ARGENS, Jean-Baptiste de Boyer, marchese d'
Filosofo e letterato francese, nato ad Aix di Provenza il 24 giugno 1704 e morto nel castello de la Garde presso Tolone l'11 gennaio 1771. Curioso d'ogni sapere e innamorato d'ogni bellezza, nonostante le dissipazioni e le avventure in cui trascorse la gioventù, non abbandonò mai lo studio delle scienze e delle arti. Tentò invano la carriera diplomatica e l'avvocatura. Dopo aver rinunciato definitivamente alla vita militare per una caduta da cavallo, tentò anche la pittura: infine si volse alle lettere, e per poter dare più libero sfogo alle sue idee, scettico e spregiudicato com'era e imbevuto di enciclopedismo, si trasferì in Olanda, all'Aia, dove pubblicò romanzi e memorie storiche (Le Mentor cavalier, 1736; Mémoires de la comtesse de Miral, 1736; Memoires de M.lle Mainville, 1736; Mémoires du comte de Vaxère, 1737; Mémoires historiques et secrets des amours des rois de France, 1739, ecc.). Nel 1738 iniziò la serie dei 18 voll. delle Lettres juives, chinoises, cabalistiques, a cui s'accompagnarono nel '43 le Réflexions historiques et critiques sur le goût, nel 1744 i Mémoires secrets de la république des lettres, e nel 1746 La philosophie du bon sens: opere che vennero più tardi raccolte nei 24 voll. delle Œuvres (1768), e che gli valsero, fin d'allora, il favore del principe Federico di Prussia. Diventato re il suo augusto ammiratore, l'A. si decise ad accogliere l'invito di recarsi a Potsdam, quale ciambellano e direttore dell'Accademia di belle arti. Godette per lunghi anni la protezione del sovrano (cfr. Correspondance entre Frédéric II et le marquis d'Argens, Parigi 1799), e attese a studî varî d'arte e di filosofia (Réflexions critiques sur les différentes écoles de peinture, 1752; Défense du paganisme, 1764; Les discours de l'Empereur Julien sur le christianisme (trad.), 1768, ecc.). Infine, caduto in disgrazia nel 1769, specialmente perché aveva tardato a riprendere le sue funzioni dopo una lunga assenza per malattia, si ritrasse nel suo castello a Éguilles, e vi condusse, in solitudine, vita ritirata fino alla morte. Soleva dire che i suoi dogmi dipendevano dal mutar delle stagioni, e fu, nel suo scetticismo e nella varietà dei suoi interessi, una delle figure rappresentative del suo secolo.
Bibl.: I Mémoires du marquis d'Argens (2ª ed., Parigi 1807), hanno carattere romanzesco. Cfr. invece Chr. Bartholmess, Histoire philosophique de l'Académie de Prusse, Parigi 1851; F. Damiron, Essais sur l'histoire de la philosophie en France au XVIII siècle, Parigi 1856; A. Sayoux, Le dix-huitième siècle à l'étranger, Parigi 1853; G. Casanova, Mémoires, Parigi 1887, VI; Bacon Guillebert, Un buste du philosophe marquis d'Argens, in Réunions de la Société des Beaux-Arts, 1908.