AREVACI
. Una delle quattro tribù dei Celtiberi presso Polibio; delle quali i Lusoni, Belli e Titti sono chiamati citeriori e abitano le valli dei Jalón e Jiloca, e gli Arevaci, che avevano sotto la loro clientela i Pelendoni, formano le tribù ulteriori, abitando in generale l'attuale provincia di Soria, cioè l'alto Duero coi territorî limitrofi delle montagne marginali dell'altipiano centrale spagnolo nella regione del Moncayo e di Urbion che sono i loro confini settentrionali. Nel S. si estendono fino alla Sierra Pela nello spartiacque delle valli del Duero e del Tago. Ad oriente la frontiera è lo spartiacque fra il Duero ed il Jalón; ad occidente, senza frontiera naturale, sono limitrofi dei Vaccei, possedendo ancora la città di Clunia (Coruña del Conde). Nel N. il territorio arevaco oltrepassa i confini naturali arrivando fino a Augustobriga ed Ágreda. Nel SO. si estendono fino a Segontia (Sigüenza) nella valle del Jalón.
La capitale degli Arevaci è Numanzia; altre città sono Aregrada (Ágreda), Augustobriga (Muro de Ágreda, fondazione di Augusto sulla via verso l'Ebro), Visontium (Vinuesa?), Savia (Soria?), Contrebia Leucada, Uxama (presso Osma), Clunia (Coruña del Conde), Veluka, Confluentes, Serguntia, Termantia (Tiermes), Segontia (Sigüenza) e altre di situazione incerta.
Gli Arevaci sono gli eroi dell'ultima guerra celtiberica che dal 153 al 133 fino alla distruzione di Numanzia per opera di Scipione Emiliano riuscì a tener fronte alle armi romane e ad unire tutti i popoli celtiberi, anche i Belli e Titti citeriori. Nel tempo della guerra numantina non si parla della tribù dei Pelendoni, alla quale le fonti letterarie posteriori attribuiscono oltre Visontium, Savia ed Augustobriga la stessa Numanzia, ma sono nominati come partecipi alla guerra di Sertorio e nella statistica provinciale augustea. Lo Schulten crede che originariamente fossero una piccola tribù cliente degli Arevaci, fatta autonoma dai Romani dopo la guerra celtiberica. Gli Arevaci sono considerati come celtiberi e il loro problema etnico dipende dalla soluzione che si creda plausibile per i Celtiberi. Elementi celtici sembrano doversi riconoscere nel popolo arevaco, come dimostrano i generali numantini con nome celtico, e lo stesso nome del popolo, che Kuno Meyer crede celtico formato con il prefisso are- in modo da equivalere a vaci (cioè probabilmente Vaccei) orientali, e altri nomi di città: Segontia, Clunia, Qutia, Visontium, Contrebia Leuka, ecc. Si potrebbe credere che gli Arevaci ed i Vaccei, loro vicini ad O. nella valle del Duero, fossero originariamente lo stesso popolo e che questo contenesse in abbondanza elementi celtici.
L'archeologia degli Arevaci è conosciuta soprattutto per Numanzia e per resti di villaggi con le stessa ceramica numantina dei secoli III-II. Da Termantia, Uxama ed altre città degli Arevaci sono conosciuti soprattutto resti romani. Che le necropoli posthallstattiane anteriori alla civiltà numantina e procedenti dalla civiltà hallstattiana introdotta nella Spagna centrale dai Celti nel VI secolo e continuata fino al III secolo siano anch'esse arevache, può darsi ma non è sicuro.
Bibl.: A. Schulten, Numantia, Monaco 1914, I, pp. 122-134; K. Meyer, Zur keltischen Wortkunde. IX. Gall. are-, in Ortsnamen (Sitzungsber. der k. preuss. Akad. der Wissensch., Berlino 1919, pp. 374-377); A. Schulten, Termantia, eine Stadt der keltiberer, in Neue Jahrbücher für klass. Philol., 1911; B. Taracena, Excavaciones en diversos lugares de la prov. de Soria, in Mem. de la Junta Sup. de Excavaciones y antigüedades, n. 75, 1924-25; v. numanzia.