ARMAN
(pseud. di Fernandez, Armand)
Pittore e scultore francese, nato a Nizza il 17 novembre 1928. Compie gli studi presso l'Ecole Nationale d'Art Décoratif di Nizza (1946-49) e presso l'Ecole du Louvre a Parigi (1949-51). A Nizza nel 1946 conosce Y. Klein al quale lo lega un'amicizia profonda. Espone le sue opere in varie personali e nel 1960 partecipa con F. Dufrêne, R. Hains, Y. Klein, J. Tinguely, J. Villeglé alla mostra presso la galleria milanese Apollinaire, preceduta dal primo manifesto del Nouveau Réalisme, pubblicato sempre a Milano in aprile, cui segue nello stesso anno la costituzione del gruppo Nouveaux Réalistes con l'apporto critico di P. Restany che ne codifica le teorie. È presente nel 1961 alla mostra A 40° au-dessus de Dada alla Galerie J di Parigi e alle manifestazioni di New York The Art of Assemblage nel Museum of Modern Art (1961), importante momento di confronto con il New-Dada americano, e New Realists alla Galleria Sidney Janis nel 1962. La sua attività prosegue con ininterrotta continuità e prestigio internazionale. Nel 1967-68 insegna alla University of California di Los Angeles. Cittadino americano dal 1972, vive tra New York e Nizza.
Dopo un esordio pittorico fauve e post-cubista astratto, ai dipinti Cachets succedono alla fine degli anni Cinquanta Allures d'objects, impressioni sulla superficie di oggetti precedentemente immersi nel colore. Compaiono quindi Poubelles, cumuli di rifiuti con cui, tra l'altro, riempie nel 1960 la Galerie Iris Clert a Parigi quale contraltare al ''vuoto'' di Klein; Accumulations e Colères, assemblaggi e frantumazioni di oggetti cui si associano Coupes d'objects, Inclusions plastiques, Combustions. Esponente di rilievo e protagonista originale tra i Nouveaux Réalistes, A. fa dell'assunzione degli oggetti della realtà quotidiana, estraniati dalla loro funzione e moltiplicati in un esorbitante numero di esemplari vissuti, la sostanza della sua opera. La drastica, perentoria trasgressione dei tradizionali procedimenti artistici si volge a una inedita presentazione della loro essenza tramite il processo di formalizzazione che investe i modi dell'assemblaggio con esiti che fondono, in complessa ambiguità, i due principi antitetici. L'appropriazione dissacratoria dei simboli della società dei consumi nella loro profusione e quantità avviene con azioni di accumulazione, distruzione e recupero, raggiungendo una dimensione di estraniata lontananza. Le operazioni combinatorie disordinate od organizzate, libere o serrate in scatole di plexiglass, si articolano secondo finalità pittoriche e plastiche nella manipolazione e messa in evidenza della forma e della materia degli elementi stessi (ferri da stiro, macchine per scrivere, strumenti musicali, tubetti di colore, ecc.), in una saturazione della superficie all-over e con occupazione invadente dello spazio. La riflessione sul proprio lavoro apre poi a nuove referenze culturali e all'introduzione di oggetti e materiali nobili. La carica espressiva e surreale di A. assume con il tempo cadenze e strutture di maggiore ricercatezza e decoro, con una più manifesta componente estetizzante, fino alla progettazione di gioielli preziosi in scala monumentale. Vedi tav. f. t.
Bibl.: P. Jones, Arman and the magic power of objects, in Art International, 1963, pp. 40-43; A. Boatto, Poetiche europee dell'oggettualità, in L'arte moderna, vol. 38, Milano 1967; P. Restany, Les Nouveaux Réalistes, Parigi 1968 (trad. it. Il Nuovo Realismo, Milano 1973); H. Martin, Arman or four and twenty blackbirds baked in a pie, New York 1968; P. Restany, Arman, Galleria Schwarz, Milano 1968; F. Mathey, Arman: accumulations Renault, Musée des Arts Décoratifs, Palais du Louvre, Parigi 1969; J. Van der Marck, Arman: selected works 1958-1974, La Jolla Museum of Contemporary Art, 1974; J. Lassaigne, Arman: objects armés 1971-74, Musée d'Art Moderne de la Ville, Parigi 1975; W. Schönenberger, Arman o l'oggetto come alfabeto, Retrospettive 1955-1984, Palazzetto Eucherio Sanvitale, Parma 1984.