BUSSI, Armando
Figlio di Aurelio e di Geltrude Storchi, nacque a Modena il 14 nov. 1873; compì i primi studi nella città natale, dove, ancora giovanissimo, aderì al partito socialista e iniziò la sua attività politica militando nella locale Camera del lavoro. Tra il 1905 e il 1913 si occupò quasi esclusivamente dei drammatici problemi delle campagne del Reggiano, ove grandi masse di braccianti subivano condizioni di vita e di lavoro pressoché disumane, partecipando alle lotte contadine di quegli anni contro l'Agraria; di notevole risonanza politica fu, in particolare, lo sciopero generale da lui organizzato e diretto a Cento, nel 1912, dopo l'uccisione di un bracciante durante una manifestazione di contadini disoccupati. In questo periodo il B. fondò i due giornali Il Risveglio e Il Domani, con i quali contribuì notevolmente alla propaganda delle idee socialiste nella regione.
Conseguita la laurea in medicina, il B. si dedicò allo studio dei problemi dell'assistenza sanitaria e della sicurezza sociale per i lavoratori, che, negli anni successivi, sarebbero divenuti il tema principale delle sue ricerche e della sua attività politica. Candidato al Parlamento nel 1909 per il collegio di Cento, venne sconfitto; nel 1913, anno in cui per la prima volta il Parlamento veniva eletto con il suffragio universale, pose di nuovo la propria candidatura; in questa occasione, anche se dopo una durissima lotta contro il suo diretto avversario, il liberale Olindo Malagodi, il B. fu eletto deputato, contribuendo tra l'altro, con il suo successo, all'affermazione del partito socialista.
Al centro dell'attività parlamentare del B. furono essenzialmente i problemi riguardanti le condizioni di lavorò degli operai e dei contadini, la prevenzione delle malattie professionali e l'assistenza per i lavoratori. Fra i numerosi progetti di legge che vennero da lui presentati al Parlamento ne ricordiamo due: la proposta per la creazione di uffici di consulenza medico-legale gratuita per gli operai infortunati e, durante la prima guerra mondiale, il disegno di legge per l'istituzione della Direzione generale di sanità militare, grazie ai quali egli si rivela un effettivo precursore della legislazione in questo campo.
All'interno del partito socialista il B. rimase sempre una figura di secondo piano; non assunse mai posizioni autonome né seppe dare soluzioni nuove alle grosse battaglie politiche e ideologiche che, tra il 1908 ed il 1914, si svolsero all'interno del suo partito. Rimasto fino al 1907 sulle posizioni integraliste di G. Ferri e di E. Ciccotti, al congresso di Firenze confluiva assieme ad altri esponenti della sua corrente, Garibetti, Argentina Altobelli Bonetti, Ferri e Basile, nelle file dei riformisti, sottoscrivendo l'o.d.g. di "concentrazione socialista". La sua adesione al gruppo di Turati s'iscrive nel clima trasformistico invalso nella politica italiana, all'insegna del quale e senza un serio confronto politico e ideologico sui problemi più importanti del paese, era avvenuta la fusione delle due correnti. Nel 1911 il B., che fu membro della direzione del partito socialista dal 1910 al 1913, si oppose decisamente ai riformisti di destra, sostenitori del "ministerialismo a tutti i costi", denunciando il carattere borghese e guerrafondaio dell'impresa libica.
Assente dal Parlamento nel corso della XXV legislatura, il B., rieletto nel 1922 per la XXVI legislatura, prese parte all'attività parlamentare sino all'assassinio di Matteotti. Dopo il 1924 egli scomparve dalla scena politica e si dedicò soprattutto alle ricerche in campo sanitario. Di questo periodo, a testimonianza del suo lavoro, rimangono una serie di scritti nei quali è dato rilevare l'accentuarsi di un orientamento autarchico, in contrasto con la sua precedente attività politica e sindacale, forse non senza influenza dei contemporanei indirizzi in campo di politica economica. Fra queste opere in particolare ricordiamo: Un precursore: B. Ramazzini e la medicina sociale, in Bollettino consorziale, XIX (1933), 7-8, pp. 119; La valorizzazione del patrimonio idrotermale italiano, in Le forze sanitarie, VIII (1939), I, pp. 133-142.
Il B. morì a Lavagna il 12 ottobre del 1955.
Altre opere del B. sono: Le acque salsobromoiodiche e loro applicazioni, in Rassegna internazionale di clinica e terapia, XVII (1936), 15, pp. 680-88; 16, pp. 742-49; Campi e colonie termali, in Le forze sanitarie, VI (1937), 7, pp. 507-12; L'alimentazione ittica nei regimi alimentari degli alberghi delle industrie termali, in Rivista di idroclimatologia, L(1939), 8, pp. 225-31; Cure di esercizio nelle stazioni termali infantili, in Rivista delle stazioni di soggiorno e turismo, XVI (1940), 4, pp. 10-11.
Fonti e Bibl.: K. Marx-F. Engels, Corrispondenza con ital., Milano 1964, pp. 498-500; A. Angiolini-E. Ciacchi, Socialismo e socialisti in Italia, Milano 1919, pp. 988 ss., 995, 997, 1016, 1030-1033, 1037, 1053, 1088, 1094; V. Bonfigli-C. Pompei, I 535di Montecitorio, Roma 1921, pp. 51 s.; I. De Begnac, L'arcangelo sindacalista: F. Corridoni, Milano 1943, p. 243; Il Partito socialista ital. nei suoi congressi, a cura di F. Pedone, Milano 1961, II (1902-1907), pp. 773-87 ss., 95 s., 106, 118, 121 s., 129, 151, 162 s., 169, 173, 179, 187, 216; P. Nenni, Il Diciannovismo, Milano 1962, p. 25; S. Cannarsa, Il socialismo in Parlamento: il biennio nero, Roma 1965, pp. 159, 176; G. M. Baldi, Iparlam. medici dal 1848 al 1922, Roma 1966, p. 93; G. Mammarella, Riformisti e rivoluz. PSI (1900-1912), Padova 1968, pp. 224, 234, 236, 317-319, 328, 331 s., 342, 347, 365; R. De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Torino 1968, p. 112.