ARIPERTO II, re dei Longodardi
Pronipote del precedente e duca di Torino, vantava dei diritti sul trono longobardo, dopo che, con l'uccisione del nonno, la discendenza di Ariperto I ne era stata bruscamente spogliata. Suo padre Raginperto riuscì con le armi ad occupare il trono, scacciando il re Liutperto, e A. fu associato al governo (700); poco dopo, morto il padre, fu re da solo. Gli storici lo dicono di carattere pacifico e conciliante, il che sarebbe dimostrato dal suo atteggiamento amichevole verso i vinti Romani e verso il papa, al quale restituì il patrimonio nelle Alpi Cozie; ma il fatto si può spiegare anche meglio con sole ragioni di opportunità politica, che il re doveva cercare nella lotta continua contro i duchi longobardi, che gli contrastavano il trono, e specialmente contro il deposto re Liutperto e contro Ansprando, difensore tenace dei diritti di lui. Liutperto, vinto in battaglia, fu ucciso; la stessa sorte subì Rotari, duca di Bergamo, che dava ombra al re, il quale, non potendo mettere le mani su Ansprando, rifugiatosi prima sul lago di Como, poi in Baviera, ne fece accecare il figlio maggiore e mutilare la moglie e la figlia. Ma Ansprando dopo 9 anni di esilio scese in Italia con truppe fornite dal duca di Baviera; Ariberto fu deposto (712) e morì affogato nel Ticino, durante un tentativo di fuga.
Bibl.: L. M. Hartmann, Geschichte Italiens im Mittelalter, II, i e ii, Gotha 1900-1902; G. Romano, Le dominazioni barbariche in Italia, Milano 1909; T. Hodgkin, Italy and her invaders, 2ª ed., VI, Oxford 1916.