ARISTANDROS (᾿Αρίστανδρος)
3°. - Scultore greco di Paro, figlio di uno Skopas, attivo dopo l'88 a. C. a Delo, dove ebbe l'incarico di restaurare alcune statue, danneggiate evidentemente durante le burrascose vicende della guerra mitridatica. A testimonianza di questa sua attività restano tre iscrizioni, tutte riferentisi a restauri eseguiti su opere dello scultore Agasias di Efeso, figlio di Menophilos, vissuto nei primi decenni del I sec. a. C. Due iscrizioni sono state ritrovate presso l'Agorà degli Italiani a Delo: l'una, con incisi soltanto i nomi dei due artisti, su una piccola base di marmo bianco, l'altra su una grande base rettangolare di marmo sorretta da un piedistallo semicircolare di gneiss. Quest'ultima conserva la dedica dei negozianti italiani e greci a un Munazio Planco, forse quello che combatté contro Neottolemo nell'87 a. C. Sul piedistallo inferiore era applicata una placca rettangolare di marmo con l'iscrizione pertinente al restauro di Aristandros. Una terza iscrizione, proveniente da Delo e ora al museo di Leida, è incisa su una base con dedica al legato C. Billieno. Questo A. figlio di Skopas è senza dubbio un lontano e modesto discendente del grande Skopas del IV sec. a. C., nella cui famiglia, appunto, i due nomi si alternavano. Il Mingazzini pensa anzi di identificare lo Skopas padre del nostro Aristandros con lo "Skopas minor" autore dell'Ercole Olivario, cui egli attribuisce anche la celebre statua del Pothos.
Bibl.: E. Loewy, I. G. B., 287, 288; W. Amelung, in Thieme-Becker, s. v.; M. Bieber, ibidem, s. v. Skopas; Inscriptions de Délos, 1696-97, 1710, 2494; Rubensohn, in Jahrbuch, 1935, p. 51; Ch. Picard, Manuel, Parigi 1936, II, p. 214, IVe sièc. I, p. 635; P. Mingazzini, in Arti figurative, 1946, p. 140 ss.