ARHAT
. Vocabolo sanscrito significante propriamente "rispettabile, degno di venerazione". Con esso il Buddismo (v.) designa chi ha raggiunto il quarto grado della perfezione, si trova nel più alto rango della gerarchia ed è pervenuto alla sua ultima esistenza per essersi con i suoi meriti sciolto da ogni legame terreno e affrancato dalla trasmigrazione: in una parola il "santo", colui "che ha diritto alla venerazione dei fedeli". Dal Nirvana (v.) "che già in vita pregusta", non lo divide che la morte. I suoi poteri, pur sulla terra, sono soprannaturali. Nel Jainismo (v.), col termine Arhat si designano i 24 santi supremi o Jina. che hanno raggiunto l'onniscienza e, ormai privi di ogni vincolo di passione, vengono onorati e venerati da tutto l'universo.