ARIPERTO I, re dei Longobardi
Figlio di Gundoaldo, duca di Asti, era di origine bavarese e nipote della regina Teodolinda e, com'essa, fervente cattolico. La sua ascensione al trono longobardo (653), dopo l'assassinio del re Rodoaldo, figlio di Rotari, ariano, è un indice quindi della reazione cattolica contro l'arianesimo, la quale riesce a prevalere, lentamente, tra l'aristocrazia ducale dei Longobardi. Si spiega quindi come nei posteriori encomî poetici in lode dei re longobardi A. abbia il titolo di re "buono e pio" e gli si faccia merito, esagerando, di avere abolita l'eresia ariana; certo pare, almeno, che il vescovo della capitale, Pavia, abbandonasse l'arianesimo. Breve vittoria, tuttavia, ché con la morte di A. (661) e, poco dopo, con l'uccisione del figlio Godeperto e la fuga dell'altro, Perctarito, le vecchie tendenze ariane e disgregatrici riprendono sia pure ancora per poco il sopravvento.