LEONORI, Aristide
Primo dei dodici figli di Raffaele e Anna Ianari, nacque a Roma il 28 luglio 1856. Dopo essersi diplomato presso il liceo E.Q. Visconti, frequentò i corsi di architettura all'Accademia di S. Luca, dove ebbe come maestro V. Vespignani, ottenendo il secondo premio al concorso Poletti del 1876; si iscrisse poi alla Scuola d'applicazione per ingegneri, laureandosi nel 1880.
Le prime esperienze si svolsero presso Vespignani, che lo coinvolse nei lavori in S. Giovanni in Laterano (1882-86: nuova abside e nave traversa); nel 1884 avviò il suo studio professionale, realizzando i primi lavori autonomi, come la riedificazione del casamento Freschi in largo S. Carlo al Corso (Roma, Arch. stor. Capitolino, Titolo 54, prot. 72526/1886) e la cappella del S. Cuore in S. Andrea della Valle (1888-90).
La carriera professionale del L., dalla fine del secolo XIX sino all'apice negli anni prebellici, fu caratterizzata da una serie di interventi connotati da quella maniera tardoeclettica che in ambiente romano perdurò nei primi due decenni del Novecento; adottò senza indugio stili e caratteri richiesti dalla committenza, facendo incursioni stilistiche dal paleocristiano al gotico, sino al purismo tardoquattrocentesco, preferendo negli apparati decorativi i modelli bizantini e cosmateschi.
Seppe ottenere importanti occasioni di lavoro da diverse istituzioni religiose romane: dal 1890 fu architetto del capitolo di S. Maria in Trastevere, dirigendo una serie di restauri nella basilica sino al 1923; progettò l'istituto dei padri apostolici in viale Trastevere (Roma, Arch. stor. capitolino, Titolo 54, prot. 26654/1896), curò l'ampliamento del palazzo Imperiali Borromeo fra piazza Esquilino e via Paolina (Ibid., Ispettorato edilizio, prot. 749/1900) e realizzò l'ospizio dell'Addolorata al Celio (Ibid., Titolo 54, prot. 7525/1905).
Fase decisiva e centrale della carriera professionale del L. può essere identificata con la vasta e multiforme attività nel campo dell'architettura religiosa, sviluppata in buona parte all'estero, in primo luogo negli Stati Uniti d'America. Dagli anni Novanta iniziò una serie di viaggi Oltreoceano da cui scaturirono numerosi incarichi, prontamente tramutati in proposte progettuali attraverso la collaborazione nello studio romano del fratello minore Pio e dell'architetto C. De Rossi Re, in seguito affiancati dal nipote Francesco.
Risale al 1898 il complesso del Mount Saint Sepulchre per i francescani di Washington, dove spicca la chiesa, di impianto bizantino con frequenti richiami neorinascimentali nei prospetti, che conserva all'interno i modelli in scala dei santuari della Terrasanta; ancora negli Stati Uniti il L. diede i progetti, rimasti sulla carta, per chiese a Nashville (1906), Niagara Falls (1912) e Washington (1917); mentre realizzò la cattedrale neogotica di S. Giuseppe a Buffalo (1912-15: demolita), due cappelle nella cattedrale di Saint Louis (1912-14), la decorazione del mausoleo dei Vescovi nel cimitero di Hillside a Chicago (1910-13) e il collegio St. Charles a Baltimora (1911-14).
Di notevole portata fu anche l'attività in Egitto, dove realizzò la chiesa di S. Giuseppe (1904-09) e il campanile della chiesa del Mousky (1907), entrambi al Cairo, e restaurò la chiesa di S. Caterina ad Alessandria (1904); in Sudan impegni progettuali riguardarono una chiesa a Kharṭūm (1906: non realizzata) e la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo a Torit (1926-29); in Mauritania costruì la Diagana House a Nouakchott. Fu attivo anche a Buenos Aires, Lima, Sydney, in Honduras, India e Nuova Zelanda, con edifici e progetti sempre commissionati da congregazioni religiose.
Lasciò interventi anche in Europa: disegnò il pulpito e diresse i lavori per il fonte battesimale, progettato da John Francis Bentley, nella cattedrale cattolica di Westminster a Londra (1902-05); realizzò pulpito, trono e cinque altari nella cattedrale di S. Patrizio ad Armagh in Irlanda (1901-04), e fu attivo anche a Praga e Varsavia.
La copiosa produzione all'estero rappresentò un trampolino di lancio per una serie di importanti opere in Italia, sempre nel campo dell'architettura sacra con rare incursioni in tipologie diverse, che connotarono i primi due decenni del XX secolo, senza dubbio il periodo più fervido della carriera professionale del Leonori. Tra queste spiccano le quattro chiese di Roma, progettate e realizzate tra il 1908 e il 1916, chiari esempi dell'abilità nella manipolazione e nell'ibridazione di stili diversi. La chiesa di S. Patrizio in via Boncompagni, realizzata per gli agostiniani irlandesi (1908-11), ripropone in facciata e nell'impianto stilemi neoromanici. Più vicina a schemi rinascimentali puristi, in parte assorbiti a fianco di Vespignani, è la chiesa di S. Giuseppe in via B. Telesio (1909-12), voluta da don Luigi Guanella come polo di riferimento religioso nell'allora periferico quartiere del Trionfale. La chiesa di S. Croce in via G. Reni (1912-13) venne costruita per espressa volontà di papa Pio X in stile "romano basilicale" per celebrare il sedicesimo centenario dell'editto di Milano: il L. vi operò un'abile commistione tra i modelli di S. Lorenzo fuori le Mura, per la facciata, di S. Maria in Cosmedin, per il campanile e di impianti paleocristiani per l'interno, con ampia collaborazione di B. Biagetti per la parte decorativa. Contemporaneamente il L. si dedicava al disegno della chiesa del S. Cuore in via Piave (1912-16), risolta con forme decisamente ispirate al gotico d'Oltralpe.
Altri impegni romani di un certo rilievo riguardarono l'ampliamento della chiesa di S. Francesco a Monte Mario (1914-16) e i restauri delle chiese di S. Sisto Vecchio (1906-28) e di S. Aurea a Ostia Antica (1914-16). Intervenne anche in S. Clemente, con la realizzazione della cripta (1912-14), e nella chiesa del Gesù, dove ridefinì la cappella del S. Cuore (1919-20). Proposte senza esito riguardarono la sede della Pontificia Università Gregoriana (1919-24) e una chiesa a Pietralata (1921); mentre vastissima fu l'attività prestata a istituti religiosi per edificazioni, ampliamenti e manutenzioni di cappelle, edifici residenziali, collegi e monasteri.
Il L. svolse ampia attività progettuale nel resto d'Italia, nei centri di Assisi (altare e trono nella basilica di S. Maria degli Angeli con progetto irrealizzato per la facciata), Bergamo, Gioia dei Marsi, Montecompatri, Monteporzio (restauri in villa Mondragone), Nettuno, Poggio Mirteto, Porano, Potenza, Rieti, Rocca di Papa (asilo Leone XIII), Sutri, Terni (progetto di chiesa nel quartiere operaio) e Ussita (sistemazione del cimitero e cappella Gasparri Silj). Tra le opere di maggior interesse, l'ampliamento del santuario del S. Cuore a Como (1912-15), ancora su commissione di don Luigi Guanella, e il campanile del santuario del Ss. Rosario a Pompei (1912-25).
Divenuto nel 1886 terziario francescano, iniziò la sua opera di benefattore, fondando con L. Costantini e G. Salvadori un ricovero notturno per ragazzi abbandonati, poi ospizio S. Filippo; accusato di atti immorali nel 1907, fu prontamente scagionato e riabilitato, ma costretto a chiudere il ricovero (Lettere di Giulio Salvadori, a cura di P.P. Trompeo - N. Vian, Firenze 1945, ad ind.). Con convinto impegno religioso continuò nella sua attività, fornendo a titolo gratuito progetti per complessi religiosi in India, Africa e America del Sud.
Membro di diverse associazioni cattoliche, venne nominato da Pio X cameriere di cappa e spada (1904); fu cavaliere di S. Gregorio Magno (1886), di S. Silvestro (1912) e di S. Giorgio (1916).
Il L. morì a Roma il 30 luglio 1928. Nel 1933 venne avviata la causa di beatificazione, attualmente in corso.
Tra i suoi scritti, oltre ai numerosi articoli pubblicati dal 1898 al 1910 nel periodico bimestrale in lingua latina Vox Urbis, da lui fondato e finanziato, si segnalano: Le industrie italiane alla Esposizione nazionale di Milano nel 1881…, Roma 1882; Leone XIII e le arti, ibid. 1888; Le più insigni cattedrali del secolo XIII, ibid. 1891.
Fonti e Bibl.: Bologna, Collegio Antoniano, Archivio Leonori, dove si conserva buona parte dei documenti e dei disegni autografi. Per la febbrile attività professionale a Roma, oltre alle indicazioni documentarie citate nel testo, si veda Roma, Arch. stor. capitolino, Titolo 54, prott. 49182/1885, 18894/1890, 61390/1901, 10814/1906, 91988/1908; Ispettorato edilizio, prott. 336, 550, 2803, 4086 e 4842/1895, 1127/1896, 983/1901, 1879 e 1940/1905, 18 e 4973/1909, 1376/1910, 2289 e 3227/1911, 4686/1912, 3309 e 4370/1913, 760, 2596 e 2764/1914, 2531, 4347 e 5372/1915, 2176 e 3660/1916, 534/1917, 1205/1918, 1632 e 3671/1922, 14847/1924, 5426/1926. Si vedano inoltre: L'inaugurazione della nuova absida della basilica lateranense, Roma 1886; V. Macchi et al., La cappella di S. Giorgio nella chiesa di S. Croce al ponte Milvio, Roma 1916; L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, Como 1920, pp. 105, 346-362, 436, 502-512; G. Venturini, Un ingegnere santo, A. L., Roma 1931; A. Grossi Gondi, A. L. ingegnere architetto, Milano 1936; P.L. Di Stolfi, Un architetto santo, A. L., in Frate Francesco, XII (1939), pp. 78-87; C. Ceschi, Le chiese di Roma dagli inizi del neoclassicismo al 1961, Roma 1963, pp. 161-164; G. Bosi - M. Bosi, S. Croce al Flaminio, Roma 1965; P. Marconi - A. Cipriani - E. Valeriani, I disegni di architettura dell'Archivio storico dell'Accademia di S. Luca, I, Roma 1974, nn. 1238-1243; G. Spagnesi, Edilizia romana nella seconda metà del XIX secolo (1848-1905), Roma 1974, pp. 121, 314; G. Barberini, Rione XVII. Sallustiano, Roma 1978, pp. 30-32; Id., Rione XVI. Ludovisi, Roma 1981, pp. 60-62; N. Fabbretti, A. L., Roma 1989; P. Grazioli Medici, Medici marmorari romani, Città del Vaticano 1992, pp. 465, 680 s.; A.M. Racheli, Restauro a Roma 1870-1990. Architettura e città, Venezia 1995, ad ind.; F. Fabris, L'opera dell'architetto romano A. L. 1856-1928, tesi di laurea, Università degli studi di Roma "La Sapienza", a.a. 1992-93; F. Leonori, Arte e santità nella vita del servo di Dio A. L., Roma 1995; S. Ciranna, Italian architects: the builders of churches in the capitals of the Mediterranean, in Environmental Design, XVIII (1997-99), 1-2, pp. 96-103; R. Catini, I concorsi Poletti, 1859-1938, Roma 1999, pp. 15, 69, 98 s.; A. Tosti, S. Patrizio, in Roma sacra, VI (2000), 17, pp. 60-62; S. Ciranna, Italian architects and holy spaces in Egypt, in Le Caire - Alexandrie. Architectures européennes 1850-1950, a cura di M. Volait, Le Caire 2001, pp. 49-56.