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PALACIO VALDÉS, Armando

di Carlo Boselli - Enciclopedia Italiana (1935)
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PALACIO VALDÉS, Armando

Carlo Boselli

Scrittore, nato nella borgata asturiana di Entralgo (da lui descritta ne La Aldea perdida) il 4 ottobre 1853. Passò l'infanzia ad Avilés (la Nieva di Marta y María), al cospetto dell'irrequieto Golfo di Guascogna, per seguire poi le scuole medie a Oviedo e l'università a Madrid, dove si addottorò in legge nel 1874. Egli è l'ultimo superstite della pleiade che fa capo a Pérez Galdós; ma forse nessuno al pari di lui ha sentito e posseduto l'arte genuina del romanzo: l'arte del raccontare. Dalle serene commoventi pagine dei suoi libri emana una simpatia cordiale e comunicativa, privilegio dello scrittore di razza, grazie specialmente a quella bonaria e pure arguta filosofia della vita che pervade tutta la sua opera.

Esordì in letteratura collaborando, con spigliata vena giornalistica, a Rabagás, Política, El Cronista, Revista Europea, con briosi profili di romanzieri, poeti, oratori, e pubblicando tre volumi di critica letteraria. Nel 1878 scrisse il suo primo romanzo, El señorito Octavio, nel quale è rappresentato il contrasto fra la vita romanzesca e la realtà, e nel 1883 pubblicò Marta y María, adattamento moderno dell'episodio biblico, generalmente considerato il suo capolavoro: ingenua storia di due sorelle, di cui l'una simboleggia l'amore divino, l'altra l'amore umano e l'adattamento alla vita terrena. Seguirono: El idilio de un enfermo (1884); Aguas fuertes (1884), squisiti bozzetti e novelle, ricchi di sottile psicologia e di amabile buonumore; José (1885), delizioso racconto d'un matrimonio contrastato, sullo sfondo della vita marinaresca delle Asturie; Riverita e Maximina (1886-87), che formano un solo romanzo, presumibilmente autobiografico; El cuarto poder (1888), poema eroicomico provinciale; La Hermana San Sulpicio (1889), uno dei suoi romanzi più coloriti e più tipici, che ha per ambiente l'Andalusia calda e luminosa; La espuma (1891), il romanzo dell'alta società madrilena; La Fe (1892), satira della falsa religiosità; El maestrante (1893), storia d'un adulterio fra nobili; El origen del pensamiento (1894), satira della falsa scienza; Los majos de Cádiz (1896), che l'autore giudica il suo migliore romanzo, mentre è stato uno dei meno favoriti dal pubblico; La alegría del Capitán Ribot (1899), storia dell'amore ingenuo, profondo e tenace d'un uomo di mare; La Aldea perdida (1903), elegia bucolica dell'antica pace villereccia, perturbata dalle passioni e dai vizî portati dall'industria; Tristán o el pesimismo (1906), tragedia d'un ipocondriaco volontariamente infelice Papeles del Doctor Angélico (1911) e Años de juventud del Doctor Angélico (1918), note e ricordi autobiografici; La novela de un novelista (1921), commoventi pagine d'infanzia e d'adolescenza; La hija de Natalia (1924); Santa Rogelia (1924); Los Cármenes de Granada (1927), suggestiva vicenda d'amore che ha per sfondo la bella città moresca; A cara o cruz (1929); Testamento literario (1929), confessioni letterarie piene di nobile sincerità; El gobierno de las mujeres (1932), libro in difesa del talento politico della donna; Sinfonía pastoral (1932), romanzo per signorine, tipo Octave Feuillet; Tiempos felices (1933), brillante rievocazione di episodî della giovinezza.

Per il limpido e vivace movimento stilistico, per il fine e delicato umorismo, per quella sua caratteristica tendenza agl'ideali cristiani ed evangelici, per la pienezza della sua saggia e armoniosa esperienza umana, il P. V. ha continuato la forte e lunga tradizione narrativa della Spagna.

Ediz.: Oltre alle varie edizioni di Obras completas, si veda: Páginas escogidas, ordinata dallo stesso autore con interessanti confidenze letterarie, Madrid 1917; Obras escogidas, che comprende 16 libri, con prologo di L. Astrana Maria, Madrid 1933.

Bibl.: González Blanco, Historia de la novela en España, Madrid 1909; H. Peseux-Richard, A. P. V., in Revue hisp., XLII (1918), pp. 305-480; Gómez de Baquero, El Renacimiento de la novela esp. en el siglo XIX, Madrid 1924; A. Gruz Ruead, A. P. V. (estudio biográfico), Parigi 1925; cfr. anche la prefaz. di C. Boselli alla sua traduz. di Marta e Maria, Milano 1928.

Vedi anche
Emilia Pardo Bazán Pardo Bazán ‹... bℎatℎàn›, Emilia. - Scrittrice spagnola (La Coruña 1851 - Madrid 1921), prof. di letterature neolatine nell'univ. di Madrid. Fondò e diresse (1891-93) la rivista Nuevo teatro crítico. Seguace in un primo tempo del naturalismo zoliano (Pascual López. Autobiografía de un estudiante de ... filosofia Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento. 1. Definizioni La filosofia può definirsi come una forma di sapere che, pur nella grande ... Madrid Città della Spagna (3.213.271 ab. nel 2008), capitale dello Stato e capoluogo dell’omonima provincia. Situata nella Nuova Castiglia, sorge sulla Meseta, alle pendici meridionali della Sierra de Guadarrama, ed è lambita a O e a SO dal fiume Manzanares. Posta a 580-696 m s.l.m., è la più elevata delle ... romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia romanzo, quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono.
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