSOLINI, Arnaldo
Nato a Dovia di Predappio l'11 gennaio 1885, da Alessandro e da Rosa Maltoni, morto a Milano il 21 dicembre 1931. Frequentò la scuola media agraria a Cesena (1889-1890), conseguendovi il diploma di abilitazione. Dal 1903 al 1905 visse lavorando come manovale e giardiniere nella Svizzera. Tornato in patria esercitò le funzioni di prefetto di disciplina e sottocapo coltivatore alla scuola agraria di Cesena. Carattere schietto, mite e riflessivo, dotato di grande bontà e di largo senso umano, ebbe pronta e viva simpatia per gli umili e per i sofferenti. Dopo una breve parentesi come capo coltivatore alla scuola agraria di Monza, nel 1908 si trasferì in Friuli, a San Vito al Tagliamento, insegnante di agraria. E in Friuli restò circa un decennio, compiendovi la sua formazione spirituale sui libri e al contatto con quella sana e salda gente. Conseguito il diploma magistrale a Sacile, all'insegnamento elementare attese per qualche tempo a Cardona presso San Vito (1911), finché fu nominato segretario comunale (1914) a Travesio, e poi a Morsano. Qui lo sorprese la guerra, che lo cacciò, tra i profughi, dal suo Friuli "dolce e sacrificato".
Chiamato alle armi, veniva destinato, sottotenente, alla gloriosa veterana della Bansizza e dello Stol, la brigata Potenza (271°-272° fanteria); sereno ed efficace maestro e guida dei suoi fanti durante la fase della preparazione, soldato saldissimo nei giorni del Piave (giugno 1918) e di Vittorio Veneto (ottobre).
Dopo la guerra si stabilì a Milano, partecipando attivamente, pure in una voluta umiltà di manifestazioni, alla lotta politica e alla preparazione della rivoluzione. Con il trionfo del fascismo, il 1° novembre 1922 assunse la direzione del Popolo d'Italia, in cui spiegò una grande attività giornalistica e politica. Serio, temperato, modesto, fedele, tolse su di sè un'eredità grave: la successione in un giornale d'eccezione a un giornalista d'eccezione: compito reso più severo dallo stesso trionfo della rivoluzione. Ma Il Popolo d'Italia seppe mantenersi fedele alla sua tradizione originaria: pur adattandosi ai tempi al clima nuovo. "Commento all'azione", la sua parola, consacrata a un'opera quotidiana d'illustrazione, di chiarificazione intelligente appassionata, intesa a "correggere le deviazioni, raddrizzare le storture, alimentare la fiamma degli entusiasmi". Il Popolo d'Italia divenne veramente "il grande giornale" attorno al quale un gruppo di minori e diverse pubblicazioni si schierò per la battaglia, guidata da Arnaldo, presto rivelatosi originale scrittore giornalista di razza. "Servitore fedele della rivoluzione, consapevole delle sue necessità", scevro da ambizioni personali, lottatore tenace e implacabile nei duri giorni del 1924-25, ebbe chiari fino dal 1926 i termini di quello che sarà poi il grande evento storico del 1929, la Conciliazione, e collaborò efficacemente alla soluzione dei maggiori problemi affrontati dal fascismo.
Le opere di A. M. sono raccolte nei volumi: Commenti all'azione (Milano 1929); Forlì (Roma 1929); Polemiche e prrogrammi (Milano 1929); Ammonimenti ai giovani e al popolo (Roma 1932); Coscienza e dovere (Milano 1932); Il testamento spirituale (Caltanissetta 1932); La farica è improba, ma la vittoria è certa (Milano 1932); Gli scritti di carattere agrario (a cura di D. Giorgi, Milano 1932). Gli Scritti e discorsi di A. M., edizione definitiva (voll. 5, Milano 1933-1934 segg.).
Bibl.: B. Mussolini, Vita di Arnaldo, Milano 1932 (1° vol. degli Scritti e discorsi: A. e B. Mussolini, Vita di Sandro e di Arnaldo, Milano 1933).