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Argonauti

di Giorgio Padoan - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Argonauti

Giorgio Padoan

. Eroi della mitologia greca. Pelia, re di Giolco, ordinò al nipote Giasone di conquistare il vello d'oro che Frisso (v. ATAMANTE) aveva lasciato nella Colchide, nel Ponto Eussino (probabilmente l'odierna Crimea). L'impresa pareva impossibile e per la lontananza della Colchide e per i pericoli che occorreva superare per portar via quel vello.

Giasone accettò di compiere l'impresa e, riunita una schiera di valenti eroi greci (tra cui Meleagro, Anfiarao, Orfeo, Zete, Calai, Teseo, Tideo, Castore, Polluce), fece costruire una nave da Argo (il mastro Argus [v.], di Fiore VIII 1-4); da questi sarebbe derivato il nome alla nave (ma propriamente ἀργὁς significa " veloce ") e quindi agli eroi. Argo fu la prima nave che solcò i mari (cfr. Ovid. Met. VI 721). Salpati dal golfo Pagaso, gli eroi fecero tappa all'isola di Lemno, e, dopo un soggiorno durato vari mesi, ripartirono per l'Arcadia, dove furono ospiti del re Fineo, che liberarono dalle Arpie; di qui si spinsero poi fino alla Colchide. Giasone con l'aiuto di Medea, figlia di re Eete, riuscì a superare le durissime prove da questi richieste (tra l'altro, dovette aggiogare due tori dalle corna di ferro, dagli zoccoli di bronzo e dalle narici spiranti fuoco costringendoli a spingere l'aratro, e seminare denti di drago da cui nascevano uomini armati), e si appropriò del vello ritornando quindi in Grecia. Il mito è tra i più famosi dell'antichità, e ispirò vari poemi, greci e latini.

D. conobbe tale impresa soprattutto per la particolareggiata narrazione di Ovidio (Met. VII 1-158); mentre non lesse certamente gli allora quasi inaccessibili Argonautica di Valerio Flacco (peraltro noti a Lovato e alla sua cerchia: cfr. Gu. Billanovich, " Vetera vestigia vatum " nei carmi dei preumanisti padovani, in " Italia medioevale e umanistica " I [1958] 178). Gli A. sono ricordati con accenti di ammirazione due volte, entrambe nella terza cantica. In Pd II 16-18 la meraviglia dei lettori viene paragonata, per difetto, a quella che colse Que' glorïosi che passaro al Colco quando videro il loro condottiero intento in lavori contadineschi (cfr. Met. VII 118-121, dove peraltro colpiti da stupore sono propriamente i Colchi, non gli A.: " pondus grave cogit aratri / ducere et insuetum ferro proscindere campum. / Mirantur Colchi; Minyae clamoribus augent / adiciuntque animos "; ma è l'unica volta che nel poema latino compare il nome di quel popolo, ed è tutt'altro che improbabile che D. abbia quindi frainteso). Il significato del paragone è controverso; già gli antichi commentatori oscillano tra due diverse interpretazioni del rapporto qui stabilito: se tra l'impresa di D. e quella di Giasone, entrambe meravigliose (ma la prima ancor più), o se tra il tentativo di D. di innalzarsi affrontando questioni teologiche tanto profonde e complesse e l'abbassarsi di Giasone in un lavoro tanto umile. I termini della straordinaria impresa di Giasone (che ara un campo, ma con quei tori, e semina, ma denti di drago da cui sorgono uomini armati) sembrano rendere assai poco probabile la seconda spiegazione; pare piuttosto che il paragone dantesco intenda sottolineare l'eccezionalità delle due imprese nonostante gli strumenti umili adoperati (l'aratro da Giasone, il volgare da Dante). L'altro paragone (in cui si innesta una delle più belle immagini dell'intero poema: la 'mpresa / che fé Nettuno ammirar l'ombra d'Argo, dove è mirabilmente suggerito lo stupore del dio del mare allorché vide per la prima volta sopra i flutti avanzare l'ombra di una nave) ricorre nell'ultimo canto (vv. 94-96). La terzina dichiara che un attimo solo trascorso dalla visione beatifica è causa di maggiore oblio per la mente umana di D. che non siano stati venticinque secoli per l'impresa degli A. (fissata appunto dai cronografi medievali nel 1223 a.C.). Implicitamente il poeta recrimina dunque il ricordo sbiadito e lontano che gli uomini conservano di quella straordinaria avventura, di cui egli sente tutta la grandezza.

Bibl. - E. R. Curtius, Das Schif f der Argonauten, in Kritische Essays fiir europäìsche Literatur, Berna 1950, 398-428 (trad. it. in Letteratura europea, Bologna 1963, 470-494); L. Portier, Les Argonautes dantesques, in " Revue des Etudes italiennes " XI (1965) 381-392.

Vedi anche
Giasone (gr. ᾿Ιάσων) Mitico eroe greco, figlio di Esone re di Iolco e di Polifeme (o Polimede o Alcimede), il capo della spedizione degli Argonauti. Secondo la versione più comune della leggenda, il padre, quando fu spodestato dal fratellastro Pelia per salvare Giasone lo mandò presso il centauro Chirone, dal ... Medea (gr. Μήδεια) mitologia Mitica figlia di Eeta, re della Colchide, e della Oceanide Idyia o della dea Ecate. Grazie alle arti magiche di Medea, che si era innamorata di lui, Giasone superò le prove impostegli da Eeta e conquistò il vello d’oro. Medea fuggì poi con gli Argonauti, procurando la morte ... Eeta (gr. Αἰήτης) Mitico figlio di Elio (il Sole) e dell’Oceanide Perse, re di Ea nella Colchide. È con Circe, Pasife e Fetonte una delle principali figure della discendenza diretta di Elio; sposo dell’Oceanide Idyia («la saggia»), ebbe da lei Calciope, Medea, Absirto. Occupa un posto di primo piano nel ... Valèrio Flacco Valèrio Flacco (lat. C. Valerius Flaccus Setinus Balbus). - Poeta latino (n. forse Sezze - m. tra l'89 e il 92 d. C.). Della sua vita si sa pochissimo; fu quindecemvir. Di lui rimane un poema epico, Argonautica, in 8 libri (l'8º è interrotto), sulla spedizione degli Argonauti nella Colchide per la conquista ...
Tag
  • ISOLA DI LEMNO
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  • GIASONE
  • ARCADIA
Altri risultati per Argonauti
  • Argonauti
    Enciclopedia on line
    Nome degli eroi che, imbarcati sulla nave Argo, parteciparono al seguito di Giasone al viaggio dalla Grecia alla Colchide, sulle estreme rive del Mar Nero, per la conquista del vello d’oro. Giasone fu spinto alla pericolosa impresa da Pelia – usurpatore del trono di Esone, padre di Giasone, a Iolco ...
  • Argonauti
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Massimo Di Marco I conquistatori del mitico vello d'oro L'impresa degli Argonauti è una delle più affascinanti del mito greco. Il tema del viaggio sulla nave Argo e dell'avventura in tanti luoghi misteriosi si intreccia con quello della storia d'amore tra Giasone e Medea: dei ed eroi, ma anche una ...
  • ARGONAUTI
    Enciclopedia Italiana (1929)
    La narrazione più ampia e più completa che la letteratura greca ci abbia conservata della spedizione degli Argonauti è quella contenuta nel poema in quattro libri di Apollonio Rodio, Le Argonautiche. Pelia, usurpatore del trono di Esone, padre di Giasone, riceve dall'oracolo un responso che gli toglie ...
Vocabolario
argonàuta
argonauta argonàuta s. m. [dal lat. Argonauta, gr. ᾿Αργοναύτης, comp. di ᾿Αργώ, la nave Argo, e ναύτης «navigante»] (pl. -i). – 1. Nome con cui furono chiamati (dalla loro nave Argo) gli eroi leggendarî che al seguito di Giasone parteciparono...
àrgon
argon àrgon (o argo) s. m. [nome attribuito dallo scopritore, sir W. Ramsay (1894), dal gr. ἀργόν, neutro di ἀργός «inattivo», comp. di ἀ- priv. e tema di ἔργον «opera, attività»]. – Elemento chimico di simbolo Ar, numero atomico 18, peso...
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