BUSI, Aristide
Nacque a Bologna il 21 luglio 1874 da Attilio e Fanny Belvederi. Di famiglia non agiata, dovette affrontare con non pochi sacrifici il corso di laurea in medicina e chirurgia, durante il quale dovette associare al rigore degli studi la fatica di dover compilare dispense e impartire lezioni private per trarne un sussidio per lui indispensabile.
Laureatosi in medicina e chirurgia a Bologna nel 1900, il B. fu dapprima assistente pediatra dell'Ospizio degli esposti dal 1901 al 1903, poi aiuto nella 1ª sezione medica dell'Ospedale Maggiore. Attratto dai continui progressi della radiologia (nel 1896 W. C. Röntgen aveva annunciato all'Accademia delle scienze mediche di Würzburg la scoperta dei raggi X), il B. passò nel 1906 all'Ospedale civile di Trieste a frequentarvi l'istituto radiologico diretto da M. Gortan, e subito dopo a Vienna presso gli istituti di G. Holzknecht e R. Kenböck. Il contatto con questi pionieri della radiologia medica lo entusiasmò, e tornato a Bologna riuscì a convincere della validità del nuovo mezzo diagnostico il suo maestro di clinica medica, A. Murri, che, ancorato ai metodi della semiologia classica, non riusciva a vedere l'avvenire della nuova disciplina. Nel 1907 il B. divenne direttore del gabinetto radiologico dell'Ospedale Maggiore di Bologna, e nel 1909 ebbe il titolo di primario; direttore nel 1911 del gabinetto di röntgenologia della clinica medica diretta dal Murri, dall'anno accademico 1911-12 diede inizio presso lo stesso istituto di clinica medica ai corsi sulle applicazioni dei raggi X nella diagnostica e nella terapia.
Furono per il B. anni di una attività febbrile, di impegno continuo nell'attività didattica e organizzativa, ma nello stesso tempo di studi intensi, di ricerche accurate in un campo nel quale il metodo stesso era appena abbozzato. Dedicatosi prevalentemente allo studio dei problemi della radiodiagnostica, pubblicò, oltre a lavori monografici di carattere generale (La radiologia in medicina legale, con R. Guerrieri, Napoli 1911; I fondamenti della radiologia medica, Bologna 1912), una serie di note e, di osservazioni di estremo interesse: alcune di queste (Di un nuovo apparecchio (seriografo) e di un metodo semplice per ottenere parecchi radiogrammi consecutivi di un organo in movimento, in Bull. delle scienze mediche, s. 9, LXXXIV [1913], 1, pp. 226-228; Sulla visibilità dell'appendice cecale ai raggi X,ibid., pp. 536-541; La roentgenologia del processo vermiforme del ceco, in La radiologia medica, I (1914), pp. 97-106, 145-164; Ancora sulla roentgenologia dell'appendice cecale,ibid., pp. 385-397)rappresentarono dei validi contributi allo studio del funzionamento degli organi e costituirono i primi saggi di indagine radiologica dell'apparato digerente. Tuttavia in quel periodo la più significativa pubblicazione del B. fu un volumetto di 146pagine, Saggio di uno studio di anatomia normale descrittiva e radiografica della sella turcica e dei suoi annessi (con R. Balli), edito a Modena nel 1911, nel quale dette una magistrale descrizione, con rigore di metodo, della morfologia normale di quella particolare formazione endocranica, la sella turcica, sulla quale si era concentrato l'interesse dei clinici e dei patologi da quando P. Marie, tra il 1886 e il 1889, aveva individuato l'adenoma ipofisario responsabile della sindrome acromegalica; l'importanza dello studio del B. si comprende facilmente, ricordando che già H. Oppenheim aveva lamentato la scarsa conoscenza della sella turcica e dei limiti normali delle sue variazioni morfologiche, richiamando l'attenzione sui conseguenti errori diagnostici, per esempio nel ritenere un presunto slargamento della sella determinato da un tumore ipofisario in realtà inesistente.
Nel 1913 fondò con V. Maragliano la Società italiana di radiologia medica, nel 1915 conseguì la docenza in elettrologia e radiologia. Durante la prima guerra mondiale fu direttore del gabinetto radiologico dell'Ospedale militare Gozzadini di Bologna e dei servizi radiologici del corpo d'armata di Bologna, e impartì inoltre lezioni di radiologia di guerra all'università. Intanto, la nuova disciplina aveva compiuto progressi notevoli, e si andava imponendo come uno dei più validi sussidi diagnostici: si avvertiva ormai la necessità di una scuola efficiente, in grado di operare la formazione dei giovani radiologi. Dal 1919 al 1923 il B. fu professore incaricato di elettroterapia e radiologia medica all'università di Bologna, e sopperì alla mancanza di un istituto accogliendo i suoi allievi in un gabinetto radiologico privato che aveva aperto presso la clinica villa Verde. Nel 1928 fu chiamato all'università di Roma come professore stabile di elettroterapia e radiologia medica: iniziò allora il periodo della sua più intensa attività organizzativa, coadiuvato dai numerosi allievi, quando nella capitale era ancora inesistente una attrezzata divisione radiologica. Nel 1930 il B. organizzò l'istituto radiologico dell'ospedale del Littorio (oggi S. Camillo), che volle modernissimo e in grado di offrire i mezzi tecnici adeguati a risolvere i più fini quesiti diagnostici; nel 1935, presso il Policlinico Umberto I di Roma, fondò e organizzò l'istituto di radiologia dell'università e degli Ospedali riuniti, che al pari del precedente volle altamente efficiente.
L'insegnamento del B. fu improntato soprattutto a definire il significato e i limiti della radiologia, a delineare la figura del radiologo, a creare la metodologia radiologica nello studio del malato; forte di una salda preparazione in clinica medica generale e nelle discipline medico-chirurgiche fondamentali, egli interpretò la nuova disciplina come un mezzo di esplorazione prezioso, ma sussidiario, in grado di fornire elementi utili a completare i dati anamnestici e i rilievi semiologici fisici. In tal modo il radiologo poteva essere definito come un medico specialista, autorizzato a formulare una diagnosi soltanto dopo aver operato la coordinazione logica del complesso dei dati forniti dall'osservazione. Tali presupposti metodologici spiegano il prevalente indirizzo semiologico e diagnostico delle ricerche del B., e alla sua opera la radiodiagnostica deve alcune acquisizioni di notevole importanza: lo studio morfologico e funzionale della valvola ileocecale, la scoperta nel grosso intestino di una funzione sfinterica a livello del tratto di passaggio tra ceco e colon ascendente (sfintere di Busi), la descrizione del versante pilorico e della regione vateriana del duodeno (La rappresentazione radiografica della valvola ileo-colica (valvola del Varolio), Milano 1921, estr. da Atti del III Congr. ital. di radiologia medica, Roma, 28-30 ott. 1920; L'esplorazione radiologica del tubo digerente, Ferrara 1928), la descrizione della morfologia degli ili polmonari, delle alterazioni polmonari provocate dalla tubercolosi, dell'immagine della grande vena azygos visibile nella proiezione toraco-sagittale al disopra dell'angolo tracheo-bronchiale destro fino ad allora interpretata come un linfonodo ingrossato e calcificato (Sulla esplorazione radiologica del torace nella tubercolosi polmonare, Roma 1929; La vena azygos in sede normale esplorata radiograficamente lungo il suo decorso dalla parete posteriore del mediastino alla cava, in Atti della Soc. ital. di anatomia, pubblicati nel Monitore zoologico italiano, suppl. XLV[1934], pp. 15-33; Tecnica radiografica per uno studio completo della grande vena azygos in sede normale,a tronco eretto, in Nuntius radiologicus, II[1934], pp. 85-93). Numerosi furono gli altri suoi contributi e le sue pubblicazioni, che non è possibile qui ricordare. Citeremo ancora due opere di carattere generale, notevoli per valore metodologico e formativo: Semeiologia e diagnostica chirurgica radiologica e ortopedica (con V. Putti e F. Delitala), Torino 1927; Tecnica e diagnostica radiologica nelle malattie chirurgiche (con P. Ottonello, G. Pescatori, U. Nuvoli, A. Montanari, P. Abbati), Torino 1933. La raccolta completa, in ordine cronologico, degli scritti del B., si trova nella biblioteca F. Ghilarducci presso l'istituto di radiologia dell'università di Roma.
Il B., che era membro di numerose società scientifiche, fu preside della facoltà medica di Roma dal 1929 al 1935. Nel 1939 fu nominato senatore del Regno. Ma la sua salute, minata dalle radiazioni, lentamente declinava: sulle sue mani erano visibili gli inconfondibili segni della radiodermite. Morì a Grottaferrata, presso Roma, il 30 ott. 1939.
Bibl.: R. Balli, Commem. di A. B., in La radiologia medica, XXVII (1940), pp. 170-180; G. G. Palmieri, In memoria di A. B., in Bull. delle scienze mediche, CXII(1940), pp. 403-423; E. Milani, A. B., in Annuario della R. Univer. degli Studi di Roma, 1940-41, pp. 567-573 (con elenco delle pubbl. del B.); Enc. Ital., II App., I, p. 472.