ARIPRANDO
Maestro piacentino di diritto longobardo, dalle lezioni - o forse soltanto dalle glosse - del quale ebbe origine, a metà del sec. XII, la versione iniziale della prima summa conosciuta della Lombarda (rielaborazione sistematica in tre libri, compiuta sul finire del sec. XI, degli editti dei re longobardi e del Capitulare italicum raccolti nel Liber papiensis).
Col titolo improprio di Lombarda-Commentar des Ariprandus, quella che più propriamente va definita, con il Kantorowicz, Summa Lombardae secundum Ariprandum, fu pubblicata dall'Anschütz nel 1855, accompagnata da una posteriore versione ampliata attribuita a un altro longobardista, Alberto. Nel 1892 il Lehmann dava poi notizia di una versione mtermedia fra le due. Secondo l'attendibile ipotesi del Kantorowicz la prima versione, probabilmente l'originale, rispecchiante il pensiero di A., fu scritta da un suo scolaro, che potrebbe essere anche Alberto; la seconda introduce anche le opinioni di un Aliprando, giurista diverso da A. e di questo più giovane; la terza infine (per l'Anschütz il Lombarda-Commentar des Albertus), ancora posteriore, rispecchiante oltre alle opinioni di A. quelle di Alberto, sarebbe stata redatta da uno scolaro di quest'ultirno, forse l'Albacrucio che appare nel proemio storico sul popolo longobardo, anch'esso, come il testo della summa, ampliato rispetto all'analogo proemio che sta innanzi alla Summa secundum Ariprandum.
Nella Summa secundum A. sono epitomati, l'uno di seguito all'altro, i titoli (ma non tutti: del terzo libro, per es., solo I'VIII "de beneficiis") del fondamentale libro legale longobardo. All'esposizione del contenuto dei titoli si accompagnano, ispirate alla consuetudine e all'uso giudiziario, le opinioni di A., che sono costantemente introdotte dall'espressione "secundum Ariprandum", assai più valida, ai fini della paternità dell'opera, dell'"inscriptio" ("Legis Langobardorum Ariprandi comenta incipiunt") esistente in un solo dei due manoscritti di essa del sec. XII. Oltre alla Lombarda non sono citate nella summa altre fonti. In qualche luogo vi è un riflesso di dottrine romanistiche, ma senza rinvii espressi alle fonti romane (l'utilizzazione di queste si ha invece in misura maggiore, e anche con una espressa citazione del Digesto, nella Summa secundum Albertum).
Il Kantorowicz, pur negandone l'origine bolognese, pone la Summa secundum A. sotto l'influenza, dal solo punto di vista strutturale, delle prime summae dei Glossatori. La data dell'opera è da spostarsi, secondo lo stesso autore, dal principio alla metà del sec. XII. Non è accettabile il ragionamento di chi pone la Summa secundum A.in epoca anteriore al 1136 perché la "summula" al tit. VIII "de beneficiis" del libro III non contiene alcun riferimento alla costituzione di Lotario II che dichiarò fellonia l'alienazione del feudo. Non sempre infatti le "summae" aspiravano a sistemare tutte le norme che regolavano la materia argomento del titolo epitomato. Inoltre, a chi cerca di identificare A. con personaggi dell'epoca di Enrico IV o di Enrico V, il Kantorowicz autorevolmente oppone la testimonianza sicura dell'attività di un Ariprando piacentino interprete di quella parte dei Libri feudorum che corrisponde alla prima redazione (databile, sembra, al 1154) di Oberto Dall'Orte. Ed è noto come tra i longobardisti siano da ricercare a preferenza i cultori di diritto feudale. Non bolognese, la Summa secundum A.viene dunque messa in rapporto con Piacenza, patria dell'A. appena menzionato e sede anche molto probabile della sua attività di maestro.
Per il Besta, invece, il nome di A. è legato oltre che alla scuola longobardistica piacentina, anche e soprattutto a quella mantovana. Egli sarebbe il "mantuanus", ricco di seguaci, con cui polemizza il trattato De pugna diHugo Papiensis, già erroneamente attribuito a Ugo di Porta Ravennate. Ma il Kantorowicz preferisce vedere nel "mantuanus" il giurista Aliprando, diverso da A., del quale si ha, pubblicato dall'Anschiitz in appendice all'ope-ra attribuita ad A., una Summula de feudis et beneficiis secundum dominum Aliprandum, rielaborazione dell'analoga "summula" di A. al titolo "de beneficiis".
In molti manoscritti della Lombarda si trovano glosse di A., alcune coincidenti con svolgimenti compresi nella summa, altre con tema diverso. Estratti della Summa secundum A. furono inoltre compresi e fatti oggetto di polemica nei Contraria legis Langobardorum di Vaccella. Ciò è testimonianza della vasta notorietà conseguita da Ariprando. Di lui il Kantorowicz, occupandosi della letteratura longobardistica sul duello giudiziario, dà un giudizio sostanzialmente favorevole, come di un autore che fece compiere, in virtù di un certo spirito sistematico e di una conoscenza profonda dell'opera altrui, un passo avanti nella trattazione di quel particolare problema. Lo stesso Kantorowicz fissa peraltro la Summa secundum A., contro assimilazioni troppo spinte alla coeva letteratura bolognese, nell'ambito ben definito della scuola longobardistica del sec. XII, di cui mostra "il carattere... nello stile, nel metodo, nell'oggetto, nelle dottrine e nella forma dei rinvii...". Ma il genere summa va ricondotto senz'altro all'esempio bolognese.
Per ciò che riguarda, infine, la storiografia del popolo longobardo, il contributo di A. è irrilevante, il proemio, per così dire storico, alla summa essendo intessuto di elementi puramente favolosi.
Fonti e Bibl.: Monum. Germ. Hist., Scriptores rerum Langobard. et Italicarum saec. VI-IX, a cura di G. Waitz, Hannoverae 1878, pp. 591-596; A. Anschütz, Die Lombarda-Commentare des Ariprandus und Albertus. Ein Beitrag zur Geschichte des germanischen Rechts in zwölften Jahrhundert, Heidelberg 1855; Id., Ueber die historischen , Einleitungen der Lombarda-Commentare, in Archiv. der Gesellschaft für altere deutsche Geschichtskunde, XI (1858), pp. 228-247; H. Siegel, Die Lombarda-Commentare. Eine rechtsgeschichtliche Untersuchung, in Sitzungsberichte der philosophischhistorischen Classe der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften, XL(1862), pp. 164-176; K. Lehmann, Der sog. Kommentar des Ariprandus im Berliner Kodex, in Juristische Festgaben für R.v. Jhering... gewidmet von der Rostocker juristischen Fakultät, Stuttgart 1892, pp. 81-84; E. Besta, L'opera di Vaccella e la scuola giuridica di Mantova, in Riv. ital. per le scienze giuridiche, XXXIV(1902), pp. 216-219; Id., Fonti, in P. Del Giudice, Storia del diritto italiano, I, 2, Milano 1925, pp. 902 s.; R. Schröder-E. Frh. v. Künssberg, Lehrbuch der deutsschen Rechtsgeschichte, 7 ed., Berlin-Leipzig 1932, p. 268; H. Kantorowicz, Studies in the Glossators of the Roman Law, Cambridge 1938, p. 195; Id., De Pugna. La letteratura longobardistica sul duello giüdiziario, in Studi di storia e diritto in onore di E. Besta, II, Milano 1939, pp. 1-25.