ARGIRIZZO (Argiro) di Giovannacio
Nobile barese del sec. XI, sebbene godesse della dignità di imperiale protospatario, fu capo del partito normannofilo in rivalità con il concittadino Bisanzio, principale esponente della fazione favorevole all'impero d'Oriente.
Durante l'assedio di Bari da parte di Roberto il Guiscardo (1069-1071) ebbe intese con l'assediante, ordì o quanto meno non contrastò l'azione dei suoi partigiani, da cui scaturì l'assassinio di Bisanzio (18 luglio 1070), e forse non fu estraneo all'inganno che determinò la sconfitta navale dei Greci da parte della flotta del conte Ruggero. Il suo intervento valse a rendere assai miti le condizioni imposte a Bari dal Guiscardo dopo l'espugnazione della città (16 apr. 1071).
Quando però le città pugliesi iniziarono la rivolta contro i Normanni, A. spinse i Baresi ad allearsi con i ribelli (3 febbr. 1079). Domata l'insurrezione, fu costretto a riparare in Serbia, presso il re Michele, al cui figlio Bodino dette in moglie la propria figlia Giaquinta (1081). Si ignora la data della morte.
Fonti e Bibl.: De rebus gestis Rogerii comitis et Roberti Guiscardi ducis fratris eius, auctore Gaufrido Malaterra, in Rerum Italic. Script., 2 ediz., V 1, a cura di E. Pontieri, pp. 50s.(cfr. ivi l'Indicazione di altre fonti); G. Petroni, Della storia di Bari dagli antichi tempi sino all'anno 1856, I, Napoli 1857, pp. 179-90; J. Gay, L'Italie méridionale et l'empire byzantin..., Paris 1904, pp. 537 s., 568; F. Carabellese, L'Apulia ed il suo comune nell'alto medioevo, Bari 1905, pp. 257-60, 304 nota 1; F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, I, Paris 1907, pp. 187-90, 254-56; F. Babudri, Di una singolare iscrizione greca nella Cattedrale di Bari, in Iapigia, VII (1936), p. 133; F. Nitti, La ripresa gregoriana di Bari (1087-1105), Trani 1942, pp. 105 nota 2, 107.