FALLIÈRES, Armand
Uomo politico francese, nato il 6 dicembre 1841 a Mezin (Haute-Garonne) da modesta famiglia, morto a Parigi il 22 giugno 1931. Il F. percorse i suoi studî al liceo d'Angoulême e quindi presso la facoltà di giurisprudenza nell'università di Parigi. S'iscrisse fra gli avvocati dell'albo di Nérac e acquistò fama di buon oratore. Alla caduta dell'impero fu eletto maire di quella città, a soli 29 anni. Fu revocato da quell'ufficio sotto il governo del maresciallo Mac-Mahon e tornò all'avvocatura. Nel 1876 fu eletto deputato e sedette a sinistra. Jules Ferry gli affidò un sottosegretariato di stato. Fu ministro guardasigilli nel gabinetto Duclerc e presidente del Consiglio il 29 gennaio 1883. Nel marzo 1884 lasciò il governo in seguito a un voto contrario del Senato, e vi tornò un mese dopo come ministro della Pubblica istruzione nel secondo ministero Ferry. Fu poi ministro dell'Interno nel primo ministero Rouvier e della Giustizia nel gabinetto Tirard (dicembre 1887). Dopo essere stato nuovamente ministro dell'Istruzione in un secondo gabinetto Tirard, ritornò alla Giustizia nel secondo ministero Floquet. Senatore nel 1890, fu eletto presidente di quell'alta assemblea nel 1889 in sostituzione del Loubet, chiamato alla presidenza della Repubblica. Non avendo questi allo scadere del suo mandato accettato una nuova candidatura, il F. fu eletto in suo luogo il 19 gennaio 1906 con 449 voti contro 371 dati al Doumer. Compiuto il settennato, il F. abbandonò la politica e si ritirò nella sua proprietà di Loupillon, dove si dedicò soprattutto alla viticoltura.
Egli impersonò nel Parlamento e all'Eliseo la piccola borghesia francese dedita al lavoro dei campi. La sua grande semplicità di costumi e la sua naturale bontà d'animo lo resero assai popolare presso le masse. Come presidente della repubblica il F. si rinchiuse, più forse che tutti gli altri suoi predecessori e successori, nello scrupoloso rispetto dei limiti che la costituzione e le consuetudini politiche assegnano in Francia ai poteri del capo dello stato. Due notevoli avvenimenti del suo settennato vanno particolarmente ricordati: egli fu il primo presidente che affidò il governo a Giorgio Clemenceau, e durante la sua presidenza il Marocco entrò a far parte dei dominî africani della Francia.