FORNI, Arnaldo
Nacque a San Giovanni in Persiceto, nei pressi di Bologna, il 18 apr. 1913 da Attilio e Giuseppina Morisi.
Il padre, calzolaio, partecipò nel 1896 alla guerra d'Etiopia, dove in breve era diventato capo sellaio. Poi abbandonò il suo lavoro per dedicarsi dapprima alla raccolta e alla vendita del miele e in un secondo tempo al mestiere di mediatore per la vendita di bestiame, trovando finalmente un decoroso sostentamento economico. La madre impartì ai figli una severa educazione cattolica tanto che il fratello del F., Carlo, entrò in seminario con l'intenzione di farsi sacerdote. Ne uscì dopo due anni, ma rimase profondamente religioso, il che gli consentì di ricoprire un posto di prestigio nella curia arcivescovile di Bologna per poi passare alla locale Accademia delle scienze, dove fu nominato accademico nella sezione di scienze fisiche e morali.
Nonostante gli sforzi della famiglia per avviare i figli agli studi il F., per la sua esuberanza che gli impediva di applicarsi sui libri, non ebbe mai inclinazione per la scuola, che abbandonò nel 1928 mentre frequentava la terza classe superiore delle complementari.
Nel 1936, ottenne l'autorizzazione al mestiere di ambulante di libri, lavoro che affinò le sue capacità di ricerca e soprattutto il fiuto per le edizioni rare o comunque fuori commercio. Dopo aver seguito corsi di bibliografia tenuti a Bologna da A. Sorbelli, maturata una notevole esperienza grazie all'insegnamento del grande bibliografo, nel 1937 aprì a Bologna la sua prima bottega di libri d'occasione, intestandola alla moglie Odila Bellotti, che aveva sposato il 2 dic. 1933. Questa fu sua fedele collaboratrice quasi fino alla morte avvenuta il 13 marzo 1991. La libreria rimase sempre un punto di forza dell'attività del Forni.
Per sé ottenne la licenza di rappresentante di libri nuovi e usati e quella per svolgere l'attività commerciale in campo filatelico e numismatico; quest'ultima attività gli consentì di raccogliere i libri rari di questo particolare settore, che scomparivano con grande facilità dal mercato. Affittò, infatti, numerosi depositi per lo stoccaggio di libri d'occasione in attesa di commercializzarli non appena avessero acquisito maggiore valore venale. Nel 1947 andò negli Stati Uniti, per saggiare le possibilità di espansione del suo commercio, in un momento in cui vi era affannosa la ricerca di edizioni straniere soprattutto antiche per colmare vuoti e lacune delle biblioteche. Negli Stati Uniti entrò in contatto con i nuovi meccanismi imprenditoriali e pubblicitari, che avrebbe affinato con successo, una volta rientrato in Italia, sperimentando nuove forme di pubblicità e arricchendo il suo già cospicuo indirizzario con una messe di nuovi nominativi americani che costituirono poi un filone inesauribile sia per la sua attività di libraio sia per quella immediatamente successiva di editore in anastatica.
Con il passare del tempo il commercio di libri di antiquariato non fu più sufficiente ad appagare il suo bisogno di affermazione. Dal suo osservatorio privilegiato di commerciante di libri antichi, aveva intuito ormai le grandi potenzialità dell'editoria anastatica. Conoscendo le capacità di assorbimento del mercato che andava sempre più allargandosi, egli poté puntare al recupero di edizioni rare, di testi stampati in pochi esemplari, soprattutto di pubblicazioni di consultazione pressoché introvabili, ormai riferimento obbligato di istituzioni pubbliche, biblioteche e archivi che nella frammentazione tipica dell'Italia conservavano edizioni differenziate da luogo a luogo, da comune a comune. In quel periodo le istituzioni pubbliche cominciavano ad avere coscienza delle loro potenzialità, allargandosi la cerchia dei fruitori dovuta ad una crescita culturale che investiva dalle fondamenta le scuole di ogni ordine e grado per arrivare fino all'università. Il suo non fu un salto nel vuoto ma un tentativo ben dosato e calibrato. Il F. sperimentò il suo primo reprint non avvalendosi di proprie attrezzature, ma rivolgendosi ad una tipografia specialistica.
Tentò una strada nuova nel finanziare la pubblicazione in anastatica del Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale "G. B. Martini" di Bologna di G. Gaspari (e U. Sesini, I-V, 1890-1943), Bologna 1961 (a cura di N. Fanti - F. Tagliavini - O. Mischiati). La tiratura fu contenuta, in tutto 200 copie, che il F. riuscì a piazzare senza eccessiva fatica.
La grande svolta del F. è comunque ascrivibile con certezza al 1966, quando affiancò alla libreria, dopo aver inaugurato la sua attività di editore di pochi testi locali strettamente legati all'università di Bologna, la conduzione di un laboratorio litografico, in cui, coadiuvato dal marito della figlia Giuseppina, Aldo Besutti, si impegnò con continuità nella produzione di edizioni in anastatica.
Si trattava di un mercato ancora intentato in Italia, per cui era possibile prevedere una vendita sicura in tempi relativamente brevi. La strada era ormai tracciata e il F. poteva approntare i suoi primi cataloghi di reprints di "Opere pubblicate o in sottoscrizione". Dall'esame del secondo di questi, risalente al settembre 1966, è possibile ripercorrere le sue scelte editoriali, quasi esclusivamente basate sulla riproposta di repertori e di fonti, tagliate quindi su misura per privati e istituzioni che necessitavano di opere di consultazione e specialistiche ormai introvabili. Il rischio che il F. correva nell'editoria era minimo. Egli lavorava con l'antico metodo delle sottoscrizioni: si rivolgeva ai potenziali clienti, proponendo i testi, stimolando suggerimenti di opere da tempo mancanti anche nel settore del libro di antiquariato; stabiliva poi il numero minimo di clienti le cui ordinazioni potevano coprire le spese della tiratura ed effettuava infine una tiratura di poco superiore alle copie sottoscritte. Soprattutto nei settori musicale e di carattere locale non aveva concorrenti, poiché la Bottega di Erasmo di Torino e la Gorlich di Milano perseguivano obiettivi diversi.
Le scelte iniziali del F. erano più disorganiche di quelle dei suoi concorrenti. Il suo ventaglio di conoscenze del libro raro e di antiquariato gli consentiva di spaziare in molte direzioni. Le sue intuizioni erano corroborate dall'esperienza della sua primitiva attività che continuava a mantenere a latere del nuovo indirizzo editoriale. Nel catalogo del 1966 si contano già più di cento opere in ristampa anastatica, comprese intere collane, come l'Historiae urbium et regionum Italiae rariores, delle più remote e importanti edizioni di storia municipale e regionale d'Italia, e si rilevano già testate di periodici nella cui riproposta editoriale il F. si specializzerà in seguito, come l'Archivio per lo studio delle tradizioni popolari e il Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche, pubblicato da B. Boncompagni Ludovisi (1882-87). Spiccano anche alcune monografie, estratte dal Bullettino, pubblicate separatamente per essere vendute più agevolmente. Numerosi, i titoli di numismatica. Il F. puntò anche su dizionari ormai scomparsi da tempo dal mercato, come il Lexicon totius Latinitatis di E. Forcellini (nell'edizione a cura di F. Corradini e G. Perin, 1864-1926) e su repertori locali che all'epoca avevano rinnovato gli studi storici in Italia, quali le Notizie degli scrittori bolognesi, di G. Fantuzzi (1781-94).
Nello stesso catalogo si notano alcune pubblicazioni in edizione non anastatica, segno dell'intenzione di porsi anche in qualità di editore di opere, prevalentemente ancorate a istituti e personalità di rilievo del mondo culturale bolognese. La "Collezione di opere inedite e rare", pubblicate a cura della Commissione per i testi di lingua con sede a Bologna e presieduta da R. Spongano, denuncia la capacità del F. nel raccordarsi alle istituzioni culturali cittadine e in particolare con l'università. Nella scelta dei testi di musicologia affiancò il F. fino alla morte e diresse le sue collane del settore G. Vecchi, docente di storia della musica nell'ateneo bolognese.
I cataloghi del F. diffusi annualmente erano seguiti da estrapolazioni tematiche pubblicate a parte, e destinate a istituti specialistici e a studiosi delle specifiche discipline ("Paleontographia italiana", marzo 1967; "Dialetti e folklore d'Italia. Storia locale", aprile 1967; "Biblioteca rara", 1971; "Musica, teatro, danza", 1° semestre 1978).
I suoi clienti stranieri erano alcuni tra i migliori distributori e librai internazionali. Il mercato americano era quello che il F. aveva tallonato con caparbietà fin dall'inizio della sua attività di editore di reprints, incurante delle importanti case editrici analoghe che colà lavoravano. Anzi con alcune di esse operanti nel Liechtenstein affrontò la pubblicazione di opere in collaborazione.
All'interno dell'azienda il F. lavorava con un numero limitato di persone: dodici impiegati nel 1978, nove operai specializzati, un operaio, tre apprendisti, le figlie, Amelia e soprattutto Giuseppina, e il genero: una piccola azienda a gestione familiare che consentiva un contenimento notevole delle spese e permetteva di guardare avanti con cauto ottimismo, accantonando l'utile conseguito in un apposito fondo per far fronte alle esigenze future.
A partire dagli anni Settanta, in cui i suoi cataloghi si strutturavano per collane a loro volta disposte in ordine alfabetico, ottenne riconoscimenti sia italiani sia stranieri. La stampa lo definì "re dei reprints" ed egli cominciò a ristampare le sue stesse edizioni anastatiche, le cui prime tirature erano state interamente assorbite secondo le previsioni.
Nel 1980 il F. vinse il premio della Fondazione Lorenzo Viani di Viareggio per il maggior editore italiano di reprints. È dello stesso anno il più ambito dei riconoscimenti: la laurea honoris causa in materie letterarie conferitagli dall'università dell'Aquila.
Il suo catalogo generale supera le tremila unità. C'è veramente di tutto: statuti, piante e repertori di città e territori, lessici e dizionari, cataloghi di medaglie, opere di numismatica, storie locali bolognesi fra le più rappresentative: ad esempio la Felsina pittrice di C.C. Malvasia nella ristampa del 1841 seguita da Vite de' pittori bolognesi non descritti nella Felsina pittrice di L. Crespi, stampate una prima volta nel 1769, corrispondenti opere di consultazione relative ad altre città; le grandi sillogi religiose, come F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra sive de episcopis Italiae (1717-1722); le grandi opere artistiche, quali L'architettura civile preparata sulla geometria e ridotta alle prospettive (1711) e la Direzione dell'architettura civile e della prospettiva teorica (1731-32) di F. Galli; i sistemi metrici ponderali e la ricca collana "Biblioteca di storia della medicina" diretta da U. Stefanutti; le principali ristampe di opere antiche di diritto segnalategli da E. Cortese, D. Maffei, G. Rossi, curatori della collana "Opera ludica rariora" i quali, unitamente con altri studiosi specialisti, si affiancavano al F. nelle scelte. Non mancano neppure curiosità, come i testi antichi di gastronomia riediti in un periodo di attenti studi sull'alimentazione durante i secoli.
Negli ultimi anni il F. uscì dagli schemi iniziali, lanciandosi in una produzione eccessiva guidata da intenti speculativi. Dipendenti e collaboratori furono messi sotto pressione e sorsero le prime proteste sindacali. La qualità delle edizioni cominciò a venir meno: le sue anastatiche non erano precise come le precedenti, tanto da far nascere spesso il dubbio che si trattasse di edizioni di fatto facsimilari o riproposte in formato diverso; in qualche caso, quando non comparivano direttamente sul frontespizio, mancavano le indicazioni tipografiche delle edizioni originali. Anche le opere più importanti erano prive di adeguati commenti. L'intraprendenza, la vocazione imprenditoriale e la felice intuizione nelle scelte non lo misero al riparo da pesanti critiche.
Le vendite risultarono insufficienti rispetto alla produzione, tanto che il magazzino risultò in breve stracarico. Fu necessario procedere ai primi licenziamenti di dipendenti, ai quali il F. aveva chiesto la massima dedizione al lavoro.
Nel 1981, nell'assemblea ordinaria per l'approvazione del bilancio, il F. fu messo alle strette dai suoi collaboratori più vicini che - criticando la sua gestione come non più coerente con lo sviluppo dell'editoria in questo settore - prospettarono un ridimensionamento della produzione e una maggior cautela nell'azione gestionale. Il F. decise di ritirarsi e di cedere la cura dell'azienda alle figlie e ai generi.
Colpito da una grave malattia, il F. si spense a Bologna il 14 giugno 1983.
Fonti e Bibl.: Bologna, Camera di commercio, Registro Ditte, ad nomen; a parte il brevissimo profilo di G. Vecchi, Ricordando A. F., in Strada maestra (San Giovanni in Persiceto), XVI (1983), pp. 3-5, è uscito un unico saggio bibliografico di M.G. Tavoni, llcammino di un editore sui generis: A. F., in Editoria e università a Bologna tra Ottocento e Novecento, a cura di A. Berselli, Bologna 1991, pp. 215-254, basato sui documenti originali, sulla testimonianza della sorella Maria Angela (morta nel 1995), sui cataloghi editoriali, e sui pochi articoli apparsi su periodici relativi sia al F. sia all'editoria anastatica fra gli anni Settanta e Ottanta.