ARIBALLO (ἀρύβαλλος, da ἀρύω "attingo")
Vasetto per olî e profumi che si usava nei bagni e nelle palestre (Polluc., VII, 166, X, 638; Aristoph., Caval., v. 1090 s.). Gli archeologi sono giunti a identificare l'ariballo attraverso la descrizione di Ateneo (XI, p. 783 s.), che lo rassomiglia a una borsa con l'imboccatura chiusa e che risponde in tutto ai vasetti raffigurati nelle rappresentazioni vascolari attiche con scene di bagni o di palestra. La forma più comune era quella globulare, per quanto fosse diffusissimo anche il tipo ovoidale. Aveva un collo strettissimo, perché il liquido potesse colare lentamente, e labbro piatto e largo che si strofinava sulla pelle per umettarla. Portava una sola ansa verticale ed era tenuto sospeso con una coreggia o un filo. Con tutta probabilità la forma derivò da quella della brocchetta a staffa cretese-micenea; nelle necropoli tarde sub-micenee si sono ritrovati infatti dei vasetti quasi globulari e con una sola ansa. L'ariballo fu assai diffuso in tutto il mondo greco sino dal sec. IX a. C., sia come prodotto di fabbricazione locale, sia come oggetto d'importazione dalla costa corinzia, dove nei periodi geometrico ed orientalizzante (IX-VII sec. a. C.) esistevano importanti fabbriche di ceramiche. In questi primi prodotti domina uno stile miniaturistico, che si svolge dapprima in semplici schermi lineari, resi con una vernice bruno-scura sul fondo giallo-chiaro dell'argilla, e poi con motivi tratti dal mondo vegetale e animale e derivati dalle arti orientali: l'ariballo che si trova ora al Vaticano, Museo Gregoriano etrusco, è appunto un esemplare molto pregevole di questa classe. La figura umana vi compare solo nel sec. VII a. C. e generalmente in scene di battaglia o di caccia. In questo secolo appariscono anche le iscrizioni che designano il ceramista o la persona cui il vaso era dedicato. In età classica l'ariballo non è più così diffuso nella sua forma globulare originaria. Subentra al suo posto una forma di lecito (v.), la quale, per il suo corpo tondeggiante, che la fa rassomigliare all'ariballo, è detta ariballica. L'ariballo aveva talora una decorazione plastica. Uno dei più antichi e dei più belli esemplari di questo tipo è l'ariballo Macmillan (a Londra, nel British Museum), la cui bocca è foggiata a testa di leone.
Bibl.: Daremberg e Saglio, Dict. des antiq. grecques et rom., I, Parigi 1877, p. 153; H. B. Walters, Hist. of ancient pottery, I, Londra 1905; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, Monaco 1923.