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ARMONICA

di Francesco Vatielli - Enciclopedia Italiana (1929)
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ARMONICA

Francesco Vatielli

. L'uso di produrre suoni, sfiorando con le dita leggermente bagnate gli orli di bicchieri o di coppe di cristallo, era certamente noto nel sec. XVII. Infatti nell'opera di G. F. Hardorfer, Mathematische und philosophische Erquickstunden (Ore di ricreazione matematiche e filosofiche), stampata a Norimberga nel 1677, si trova la descrizione di questa maniera di produrre suoni. Si sa che un tale Richard Puckrich nel 1743 e 1744 si presentava al pubblico irlandese e inglese come speciale esecutore di tale musica. Nel 1746 Cristoforo Gluck diede un concerto nel teatro di Haymarket, sonando su ventisei bicchieri musiche originalí per violino e per cembalo, e fu sì grande il successo che ne ottenne, che nella società femminile inglese questo genere di musica (musical glasses) venne in gran voga e trovò singolare favore. Circa dieci anni dopo, il sunnominato Puckrich, insieme col signor Delaval, aveva costruito una specie di strumento consistente in una serie di bicchieri di cristallo disposti sopra una tavola e regolati nell'intonazione per mezzo di una maggiore o minore quantità d'acqua in essi versata. Franklin, che aveva già segnalato questo fenomeno acustico in alcune lettere dirette al fisico torinese p. Beccaria, ideò con senso pratico uno strumento a cui pose il nome di harmonica. Esso consisteva in una cassetta rettangolare a tavolino, nella quale, infilate da un asse girevole mosso da un pedale, erano adattate alcune coppe di cristallo di digradante grandezza e per la parte inferiore immerse in uno strato d'acqua. Queste coppe di cristallo erano intonate secondo l'ordine della scala da do2 a fa5 e il sonatore, applicandovi le dita, poteva farle risonare in modo analogo ai tasti di un cembalo. La differenza sostanziale dell'armonica di Franklin consisteva nel fatto che la diversità d'intonazione era ottenuta dalla varia dimensione delle coppe di cristallo.

Rinomanza europea ebbe come sonatrice d'armonica miss Marianna Davies, per la quale il compositore Gasse scrisse diversi pezzi, e non minor fama godette Marianna Kirchgessner, che era cieca. Essa, trovandosi a Vienna nel 1791, attrasse l'attenzione di Mozart, che, ammirato della sua abilità, scrisse un Adagio e Rondò per armonica, flauto, oboe, viola e violoncello, che furono eseguiti dalla stessa Kirchgessner in un pubblico concerto. Anche Beethoven non sdegnò di comporre un breve pezzo per tale strumento.

Più che in Inghilterra, l'armonica trovò in quell'epoca molto favore in alcune regioni della Germania, segnatamente in Sassonia e nella Turingia. Il Naumann sonava a Dresda tale strumento e per esso compose sei sonate; a Darmstadt l'orchestra ducale contava fra i varî strumenti anche l'armonica. Varie modificazioni furono tentate su di essa per evitare soprattutto il diretto contatto delle dita sulle coppe giranti, poiché si diceva ch'esso influisse nocivamente sulle persone ammalate di nervi e propense alla malinconia.

Esiste un metodo per armonica compilato da J. C. Müller e stampato a Lipsia nel 1788.

Bibl.: Accurate notizie raccolse il Pohl nel suo libro Zur Geschichte der Glasharmonika, Vienna 1862. Vedi anche Lütge, Die Glasharmonika, das Instrum. der Wertherzeit, in Der Bär, 1925.

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Vocabolario
armònica
armonica armònica s. f. [dall’agg. armonico; nel sign. 1, dall’ingl. harmonica]. – 1. Nome di varî strumenti musicali: a. Strumento d’origine inglese (sec. 18°) costituito da una serie di piccole coppe di cristallo di digradante grandezza...
armònico
armonico armònico agg. [dal lat. harmonĭcus, gr. ἁρμονικός] (pl. m. -ci). – 1. Che risponde alle leggi dell’armonia, che ha o produce armonia: una serie a. di accordi; un a. concerto di voci; fig., ben proporzionato, ben accordato insieme:...
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