PICCHI, Armando
Italia. Livorno, 20 giugno 1935-Sanremo (Imperia), 26 maggio 1971 • Ruolo: terzino, libero • Esordio in serie A: 20 settembre 1959 (Napoli-Spal, 0-3) • Squadre di appartenenza: 1954-59: Livorno; 1959-60: Spal; 1960-67: Inter; 1967-69: Varese • In nazionale: 12 presenze (esordio: 4 novembre 1964, Italia-Finlandia, 3-2) • Vittorie: 3 Campionati italiani (1962-63, 1964-65, 1965-66), 2 Coppe dei Campioni (1963-64, 1964-65), 2 Coppe Intercontinentali (1964, 1965) • Carriera di allenatore: Juventus (1970-71)
Quando arriva all'Inter nel 1960, il suo ruolo è quello di terzino destro, grintoso, scattante, caparbio, ma nulla più. Helenio Herrera, al termine della sua seconda stagione, lo trasforma in libero al quale affidare il comando della difesa. Così Picchi, campione di straordinaria personalità, diventa l'ultimo baluardo della squadra capace di vincere tutto dal 1963 al 1966. Di lui si dice che sia l'allenatore in campo, visto che Herrera, grandissimo tecnico e superlativo motivatore, non è altrettanto abile nei cambi tattici in corsa dalla panchina. In neraozzurro Picchi segna un solo gol, nel derby del 20 novembre 1960. Nell'estate 1967, viene ceduto insieme con Guarneri, quando l'Inter perde la Coppa dei Campioni e lo scudetto. Gioca nel Varese e torna in nazionale, finché un gravissimo infortunio a Sofia contro la Bulgaria (6 aprile 1968), chiude la sua carriera azzurra. Nel 1969 inizia quella di allenatore; l'anno seguente Boniperti e Allodi lo scelgono per guidare una Juventus rivoluzionata. Dimostra subito le qualità per diventare un grandissimo tecnico, ma muore a 36 anni per un tumore maligno alla sesta costola sinistra.