ONTOLOGICO, ARGOMENTO
. Il più celebre fra gli argomenti recati per dimostrare a priori l'esistenza di Dio. La sua prima formulazione s'incontra in S. Anselmo d'Aosta. Anche chi nega l'esistenza di Dio, dice S. Anselmo nel Proslogion, ammette che Dio sia l'ente del quale non è dato pensare ente maggiore (id quo maius cogitari nequit). Ma di conseguenza si deve ammettere anche la sua esistenza, perché altrimenti si potrebbe pensare un ente che, oltre agli attributi riconosciuti proprî di Dio, possedesse anche quello dell'esistenza, e quindi fosse maggiore di lui.
Contro questa dimostrazione il monaco Gaunilone (nel Liber pro insipiente, in difesa cioè del biblico insipiens che dixit in corde suo: non est Deus) obiettò che allo stesso modo, posto il concetto di un'isola di cui non si fosse potuta pensare la più perfetta, si sarebbe dovuta concludere la sua esistenza in mezzo al mare. Anselmo replicò (nel Liber apologeticus adversus respondentem pro insipiente) che non si trattava dell'essere contingente dell'isola ma dell'essere necessario di Dio, e in questa forma modificata, della deduzione dell'esistenza dalla necessità ideale, l'argomento ontologico (che partiva, cioè, dalla pura "essenza" o "entità" di Dio) passò in Cartesio, in Spinoza (che dell'implicazione dell'esistenza nell'essenza fece addirittura il fondamento del suo sistema, considerandola come proprietà basilare della substantia in quanto causa sui) e in Leibniz. Kant invece lo combatté (riprendendo nella sostanza il motivo di Gaunilone) con la sua classica dimostrazione della tesi che l'essere dell'esistenza, significando soltanto la realtà estrasoggettiva del materiale dell'esperienza sensibile, non era "nota di concetto", l'idea di cento talleri reali non contenendo assolutamente nulla di più dell'idea di cento talleri possibili. Ma ciò, se metteva in chiaro la vuotezza logica del concetto del puro essere, offriva tuttavia ancora il fianco all'obiezione, rinnovata dal Hegel, che qui non si trattava di realtà empirica ma proprio di quell'unica realtà assoluta che andava pensata appunto come sintesi necessaria di pensabilità ed esistenza. L'argomento ontologico rimaneva di fatto inattaccabile finché non fosse stata criticata, dall'idealismo soggettivistico, la possibilità di presupporre un'assolutezza, perfezione e necessità soltanto oggettiva.
S. Tommaso non attribuì all'argomento anselmiano a priori valore probativo, e usò soltanto argomenti a posteriori per provare l'esistenza di Dio. Scoto invece l'adoperò, ma "colorato"! Gli scolastici moderni, generalmente, tengono con S. Tommaso che l'argomento non provi, perché si fonda su un illegittimo passaggio dall'ordine ideale all'ordine reale.
Bibl.: M. Esser, Der ont. Gottesbeweis u. seine Gesch., 1905; J. Bohatec, Zur neuesten Gesch. d. ont. Gottesbeweises, Lipsia 1906; A. Daniels, Quellenbeiträge u. Unters. z. Gesch. d. Gottesbeweise im 13. Jahr., Münster 1909; F. Sawicki, Die Gottesbeweise, Paderborn 1926. V. pure: anselmo d'aosta; gaunilone.