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ARMINIANISMO

di Édouard de Moreau - Enciclopedia Italiana (1929)
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ARMINIANISMO

Édouard de Moreau

. È così chiamato da J. Arminius (v.) un movimento di reazione contro la dottrina di Calvino sulla predestinazione e reprobazione antecedente e, come conseguenza, anche contro l'eccessiva autorità accordata dai calvinisti ai loro simboli di fede, a scapito della Scrittura. Questo movimento, cominciato in Olanda al principio del sec. XVII, vi ebbe come risultato la creazione della Chiesa dei rimostranti; ma esercitò pure un influsso molto esteso fuori delle Provincie Unite, per es. in Inghilterra (metodismo) e in Francia.

I primi riformatori olandesi, senza impugnare la dottrina rigida di Calvino, ammettevano la predestinazione condizionata, cioè dipendente dall'uso della grazia fatto dalla creatura. Alcuni predicatori più severi, educati a Ginevra, fecero accettare la genuina dottrina del maestro e due nuovi simboli, il Catechismo di Heidelberg e la Confessio belgica. Nondimeno, uomini di valore come Coolhaes e Coornhert rimasero fedeli alla posizione antica della loro Chiesa, e furono così dei precursori d'Arminius. Coolhaes, per esempio, non solamente rigettava la predestinazione assoluta come l'intendevano Beza e i cosiddetti supralapsarii (predestinazione decretata da Dio stesso prima della previsione del peccato di Adamo), ma anche come la difendevano gl'infralapsarii (decreto di predestinazione dopo la previsione della caduta originale). Arminio difese contro il suo collega Gomar la predestinazione condizionata.

Dopo la morte di Arminius (19 ottobre 1609), Uytenbogaert, suo amico, ed Episcopius, suo successore a Leida, continuarono la lotta. Gli arminianisti indirizzarono agli Stati una rimostranza (di qui il loro nome di rimostranti), in cinque articoli, ove davano un'esposizione del loro sistema, firmata da 46 personaggi. Nel 1611, i gomaristi alla loro volta presentarono una controrimostranza. Né la conferenza di Delft (1613), né una "risoluzione per la pace delle chiese", votata dagli Stati nel gennaio 1614, che proibiva di parlare in pubblico e dal pulpito di queste "profonde dispute", riuscirono a ristabilire la concordia. Alcuni controrimostranti, poiché sapevano di avere dalla loro parte la maggioranza dei predicatori e del popolo, turbarono le riunioni dei loro avversarî, formarono delle chiese separate, riunirono sinodi segreti. Tosto il conflitto divenne politico, per l'opposizione tra lo statolder Maurizio di Nassau, di tendenza accentratrice, che si schierò coi gomaristi, e il Grande Pensionario d'Olanda Oldenbarnevelt, le cui tendenze repubblicane e federative erano difese soprattutto dagli Stati d'Olanda. Con misure dispotiche (Oldenbarnevelt e H. Grotius furono gettati in prigione, ecc.) Maurizio ottenne la riunione del sinodo di Dordrecht (o Dort).

Questo durò dal 13 novembre 1618 al 29 maggio 1619. Vi parteciparono pure i delegati di molte chiese riformate non olandesi. I rimostranti (Episcopius, ecc.) vi furono trattati da accusati, e, siccome essi negavano a questo tribunale ogni autorità, finalmente ne furono esclusi. La dottrina del sinodo, cioè quella di Calvino sulla predestinazione antecedente, senza però le formule dei supralapsarii, fu definita in 5 capitoli e 93 canoni. Gli arminianisti furono obbligati a firmare; in caso di rifiuto, essi dovevano sottoscrivere un "atto di silenzio", col quale promettevano di cessare da ogni funzione ecclesiastica. Se non avessero aderito a questa formula, sarebbero stati esiliati. I decreti furono ricevuti in Olanda e nelle chiese riformate di Francia, Svizzera, Palatinato e dai puritani inglesi. Dopo la morte di Maurizio di Nassau (1625), gli arminianisti trovarono un po' più di tolleranza. Ne approfittarono per organizzare le loro chiese. Episcopius aveva composto una confessione di fede che, nondimeno, era dichiarata libera (1622). Essi ebbero teologi famosi (Grotius, Vossius, ecc.), ma formarono sempre una piccola minoranza in seno al calvinismo olandese.

Dall'arminianismo provengono i collegiali, fondati dai fratelli Codde, che presero questo nome perché si riunivano in case private dette collegi. Nel divieto fatto ai cristiani di portare le armi e prestar giuramento, assomigliano ai quaccheri. Riconoscevano ad ogni cristiano il diritto di predicare e respingevano qualunque dottrina positiva.

I punti principali del sistema spettano ad Arminius; Episcopius li sviluppò. Si possono così riassumere: il decreto divino relativo alla predestinazione o condanna d'un uomo è condizionale, cioè Dio salva o condanna a seconda della fede o della mancanza di fede, della perseveranza o della non-perseveranza; la redenzione è universale per parte di Gesù Cristo, ma solo il credente ne gode l'applicazione; il peccato di Adamo, atto libero, non ha distrutto il libero arbitrio nei suoi discendenti; ma l'uomo con le sole sue forze non può ottenere la grazia santificante; la grazia è necessaria per cominciare, continuare e condurre a termine il bene; nondimeno essa, da sé stessa, non è efficace, perché dipende dal modo col quale è ricevuta; e non è irresistibile, perché può perdersi completamente e per sempre.

L'arminianismo è considerato generalmente nella storia del protestantesimo come un movimento d'indipendenza da formule dogmatiche e da simboli; al contrario, la vittoria del sinodo di Dordrecht come un segno dell'avanzarsi d'un esagerato formalismo.

Bibl.: Acta Synodi nationalis Dordrechti, Dordrecht 1620; Acta et scripta synodalia Dordracena, Harderwijck 1620; J. Uytenbogaert, Kerkelijke Historie, Rotterdam 1647; J. Trigland, Kerkelijke geschiedenissen, Leida 1650; J. Brandt, Historie der Reformatie, voll. 3, Amsterdam 1670-1674; B. Glasius, Geschiedenis der nationalen Synode in 1670-1674, Leida 1860; C. Flour, Étude sur l'Armianisme, Nîmes 1889; M. C. Harrisson, The beginnings of Arminianism to the Synod of Dort, Londra 1926; J. Nichols, Calvinism and Arminianism compared, voll. 2, Londra 1824; Th. van Oppenraaij, La doctrine de la prédestination depuis l'origine jusqu'au synode de Dordrecht, Lovanio 1906; A. Eekhof, De theologische faculteit te Leiden in de 17. eeuw, Utrecht 1921; H. De Vries De Herkelingen, Genève, pépinière du Calvinisme hollandais, II, L'Aia 1924; J. Loosjes, Luterschen en Remonstranten in den tjid van de Dordtsche Synode, L'Aia 1926; K. Dijck, De strijd over Infra- en Supralapsarisme in de gereformeerte Kerk van Nederland, Kempen 1912; H. Kaajan, De Pro-Acta e De groote Synode van Dordrecht in 1618, Rotterdam e Amsterdam 1918; Mangenot, in Dict. de Théol. cath., II, col. 1968 segg.; F. Platt, in Hastings, Encycl. of Religion and Ethics, I, p. 807 segg.

Vedi anche
Johan van Oldenbarneveldt Uomo di stato olandese (Amersfoort, Utrecht, 1547 - L'Aia 1619). Nel 1572 prese le parti di Guglielmo I d'Orange contro Filippo II; ebbe parte importante nella preparazione dell'Unione di Utrecht. Pensionario di Rotterdam (1576), membro del governo provvisorio (1584) dopo la morte di Guglielmo I, propose ... Wesley Ecclesiastico inglese, fondatore della Chiesa metodista (Epworth 1705 - Londra 1791). Cresciuto in ambiente anglicano, durante gli studî a Oxford meditò molto l'Imitazione di Cristo e fu a capo di una società religiosa di giovani fondata dal fratello Charles, con cui si dette a una regola metodica di ... socinianésimo Dottrina teologico-morale elaborata e sistemata nel 16° sec. da Fausto e Lelio (1525-1562) Socini. I suoi elementi centrali sono il razionalismo religioso, per cui nella Sacra Scrittura non ci può essere nulla contro la ragione, il rifiuto dei dogmi tradizionali come irrazionali e non fondati sulla Scrittura, ... Huig van Groot Giurista, filosofo, teologo e filologo olandese (Delft 1583 - Rostock 1645). Considerato il fondatore del diritto naturale, o giusnaturalismo, moderno, nella sua opera principale De iure belli ac pacis (1625), in cui sostenne l'esistenza di un diritto internazionale, si avverte  un maggiore distacco ...
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  • MAURIZIO DI NASSAU
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    Dizionario di Storia (2010)
    La dottrina di J. Arminius (1560-1609) sulla predestinazione. Preceduto da Coolhaes e Coornhert, Arminius, pur partendo dai presupposti comuni a tutti i riformati (incapacità dell’uomo a compiere opere buone senza la fede; questa non dipende dal libero arbitrio dell’uomo, ma dalla grazia di Dio), insisté ...
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