NOBILE, Arminio Arturo Alfonso
– Nacque a Napoli il 12 agosto 1838 da Antonio, professore di algebra presso l'Università di Napoli e astronomo presso l'Osservatorio di Capodimonte, e da Maria Giuseppina Guacci, poetessa.
Ancora prima di giungere alla maggiore età prestò servizio volontario nell'Osservatorio di Capodimonte, con mansioni di calcolatore. Frequentò la Scuola d’applicazione di ponti e strade di Napoli, conseguì il titolo di ingegnere nel 1858 ed entrò l'anno successivo nella Scuola d’applicazione d’artiglieria e genio di Torino, divenendo nel 1861 sottotenente del reale Esercito italiano. Nel 1862 fu nominato ingegnere nel corpo del genio navale, ma nel 1863, alla morte del padre, si dimise dai suoi incarichi militari ed entrò ufficialmente come alunno presso l'Osservatorio, dove nel 1864 fu nominato assistente, insieme a Faustino Brioschi. Il 5 ottobre 1871 fu delegato ufficialmente, con Angelo Secchi per la specola del Collegio romano e Pietro Tacchini per l'Osservatorio di Palermo, al convegno che diede vita a Roma alla Società degli spettroscopisti italiani.
Il 23 maggio 1872 sposò Emma Von Sommer. Dal matrimonio nacquero 7 figli: Mario, Vittorio, Oscar, Gisella, Arduino, Riccardo ed Emilia.
Divenne primo astronomo aggiunto nel 1878 e nel 1890 ebbe il posto di secondo astronomo, che tenne fino alla morte. Nel 1887 fu assistente presso la cattedra di geodesia retta da Federico Schiavoni all'Università di Napoli. Nel 1891 divenne professore straordinario di geodesia, nel 1896 ricevette la conferma in ruolo come professore ordinario.
Il lascito più importante dell'attività scientifica di Nobile fu la determinazione delle variazioni di latitudine, questione che diede vita a una controversia accademica internazionale sulla paternità scientifica dell'osservazione. Nel 1883, proseguendo le ricerche condotte nel 1820 da Carlo Brioschi e nel 1871 da Emanuele Fergola, determinò per la terza volta la latitudine dell'Osservatorio di Capodimonte, rilevando differenze tra la sua misurazione e quelle precedenti. In un primo momento, nella memoria Terza determinazione della latitudine geografica del R. Osservatorio di Capodimonte con esame delle osservazioni fatte il 1820 da Carlo Brioschi (Napoli 1883), attribuì le discrepanze a eventuali errori legati alle tecnologie impiegate nell'osservazione. Nuovi dubbi espressi da Fergola, tuttavia, lo spinsero a proseguire su questo percorso di ricerca lungo tutto il 1884 e nel 1885, dopo un anno di osservazioni e verifiche, smentì i risultati della nota del 1883, ipotizzando per primo, in base a misurazioni condotte mediante il cerchio meridiano di Reichenbach, il fenomeno delle variazioni a breve termine della latitudine legate allo spostamento dei poli terrestri.
Inizialmente l'osservazione non suscitò l'interesse che meritava, ma quando nel 1888 l'astronomo tedesco Friedrich Küstner pubblicò una nota in cui venivano riportate le medesime osservazioni e conclusioni tratte da Nobile nel 1885, attribuendosi il merito della scoperta, l'attenzione nei confronti del lavoro di Nobile aumentò enormemente. Nel 1890, l'astronomo Giovanni Celoria in una lettera a Fergola, allora direttore dell'Osservatorio, lo indicò come uno dei più eminenti esperti di meccanica celeste di cui l'ambiente scientifico italiano potesse vantarsi: «Certo che i lavori del Nobile e dell’Angelitti dovrebbero essere presentati e pel bene degli astronomi autori e nell’interesse della Specola di Napoli dove molto si lavora e dove importa che di questi lavori la pubblica opinione sia informata» (Olostro Cirella - Iodice, 2004, p. 324). Per parte sua Fergola, in una lettera indirizzata al presidente della Commissione geodetica italiana, generale Annibale Ferrero, sottolineò il merito di Nobile nell'osservazione avvenuta nell'anno 1885: «Oramai tale quistione, messa all’ordine del giorno, forma oggetto di studio per tanti astronomi eminenti, che io non posso che compiacermi di averla promossa al Congresso di Roma [...]. Veggo però con dispiacere che i tedeschi tendono ora a presentare le cose come se il punto di partenza fosse da cercarsi nei lavori del Küstner, facendo studiatamente ciò che era stato fatto anteriormente in Italia; e senza l’intervento di Lei questa volta il mio nome sarebbe stato interamente obliato, come è stato obliato quello del Nobile, che prima di ogni altro ha segnalato il fatto delle variazioni periodiche, di cui principalmente ora si tratta» (ibid., p.325).
La paternità della scoperta rimase una questione estremamente delicata all'interno della comunità astronomica. Nel 1890, Nobile concorse al premio per l'astronomia indetto da Umberto I presentando proprio le ricerche sulle osservazioni del 1885, mentre gli altri due concorrenti, gli astronomi Michele Rajna e Filippo Angelitti, parteciparono con lavori di minore rilevanza scientifica, per quanto pregevoli. Nonostante ciò, la commissione esaminatrice, formata da Celoria, Fergola e dall'astronomo e storico della scienza Giovanni Virginio Schiapparelli, ritenne preferibile non assegnare il premio, rimandando la decisione al concorso successivo, che si sarebbe tenuto a distanza di due anni.
Amareggiato, Nobile scrisse la nota Sopra una rivendicazione di proprietà scientifica (in Atti dell'Accademia Pontaniana, XXII [1891]) in cui, polemizzando in particolare con il geodeta tedesco Friedrich Robert Helmert, che nel 1890 aveva ancora attribuito la scoperta all'Osservatorio di Berlino, riaffermava con forza il suo primato, sottolineando come la sua scoperta avesse avuto ampia eco nella comunità scientifica internazionale, in particolare attraverso gli incoraggiamenti ricevuti dall'astronomo Edward Holden, direttore dell'Osservatorio di Mount Hamilton, in California.
Il 1° aprile 1893 presentò all'adunanza dell'Accademia delle scienze fisiche e matematiche di Napoli una memoria dal titolo Riflessioni sulle variazioni a corto periodo della latitudine (in Atti della Reale Accademia delle scienze fisiche e matematiche di Napoli, s. 2 , VI [1893], pp. 102-104), scontrandosi con il matematico Ernesto Cesarò, che gli contestò l'esattezza di alcuni calcoli presenti all'interno della dimostrazione. La controversia tra Nobile e Cesarò si protrasse per l'intero 1893, articolandosi attraverso una fitta corrispondenza privata e la pubblicazione di numerose note sui Rendiconti dell'Accademia delle scienze fisiche e matematiche di Napoli.
Morì a Napoli il 15 giugno 1897.
Opere: L’attività scientifica di Nobile è testimoniata da numerosi lavori, per la maggior parte editi nelle Memorie della Società degli spettroscopisti italiani (dal 1920 Memorie della Società astronomica italiana) e nei Rendiconti dell'Accademia delle scienze fisiche e matematiche di Napoli. Per quanto riguarda il fenomeno delle variazioni di latitudine si vedano, oltre ai testi citati: Ricerche numeriche sulla latitudine del R. Osservatorio di Capodimonte, parte I, in Atti dell'Accademia Pontaniana, XVI (1885); Parte II, ibid., XIX (1888); Parte III, Risultati degli anni 1886-1887-1888, ibid., XXI (1890).
Fonti e Bibl.: L'archivio privato di Nobile, donato dagli eredi nel 2009 è conservato a Napoli, Biblioteca dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte, Archivio storico 1802-1948; l'epistolario Ibid., Dipartimento di matematica e applicazioni R. Cacciopoli, Fondo Cesarò. La Relazione sul concorso al Premio di S.M. Reale Umberto I per l'Astronomia, per l'anno 1890, si trova in Atti della R. Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconto dell'adunanza solenne del 4 giugno 1893. Da sottolineare è anche il necrologio apparso su The Astrophysical Journal, VI (1897), p. 139. Per una panoramica della vita e dell'attività del N. e della sua famiglia presso l'Osservatorio di Capodimonte si veda il volume scritto dalla nuora, Carolina Nobile Fiore, Antonio, A. e Vittorio N., astronomi all'Osservatorio di Capodimonte, Roma 1974; per la ricerca del N. all'interno dell'ambiente accademico dell'Osservatorio: F. Contarino, Cenno storico del R. Osservatorio di Capodimonte in Napoli, Torino 1900 (rist. Napoli 1996), passim; E. Fergola, R. Osservatorio Astronomico di Napoli, Roma 1913, passim; A. Bemporad, Cenno storico sull’attività dell’Istituto nel primo secolo di vita, Napoli 1929, passim; A.N., a cura di D. Randazzo, in Giornale di Astronomia, XXIII (1997), 1, p. 30; A.N. - Giovanni Virginio Schiaparelli: corrispondenza (1868-1894), a cura di L. Buffoni - E. Proverbio, Napoli 2003; E. Olostro Cirella - L. Iodice, Sul rinvenimento di una parte cospicua dell’epistolario di Emanuele Fergola, in Atti del XXXIII congresso nazionale di storia della fisica e dell’astronomia, Bari… 2003, Bari 2004, pp. 322-326; M. Capaccioli - S. Galano, A. N., la misura del cielo, Milano 2012.