ARISTAINETOS (᾿Αρισταίνετος e ᾿Αριστένετος)
Architetto greco autore, secondo una iscrizione metrica trascritta da Ciriaco d'Ancona, del tempio di Adriano a Cizico, incominciato al principio dell'impero di Adriano ma dedicato soltanto sotto Marco Aurelio (167 d. C.), distrutto parzialmente da un terremoto nel 1063, ma ancora in parte conservato nel sec. XV. Il tempio, corinzio con basi attiche, in marmo di Proconneso, sorgeva ad O della città entro un vasto peribolo; era esastilo, con 6 × 15 colonne. Gli intercolumnî erano di due diametri, 10 diametri l'altezza delle colonne. In pianta si aveva la proporzione di 16 × 15 diametri per la peristasi; mentre la cella era di 10 × 20 diametri. La cella stessa era ad unico ambiente; all'interno tutto attorno girava un ordine di colonne che sostenevano un ballatoio. Soppressi il pronao e l'opistodomo, nella parte anteriore l'edificio aveva cinque filari di colonne in profondità e tre nella parte posteriore; in totale, fra peristasi e vestiboli, 62 colonne. Questo particolare pone A. nella tradizione della grande architettura templare ionica, però questo architetto impone alla costruzione una rigida coerenza sistematica, assumendo il modulo dalla tradizione dorica. Per questo rigore delle proporzioni il tempio, pur di dimensioni non eccezionali, era famoso per la sua grandiosità. Di esso Elio Aristide (391, ed. Dindorf) dice che era a tre piani, allusione alla galleria interna, ma anche al sistema di gallerie che erano praticate nel corpo del krepìdoma. Della costruzione parla inoltre Xifilino, presso Zonara, xii, i. Circa il nome dell'architetto è da rilevare che la forma epigrafica, per ragioni metriche, è ᾿Αριρτένετος (Reinach).
Bibl.: Pauly-Wissowa, II, c. 852, s. v. Aristainetos, n. 10 (Fabricius); Perrot-Guillaume, Exploration archéologique de la Galatie et Bithynie, Parigi 1862, p. 76; id., in Rev. Arch., XXXII, 1876, p. 264; Th. Reinach, in Bull. Corr. Hell., XIV, 1890, p. 529 ss.; Thieme-Becker, II, 101, s. v. Aristainetos (Thiersch).