ARIANO di Puglia (A. T., 27-28-29)
lmportante comune della provincia di Avellino (già capoluogo di circondario). Con l'aggiunta al nome rivela, come parecchi altri abitati di quella parte dell'altipiano irpino, più che incertezza nella toponomastica dell'odierna Campania, una persistente tradizione storica ed etnografica in pieno contrasto con le divisioni geografiche ufficiali. Nel Medioevo fu circondato di mura, ora in rovina. Adesso la città è notevolmente più estesa: ha due giardini pubblici, buone strade, belle piazze. Ha una popolazione di 21.378 ab. (presenti 20.474), con notevole aumento tra il penultimo e l'ultimo censimento (nel 1911, ab. 17.625), nonostante l'emigrazione (che solo nel 1920 fu di 382 ab.). La mortalità è scarsa (nel triennio 1922-24, in media, su 728 nati vivi solamente 306 morti). Il territorio del comune è assai esteso (ettari 18.230), fertile e in massima parte produttivo (ettari 18.022): dà cereali, vino, olio, legumi, canapa e lino; e ha sorgenti di buone acque minerali. Vi si contano ben 10 frazioni. Nel capoluogo hanno discreto sviluppo alcune industrie locali, e tra queste la fabbricazione dei tessuti di tela, dell'alcool, delle paste alimentari. Degni d'esser visti sono il castello, ricco di memorie medievali, e la cattedrale, assai danneggiata dal terremoto del 1732 e ricostruita nel secolo scorso.
Storia. - Gli antichi storici l'identificarono con Aequum Tuticum di cui parla Cicerone (ad Att., VI, 1) e, come per molte altre città della Daunia, ne attribuirono la fondazione a Diomede, dopo la distruzione di Troia. Alcuni vogliono riconoscerne il sito nella località di S. Eleuterio, a 8 km. dall'attuale città, dove furono trovate iscrizioni arcaiche: è certo che appartenne assai tardi al territorio di Benevento (Mommsen) di cui segnava il confine. Per la sua posizione strategica, presso la via Appia Traiana, dominante gli sbocchi del Sannio e della Puglia, divenne ben presto importantissima colonia romana, ove fu dedicato un tempio a Giano (Ara Iani). Nel 608 papa Vitaliano, e nel sec. X Giovanni XIII affidarono al vescovo di Benevento l'amministrazione di tutta quella regione sino al di là del Fortore. Ogni altra tradizione di tempi apostolici è da scartare, come pure le tardive leggende intorno a S. Liberatore, vescovo di quella città. I Longobardi ne fecero una contea e i Benedettini di S. Sofia di Benevento non mancarono di diffondervi il loro istituto, accogliendo numerose donazioni prediali. I tentativi di conquista bizantina e l'anarchia politica di questo periodo favorirono particolarmente in quella zona lo sviluppo della feudalità monastica da parte dei Latini, onde il rinsaldarsi della liturgia romana, mentre nel latifondo sorge la villa, tributaria all'abate. Se non che su Ariano arresasi ai Greci nel 1024, si appuntarono poi le pretese dei Normanni, finalmente compiute sotto Ruggero II, il quale, conquistata Melfi, riuscì ad espugnare Ariano, promulgandovi le Assise (1140). Nuovamente assediata da Enrico VI, ligia a Federigo II, cui giurò fedeltà nel parlamento di Foggia, la città accolse poi le truppe che Innocenzo IV aveva inviate contro Manfredi, onde fu preda dei Saraceni. Carlo I d'Angiò, dopo aver costruito la cattedrale, donò la città riedificata a Enrico di Vaudémont, da cui passò ad Ermengauro di Sabran, i cui discendenti vi rimasero sino al 1413: successero i Guevara, de Rohan, Carafa, Sforza, Gonzaga, Loffredo, dai quali ultimi l'università si prosciolse pagando 75.000 ducati (1585). Al tempo della rivoluzione masanielliana sostenne nuovo assedio da parte delle truppe napoletane e ancora altra sconfitta subì nel 1738 dalle truppe regie. L'ordinamento amministrativo del sec. XV si mantenne in quell'università sino all'epoca moderna. Decisiva fu la spedizione arianese nel movimento delle provincie napoletane per l'unità dell'Italia.
Bibl.: Barberiis, Catalogus Episcoporum Ariani, ecc., Napoli 1635; C. Rossi, Capitolari, ovvero statuti del R. Capitolo della Cattedrale di A., Benevento 1737; A. Potenza, Memorie di S. Ottone eremita, protettore... di A., Roma 1780; T. Vitale, Storia Naturale, civile ed eccl. della città e dioc. di A., Roma 1787; id., Memorie istor. degli uomini illustri della R. città di A., Roma 1788; id., Storia della città di A. e sua diocesi, Roma 1794; G. Grasso, Studi di storia antica e di topografia storica, Ariano 1894-96; id., Storia di Æquum Tuticum e pretesa antichità di A., Napoli 1898; N. Flammia, Storia di A., Ariano 1908; G. Grasso, Il Castello di A., Ariano 1900.