ARLES (Arelāte, Arelātum, Arelas)
Porto fluviale del Rodano, posto sotto la tutela della repubblica greca di Marsiglia fin dal VI sec. a. C. La città, chiamata dai Greci Theline (dall'idronimo mediterraneo tel), deve il suo nome al celto-ligure Arelate.
Colonizzata da Cesare nel 46 a. C. e dotata del territono del Rodano fino a Hyères (Olbia), che aveva tolto a Marsiglia conquistata d'assalto tre anni prima, essa venne ad avere il ruolo di porto di cabotaggio in luogo di Marsiglia. La sua sorte fu però fissata solo dalla seconda fondazione di Ottaviano Augusto, quando questi prese possesso della Gallia, che gli era stata assegnata dal trattato di Brindisi (40 a. C.): da allora si chiamò Colonia Iulia Paterna Arelate Sextanorum, in ricordo del suo primo fondatore, Cesare, padre adottivo di Augusto, e della VI Legione.
Località strategica, aveva una duplice funzione, militare e commerciale. Era fornita di un arsenale navale sulla riva destra, a Trinquetaille, ed era circondata da un muro di cinta di forma rettangolare, del quale rimane il lato orientale con una porta ad arco semilunato affiancata da torri, attraverso la quale entrava la via d'Italia e di Marsiglia, prolungamento della via Aurelia.
La pianta della città risale a Ottaviano; è notevole per il suo tracciato "a scacchiera" orientato secondo il decumanus e il cardo, che si distingue ancora ai nostri giorni nell'allineamento topografico della città moderna. Al centro si estendevano i Criptoportici, la cui pianta ricorda quella di Augusta Praetoria (Aosta): l'area centrale si apriva sul cardo; era circondata su tre lati da gallerie a due piani con vòlta a botte, arieggiate a mezzo di feritoie; queste gallerie servivano da horrea, o granai, destinati al rifornimento di Roma. All'interno dell'area sorgeva un santuario di Ottaviano Augusto della cui statua è stata rinvenuta la testa, durante lo sterro della galleria settentrionale dei Criptoportici, insieme a un clipeus virtutis marmoreo datato al 26 a. C. e ad alcune dediche al pater patriae e al numen di Augusto, e a un membro del collegio dei Sodales Augustales. A E, sulla parte alta del castrum, il teatro, costruito anch'esso sotto Augusto, la cui statua risale al 20 a. C., ha conservato le vestigia della decorazione del muro della scena e della cavea. Un portico, addossato a questo muro, fiancheggiava uno dei cardines, e lungo la facciata settentrionale correva una via trasversale che accedeva all'area dei Criptoportici.
La città si stendeva lungo il fiume verso S, fino al Circo (Bourg-Vieux nel Medioevo) dal quale proviene l'obelisco di granito che, sotto Luigi XIV, è stato innalzato sulla piazza dell'Hôtel-de-Ville. Duplex Arelas come la chiamerà Ausonio, essa si prolungava anche sulla sponda destra del fiume, nella Camargue, nel quartiere chiamato nel Medioevo Insula Gallica (Gallègue) e oggi Trinquetaille. Là erano i cantieri di costruzioni navali, l'arsenale (edificio a grossi conci laterizî), magazzini e scali, come pure ricche ville a peristilio, ornate di mosaici che sono conservati nel museo.
Alla fine del I o all'inizio del II sec., la città si ingrandì verso il N in direzione del Rodano, sul quale fu gettato un ponte di barche, di cui rimane la spalla sulla riva sinistra. L'anfiteatro, che sembra risalga a quest'epoca, fu costruito sull'antico muro del castrum di Cesare. È fornito di locali sotterranei contemporanei alla costruzione della cavea, destinati ai giuochi scenici come negli anfiteatri del Colosseo, di Pozzuoli e di Capua.
In età adrianea, un tempio (campidoglio?) fu elevato a metà del lato N dei Criptoportici: vi si accedeva dal decumanus. Questo lato, che guardava senza dubbio. sul forum almeno all'età di Costantino, fu soggetto a modifiche importanti sotto il regno di questo imperatore. Costantino, che risiedette ad A. e le diede il nome di Constantina (monete della zecca di A.), restaurò il tempio e il forum; fece incidere in lettere di bronzo sulla trabeazione del tempio una iscrizione a gloria della sua famiglia, che ricordava gli abbellimenti da lui apportati alla città. Sui due fianchi del tempio fece costruire una serie di carniere a vòlta, che servivano forse da "tesori" e da portico alle scholae delle corporazioni e, sulla riva del Rodano, edificò un complesso termale di cui sono stati isolati il caldarium e il tepidarium, mentre altri resti si vedono ancora nelle case vicine.
A. era alimentata da un acquedotto che raccoglieva le sorgenti del versante settentrionale della catena delle Alpilles (di circa 70 km di lunghezza); ne rimangono rovine importanti nelle valli e nel tracciato sotterraneo. Un secondo acquedotto proveniente da Baux dava la forza idraulica a un mulino, costruito nel III secolo a. C., sul versante delle colline di Fontvieille, a 9,5 km da A. (Barbegal).
La posizione geografica della città fece sì che essa fosse scelta come prefettura del pretorio delle Gallie, in luogo di Trèves minacciata dalle invasioni (verso il 395): e, poco dopo, sotto Onorio, A. divenne la sede d'assemblea del Concilio delle sette Provincie e il capoluogo di tutta la Gallia. La sua chiesa ricevette dal papa Zosimo il titolo di primaziale (417). La cattedrale, che nel 314 era stata sede del Concilio contro i donatisti, si innalzava allora alla periferia della città, addossata al bastione orientale. Alla metà del V sec. fu trasferita al centro, di fianco al forum, e fu dedicata a Saint-Etienne, oggi Saint-Trophime, probabilmente sotto l'episcopato di Ilario. Sul luogo del battistero primitivo, San Cesario fondò nel 514 un convento di suore, addossato al bastione stesso; la chiesa di Saint-Jean-de-Moustier (XII sec.) ne ha fatto sopravvivere il nome.
Il medesimo vescovo Ilario, antico monaco di Lérins, aveva fondato, nell'insula Gallica (Trinquetaille), un monastero maschile, lo Hilarianum, di cui egli stesso fu abate prima di essere eletto vescovo di Arles. Questo monastero fu trasferito alla metà del VI sec. sulla riva sinistra, al riparo delle mura ricostruite da Teodorico, al tempo delle guerre che devastarono il sobborgo di Camargue (chiesa Sainte-Croix).
I musei di A. conservano le testimonianze epigrafiche delle due grandi epoche della sua storia: al Museo Lapidario la maggior parte della statuaria proviene dalla decorazione del teatro e dagli archi di trionfo, demoliti all'epoca delle invasioni; contiene i resti delle due statue di Augusto, delle quali l'una lo rappresenta giovane, con barba a collare, verso il 39 a. C.; l'altra, nella magnificenza imperiale, col torso nudo drappeggiato dalla toga, verso il 20 a. C. Nel Museo d'Arte Cristiana sono esposti i sarcofagi di marmo, di tipo romano, alcuni di fattura locale, provenienti dalle necropoli di Aliscamps e di Trinquetaille.
Due erano le necropoli: dell'una resta solo la cappella di Saint-Genès del sec. XII, dove la leggenda fa avvenire il suo martirio; mentre dell'altra rimangono ancora intatte due parti del cimitero pagano e cristiano, in mezzo alle quali sorgevano la chiesa di Notre-Dame-de-Grâce, che è succeduta all'antica basilica di Saint-Genès (sec. IV), e la chiesa Saint-Pierre e Saint-Paul innalzata verso la fine del V secolo.
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