Ario (Arrio)
Eretico (secolo IV); dopo esser stato scolaro di Luciano di Antiochia, come diacono e poi prete della chiesa alessandrina, vide con favore lo scisma rigorista di Melezio di Nicopoli; ma proprio dai meleziani, nel 318, venne denunciato al vescovo Alessandro di Alessandria come sostenitore di una teoria trinitaria che si distaccava dalle dottrine della Chiesa (v. ARIANESIMO).
In un sinodo africano tenuto nel 318-319 A., con due vescovi, Teona di Marmarica e Secondo di Tolemaide in Cirenaica e pochi altri fra preti e diaconi, fu condannato da Alessandro e da un centinaio di vescovi di Egitto e di Libia. Chiese allora l'appoggio del famoso, dottissimo Eusebio di Cesarea e dell'abile Eusebio di Nicomedia; così, grazie al loro aiuto, riuscì a ottenere che altri sinodi locali in Palestina e in Bitinia appoggiassero le sue idee e lo riabilitassero pienamente. Esplode allora un pauroso groviglio di contrasti teologici e personali, che obbligarono l'imperatore Costantino a convocare un concilio generale, che si tenne
Nicea dal 20 maggio all'autunno del 325 e che si concluse con la condanna di A. e delle sue dottrine. Non avendo voluto sottomettersi, A. e i due vescovi, Teona e Secondo, vennero esiliati; ma riuscirono ben presto a ritornare per le pressioni fatte da potenti amici, come Eusebio di Cesarea, sull'imperatore, che si contentò di una semplice adesione formale alle decisioni di Nicea (327). Condannato di nuovo nel 333, A. fu di nuovo riabilitato nel 335; ma morì poco dopo.
Instancabile nella diffusione delle sue idee, A. fu anche scrittore efficace - ma pochissimo, di lui, è giunto fino a noi - se una sua composizione in versi, di argomento teologico, era cantata anche fra il popolo.
D. nomina A. in Pd XIII 127, nel lungo discorso che gl'indirizza s. Tommaso nel quarto cielo; lo ricorda con Sabellio, come uno degli stolti, degli eretici, cioè, che alterarono il vero senso della Sacra Scrittura. È una citazione solo apparentemente frettolosa, ché il luogo e la persona che parla indicano con chiarezza l'importanza negativa che D. attribuiva all'insegnamento di Ario.
Bibl. - Oltre alle opere citate in bibl. alla voce Arianesimo, si vedano per le vicende della vita di A.: G. Bardy, Recherches sur s. Lucien d'Antioche, Parigi 1936, 220 ss.; E. Schwartz, Zur Geschichte des Athanasius, Berlino 1959; W. Schneemelcher, Zur Chronologie des arianischen Streites, in Theologische Literaturzeitung, LXXIX (1954) coll. 393-400. Sull'origine e la formazione delle idee ariane si vedano W. Felfer, When did the Arian controversy begin?, in " Journal of Theological Studies " XLVII (1946) 129-142, e XLVIII (1949) 187-191; T.E. Pollard, The Origins of Arianism, ibid., n.s., IX (1958) 103-111.