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SALASCO, Armistizio di

di Francesco Lemmi - Enciclopedia Italiana (1936)
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SALASCO, Armistizio di

Francesco Lemmi

Dopo il combattimento di Milano e la resa della città agli Austriaci (4-5 agosto 1848), Carlo Alberto, ottenuta una tregua di due giorni, che poi divennero cinque, si ritirò con le sue truppe verso il Ticino. A Vigevano ricevette i ministri Casati e Gioberti i quali si sforzarono di persuaderlo a continuare la guerra fidando nell'imminente sicuro arrivo - dicevano - dei Francesi. Il re, testimone dello sfacelo dell'esercito e più che mai avverso in cuor suo all'intervento della vicina repubblica, dichiarò che era indispensabile un armistizio se si voleva ritentare la prova con seria speranza di felice fortuna. Così il ministero presentò le dimissioni che furono accettate (7-8 agosto) e fu dato incarico di costituire il nuovo governo a Ottavio Thaon di Revel. Il 9 l'armistizio fu firmato a Milano dal gen. Carlo Canera di Salasco, capo di stato maggiore dell'esercito sardo, e dal gen. austriaco J. v. Hess.

Esso stabiliva, in sette articoli, che la linea di separazione tra i due eserciti fosse segnata dall'antica frontiera; che le truppe sarde abbandonassero Venezia e la Terraferma, Modena, Parma e "la città di Piacenza col territorio che le è assegnato come piazza di guerra", e consegnassero inoltre le fortezze di Peschiera, Rocca d'Anfo e Osoppo conservando il "materiale, le armi, le munizioni e gli effetti di vestiario" che vi avevano introdotti; che l'armistizio durasse sei settimane "per dar corso alle negoziazioni di pace" ed a termine spirato fosse prolungato di comune accordo o denunziato otto giorni prima della ripresa delle ostilità. Il 10 agosto il re stesso, con un nobile proclama, annunziò ai suoi popoli il doloroso atto compiuto, contro il quale protestò violentemente Garibaldi da Castelletto Ticino (13 agosto). Il nuovo ministero poi, di cui ebbe la presidenza Cesare Alfieri (19 agosto), dichiarò alla Camera - come volevano i democratici - che considerava l'armistizio come un atto puramente militare senza conseguenze politiche, cioè senza pregiudizio delle avvenute annessioni, e che accettava intanto la mediazione della Francia e dell'Inghilterra. L'armistizio stesso fu poscia denunziato dal ministero Chiodo il 12 marzo 1849; onde il 20 incominciò la breve campagna che si conchiuse, tre giorni dopo, a Novara (v.).

Bibl.: L. Chiala, La vita e i tempi del gen. Giuseppe Dabormida, Torino 1896; C. Fabris, Gli avvenimenti militari del 1848-1849, ivi 1898-1905, voll. 3; V. Ferrari, Carteggio Casati-Castagnetto, Milano 1909; G. Gentile, Lettere di Carlo Alberto a Ottavio Thaon di Revel, ivi 1931.

Vedi anche
Gabrio Casati Uomo politico (Milano 1798 - ivi 1873), podestà di Milano dal 1837, favorì la preparazione delle Cinque giornate (18-22 marzo 1848) e, dopo la cacciata degli Austriaci, assunse la presidenza del governo provvisorio e si adoperò per la fusione della Lombardia al Piemonte. A fusione avvenuta, nominato ... Cesare Alfièri di Sostegno Alfièri di Sostegno, Cesare. - Uomo politico (Torino 1799 - Firenze 1869), figlio di Carlo Emanuele; avviatosi alla carriera diplomatica (addetto a Parigi e all'Aia, nel 1822 seguì al Congresso di Verona il ministro degli Esteri de La Tour, assecondandone la politica volta a ottenere lo sgombero delle ... Carlo Albèrto re di Sardegna Carlo Albèrto re di Sardegna. - Figlio (Torino 1798 - Oporto 1849) di Carlo Emanuele principe di Carignano e di Maria Cristina di Sassonia-Curlandia, ebbe genitori di tendenze apertamente liberali e, educato a Parigi e a Ginevra, fu sottotenente dei dragoni nell'esercito napoleonico. Tornò nel Piemonte ... Novara Comune del Piemonte (103 km2 con 102.862 ab. nel 2008), capoluogo della provincia omonima. Sorta in posizione sopraelevata rispetto alla Pianura Padana (162 m s.l.m.), presso il torrente Agogna, si è prima sviluppata in funzione della via commerciale che legava Milano a Vercelli e dell’area di scambi ...
Vocabolario
armistìzio
armistizio armistìzio s. m. [dal lat. mod. armistitium, comp. di arma «armi» e tema di stare «fermarsi», formato sul modello di solstitium, iustitium]. – Cessazione delle operazioni di guerra tra eserciti belligeranti, e quindi anche l’accordo...
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
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