ARES (῎Αρης)
Dio greco della guerra e delle stragi sanguinose, originario della Tracia.
Siede nell'Olimpo assieme agli altri dei ed è compagno, amante e sposo di Afrodite. Più volte ricordato nel ciclo omerico, A. combatte poi contro Eracle a favore del figlio Kyknos; partecipa anche alla gigantomachia con gli altri dei. In generale A. non ebbe però l'importanza e la diffusione iconografica delle altre divinità greche (v. anche Marte).
Era raffigurato sullo scudo di Achille (Il., xviii, 516) mentre, assieme ad Atena, precedeva dei guerrieri nell'assalto di una città. Sull'Arca di Cipselo (VII sec.) era rappresentato, completamente armato, nell'atto di condurre Afrodite (Paus., v, 18, 5). Statue e idoli molto arcaici di A. sono ricordati da Pausania nel doppio tempio fra Argo e Mantinea (ii, 25, a), presso Terapne in Laconia (iii, 19, 7) e nell'agorà di Tegea (viii, 48, 4). Una statua arcaica di A. Enyàlios incatenato era a Sparta (Paus., iii, 15, 7). A epoca imprecisata, ma senza dubbio più recente, vanno assegnate le statue, ricordate da Pausania, a Hermione (ii, 35, 10) e a Patrai nell'Acaia (vii, 21, 10). Su un'anfora di Nasso, del VII sec. a. C., A. è raffigurato sul carro assieme ad Afrodite, la quale ha il capo coperto dal manto: A. indossa una leggera armatura: la testa, purtroppo, manca. Nel VI sec. a. C., ricordiamo anzitutto una bellissima kölix attica a figure nere arcaica del British Museum: davanti a Zeus e Hera in trono stanno, in piedi, gli altri dei; A. occupa, come di consueto, l'ultimo posto: il dio ha il capo coperto dell'elmo corinzio, indossa un corto chitonisco e, particolare strano, ha piccole ali alle caviglie, come Hermes. Troviamo poi A. due volte raffigurato sul vaso François; anzitutto, nel corteo degli dèi, sul carro assieme ad Afrodite; in secondo luogo, nel concilio degli dèi che attendono Efesto: A. è qui seduto, barbato, con elmo corinzio ad alto lòphos, completamente armato di scudo, lancia e schinieri. È questa la tipologia più severa di A., che resterà canonica sino alla fine del secolo. Nei celebri bronzi a rilievo di Castel S. Mariano, a Perugia, della metà del VI sec. a. C., A. e Kyknos, completamente armati e strettamente affiancati, si scagliano contro Eracle.
Nel frontone del Tesoro dei Megaresi a Olimpia, dove è scolpita la gigantomachia, A., la cui figura è molto rovinata, appare tutto armato e inginocchiato nell'atto di colpire con la lancia un gigante abbattuto. Nell'interno del Tesoro dei Megaresi, Pausania (vi, 19, 12) vide un gruppo in legno di cedro e oro raffigurante la lotta fra Eracle e Achebo: vi era raffigurato anche A. che accorreva in aiuto di Achebo. Nel celebre fregio del Tesoro dei Sifni, a Delfi, A. è raffigurato due volte secondo la consueta tipologia, modificata da alcune note stilistiche di derivazione ionica. Nel fregio E il dio siede, ultimo fra gli dei, distinguendosi per il suo grande scudo e per i capelli a treccioline. Nel fregio N, A. lotta contro i giganti. Numerosissimi i vasi a figure nere con la lotta fra Eracle e Kyknos mentre A. accorre in aiuto del figlio (vedine l'elenco in Ann. Inst., iv, 188o, p. 8o ss.). Fra i più notevoli ricordiamo un cratere di Nikosthenes, con A. che lotta con Atena mentre Eracle insegue Kyknos, e l'oinochòe firmata da Cholchos a Berlino: in quest'ultima, A. lotta contro Eracle ed è raffigurato con indosso armatura e veste splendidamente decorate. Altre volte A. assiste all'ingresso di Eracle nell'Olimpo come, ad es., in una lèkythos di Berlino, nella quale A. ha il mantello ed è visto di 3/4 di spalle, o come in un'anfora di Orvieto attribuita a Exekias, nella quale il dio ha una tipologia analoga a quella del vaso François. Sempre nella ceramica a figure nere, A. assiste con gli altri dei alla nascita di Atena (anfore di Berlino, Monaco, Louvre, Vaticano, Boston, Londra) o alla lotta fra Eracle e il leone Nemeo, seduto fra gli altri dèi. A. prende inoltre parte alla gigantomachia, sia a piedi sia sul carro. Infine A. partecipa alle adunanze degli dèi, sia in piedi sia seduto, come nel bel frammento dell'acropoli di Atene.
Con la ceramica a figure rosse di stile severo, A. comincia ad assumere un aspetto meno bellicoso: l'antica tipologia si conserva, attenuata, nelle scene di gigantomachia, ad es. nella kölix di Brygos del Cabinet des Médailles della Bibliothèque Nat. di Parigi o in quelle con Eracle e Kyknos. Ma, per lo più, A. è ora raffigurato in placide riunioni con gli altri dèi (anfora di Andokides a Madrid, kölix di Brygos a Londra); nella celebre kölix di Oltos a Tarquinia A. veste ormai il chitone e lo himàtion e tiene in grembo l'elmo e la lancia, mentre nella kölix di Sosias a Berlino A. ha ormai aspetto giovanile, senza più barba: il dio, probabilmente seminudo, siede vicino ad Afrodite appoggiandosi alla lancia. Anche sui pìnakes di Locri abbiamo la raffigurazione di A. in armatura di oplita, ricevuto dalla coppia divina Hades-Persefone. Per il periodo dello stile severo non ci sono conservate raffigurazioni statuarie di A., non potendosi considerare tale il giovane guerriero già della Collezione Somzée. Lasciando anche da parte la dubbia interpretazione come A. del cosiddetto Santippo di Copenaghen, veniamo a Fidia che, nel fregio E del Partenone, raffigura A. seduto fra gli dèi secondo la tipologia giovanile già riscontrata nella kölix di Sosias. Il dio non è più il tetro guerriero del periodo precedente, ma un giovane senza barba, con la chioma corta, il torso nudo e le gambe avvolte nello himàtion: la gamba destra è sollevata e il dio ne cinge il ginocchio con ambo le mani, in atteggiamento rilassato e familiare. La prima statua vera e propria di A. a noi giunta è quella dell'A. cosiddetto Borghese generalmente identificato con l'A. eseguito da Alkamenes per il tempio dell'agorà di Atene. Il dio è giovanile, senza barba, nudo stante sulla gamba sinistra e con la gamba destra spostata in avanti; si appoggia alla lancia e ha in testa l'elmo attico da cui sfuggono ciocche di capelli; lo sguardo è abbassato e lievemente malinconico; è questa una concezione più umana e spirituale di A., che sarà ormai canonica alla grande scultura e pittura; a un originale di tradizione policletea risale forse una copia romana di marmo, trovata recentemente a Villa Adriana e raffigurante A. nudo con elmo corinzio e appoggiato allo scudo. Ricordiamo anche che Kolotes, scolaro di Fidia, aveva raffigurato A. assieme ad Agone su uno dei lati di una tràpeza in oro e avorio che era nello Heròion di Olimpia (Paus., v, 20, 2). Viceversa nella produzione minore degli ultimi decenni del V sec., A. appare ancora barbato, severo e bellicoso. Nella kölix di Aristophanes a Berlino, il dio, nudo e barbato, affronta i giganti e una scena analoga abbiamo su un vaso di Tanagra; anche nell'anfora di Milo del Pittore di Talos A. partecipa alla gigantomachia, ma questa volta sul carro, assieme ad Afrodite, e con veste riccamente ornata. Due rare rappresentazioni di A. le abbiamo in un rilievo del Museo Archeologico di Venezia e in una kölix del Pittore di Kodros. Nel primo A., vestito di breve chitone e himàtion, barbato e con elmo, compie una libagione con una patera sopra un altare, avendo deposto a terra lo scudo; di fronte a lui è Afrodite con una oinochòe; nella kölix, A., barbato, con il torso nudo e impugnando la lancia, partecipa al convito degli dèi sdraiato su una klìne, mentre Afrodite gli porge una coppa. Al principio del IV sec. a. C. ricordiamo il vaso policromo di S. Agata dei Goti, con il sacrificio di Enomao prima della gara con Pelope. Seduto sulla clamide A. assiste, sotto forma di giovane nudo, coronato d'alloro con due lance e lo scudo. Questa tipologia si ripete per lo più nei vasi del IV sec. a. C. Su un cratere della Collezione inglese Cavendish, A., nudo, giovanile, con elmo e mantello, si appoggia familiarmente ad Atena ascoltando il canto di Apollo. Su un cratere della Collezione Jatta a Napoli A. nudo, barbato e con stivaletti, assiste alla strage dei Niobidi; con A. va probabilmente identificato un giovane nudo con in mano una lancia che appare su un cratere di Ruvo a Londra.
Su un vaso fliacico del British Museum è rappresentato il buffo duello fra Efesto, che ha immobilizzato Hera sul famoso trono, e A. che vorrebbe liberare la madre: l'attore che impersona il dio ha il consueto costume fliacico, la lancia e l'elmo con le penne, di tipo campano.
La statua più famosa del dio nel IV sec. a. C. è, per noi, l'A. detto Ludovisi del Museo Naz. Romano, scultura che, per l'incrociarsi di elementi lisippei e scopadei, va probabilmente assegnata alla fine del IV sec. a. C. A. è raffigurato nudo, con il mantello avvolto intorno alle gambe, siede sopra una roccia cui è appoggiato lo scudo, con le mani attorno al ginocchio sinistro, secondo cioè la tradizione iconografica derivata dall'A. del fregio del Partenone: il dio ha la chioma ricciuta, lo sguardo malinconico e sognante e tiene distrattamente nella mano sinistra la spada inguainata; un piccolo erote con l'arco spunta fra le gambe del dio e ci fa comprendere che l'artista ha voluto raffigurare il bellicoso dio vinto dalle pene d'amore, motivo questo già prettamente ellenistico.
Una statua colossale di A. seduto, opera di Skopas, è ricordata da Plinio a Roma, nel tempio di Giunio Bruto Calleco (Plin., Nat. hist., xxxvi, 26), ma non è identificabile con l'A. Ludovisi. L'eco di un A. di tipo prassitelico è invece conservata nell'ara di Ostia con i dodici dèi. A. è nudo, stante, con la gamba sinistra piegata, l'anca flessa, il mantello avvolto attorno al braccio sinistro e la spada nella mano destra.
Alla fine del IV sec. a. C. la testa di A. di tipo giovanile, cinta di una tenia, è riprodotta su monete della Macedonia e di Anfipoli. In età ellenistica ritroviamo A. nella grande gigantomachia dell'altare di Pergamo; purtroppo della raffigurazione del dio non restano che i cavalli del carro e parte dello scudo. Ma, come abbiamo detto, in questo periodo A. è considerato soprattutto da un punto di vista antieroico, quale voluttuoso amante di Afrodite. In pitture pompeiane risalenti ad originali ellenistici, A. e Afrodite sono immersi in amorosi colloqui mentre alcuni eroti giocano con le armi del dio. Elementi della tipologia greca tornano anche in raffigurazioni etrusche, quali specchi e bronzetti; ma non è il caso qui di parlarne in quanto tali immagini si riferiscono concettualmente al dio italico Mars (v. Marte). Ricordiamo ancora, nel III sec. a. C., la testa laureata di A. giovanile sulle monete dei Mamertini a Messana, sulle monete di Lipara, ove il dio compare anche barbato e armato e sulle monete di Siracusa posteriori al 212 a. C. che presentano sul dritto la testa di A. con elmo ad alto lòphos. Su monete dei Bruzî appare nuovamente la tipologia dell'A. barbato. Infine, su monete dell'età di Mitridate (132-63 a. C.), del Ponto e della Paflagonia, è riprodotta più volte la testa di A. giovanile e con l'elmo. Alla fine della Repubblica e al principio dell'Impero ritroviamo alcune gelide immagini dell'A. greco in rilievi e opere decorative di scuola neo-attica. Fra le raffigurazioni neo-attiche di indirizzo classico ricordiamo l'A. del Candelabro Barberini al Vaticano: il corpo nudo del dio è in parte coperto dalla clamide; egli ha l'elmo sul capo, impugna la lancia e posa la mano destra sul fianco.
Ricordiamo ancora A. sul piedistallo del cratere di Salpion a Napoli, A. incoronato da Nike su un piedistallo di trono da Solunto, A. e Afrodite su una lastra Campana del Louvre.
Tra le raffigurazioni di indirizzo arcaizzante è notevole la figura di A. nel corteo degli dèi sul puteale capitolino: il dio è un giovane ricciuto, completamente armato, che avanza con l'elmo in mano. Analoga rappresentazione e concezione presenta l'A. della base dei dodici dèi al Louvre. A. barbuto e arcaizzante è raffigurato su un oscillum di Napoli. Su alcuni sarcofagi romani dei secoli II e III d. C., ispirati a schemi e tipologia ellenistici, è raffigurata la scena di A. sorpreso con Afrodite da Efesto e dagli altri dei: A. è raffigurato, come nelle pitture, seduto, seminudo e con le armi. Ricordiamo che il tipo dell'A. Borghese viene spesso usato, insieme al tipo della Venere di Capua, in gruppi statuarî di carattere ionico. A. e Afrodite sono infine raffigurati in un delizioso rilievo dei Magazzini dei Musei Vaticani. Il dio nudo e con il mantello svolazzante si protende verso Afrodite tra un affaccendarsi di amorini. Infine, verso la fine del V sec. d. C., A. è rappresentato nelle miniature dell'Iliade Ambrosiana, nelle quali è il ricordo di schemi iconografici più antichi.
Monumenti considerati: anfora di Nasso: E. Buschor, Griech. Vasen, fig. 65; vaso François: Furtwängler-Reichhold, Griech. Vasenmal., i, tavv. xx-xxx, 1-2; tavv. 11-12; bronzi di Perugia: G. Q. Giglioli, Arte Etrusca, tav. 87, 2; tesoro dei Megaresi ad Olimpia: Olympia, iii, tavv. 2-3; vasi a figure nere: cratere di Nikosthenes, Londra: J. C Hoppin, Black-fig., pp. 206-207, n. 20; oinochòe di Cholchos, Berlino: E. Gerhard, Auserl. Vasenbilder, tavv. 122-123; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung, fig. 242; lèkythos di Berlino con ingresso di Eracle nell'Olimpo: E. Gerhard, Auserl. Vasenbilder, i, tav. 69; anfora attribuita a Exekias, Orvieto: W. Technau, Exekias, tav. 13 a; vasi con la nascita di Atena: Berlino: W. Technau, op. cit., tav. 30 a; Monaco: C. V. A., Deutschland, i, tav. 19, 1; Parigi, Louvre: C. V. A., France, iii He, tav. 14, 8; Musei Vaticani: C. Albizzati, Vasi dip. del Vatic., tav. 45, 253; Boston: E. Gerhard, Auserl. Vasenbilder, i, tav. 1 a; Londra: C. V. A., Great Brit., iii, He, tav. 24, 1 a, 1 b; vaso con Eracle e il leone Nemeo: Gerhard, Auserl. Vasenbilder, tav. v, 1; vaso con Atena sul carro: C. V. A., British Mus., iii, He, tav. 62, I a; Gerhard, Auserl. Vasenbilder, i, tav. 61; vaso con adunanza degli dèi: C. V. A., British Mus., iii, He, tay. 56, 2 b; frammento di vaso, col medesimo soggetto, dell'acropoli di Atene: B. Graef, Vasen von Akropolis, i, tav. 56, 836 a; kölix di Brygos, Parigi, Cabinet des Médaill.: J. Overbeck, Kunstmyth., tav. v, 1 a; vaso con Ercole e Kyknos: J. D. Beazley, Kleophradesmaler, tav. 32; anfora di Andokides, Madrid: J. C. Hoppin, Red-fig., i, 34; kölix di Brygos, Londra: E. Gerhard, Trinkgefaesse, tav. D; kölix di Oltos, Tarquinia: E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung, fig. 360; kölix di Sosias, Berlino: Furtwängler-Reichhold, Griech. Vasenmalerei, tav. 123; pìnakes di Locri: P. Zancani Montuoro, in Atti e Memorie Società Magna Grecia, 1954, p. 16; statua di guerriero già della Coll. Somzée: A. Furtwängler, Coll. Somzée, tavv. iii, iv, v; "Santippo" di Copenaghen: L. Laurenzi, Ritratti greci, n. 11; A. "Borghese": Brunn-Bruckmann, n. 63; cfr. D. Mustilli, Museo Mussolini, tav. lxxx, 3oo-301; A. di Villa Adriana: American Journal Archaeology, 1955, tav. 62, f. 3; kölix di Aristophanes, Berlino: J. C. Hoppin, Red-fig., i, 51; vaso di Tanagra: S. Reinach, Répert. Vases, i, 5o6, 1; anfora di Talos, Milo: Furtwängler-Reichhold, Griech. Vasenmalerei, tav. 97; rilievo del Museo Arch., Venezia: C. Anti, Museo Arch., p. 48; kölix del Pittore di Kodros: Monum. Instit., v, tav. 49; vaso di S. Agata dei Goti: Arch. Zeit., 1853, tav. lv; cratere della Collezione Cavendish: S- Reinach, Rép. Vases, ii, 310, 2; cratere della Coll. Jatta, Napoli: Bull. Nap., 1843, tav. 3; crateri proven. da Ruvo, Londra: Mon. Instit., v, tav. xxii; vaso fliacico, British Mus.: L. M. Catteruccia, Pitt. vasc. ital., tav. iii, 11; A. "Ludovisi": Brunn-Bruckmann, 388; ara dei dodici dèi, Ostia: G. Becatti, Ann. Scuola Ital. Atene, N. S., 1-11, 19, p. 103, fig. 16; monete della Macedonia e di Anfipoli, Seltmann, Greek Coins, tavv. xxvii, 14- xxviii, 9; pitture pompeiane: E. Pfuhl, Malerei u. Zeichn., figg. 667-668; monete dei Mamertini a Messana e monete di Lipara: British Museum Coins, Sicily, 109, 262; Siracusa: E. Gabrici, La monetazione del bronzo nella Sicilia antica, tav. ix, 11; monete dei Bruzî: P. Garrucci, Monete dell'Italia antica, tav. cxxiv, 20, 21; monete del Ponto e della Paflagonia: British Museum Coins, Pontus, tav. iii, 3, 5, 6; tav. vii, 3, 5; tav. xxiii, 4; candelabro "Barberini": W. Amelung, Katal. Vat. Mus., ii, tavv. 60, 412; cratere di Salpion, Napoli: S. Reinach, Rép. Rel., ii, 247, 2; puteale capitolino: S. Jones, Catalog. Capit. Mus., tav. 79; base dei dodici dèi, Louvre: S. Reinach, Rép. Stat., i, 66, 14; oscillum di Napoli, Mus. Naz.: S. Reinach, Rép. Rel., iii, 78; sarcofagi romani: C. Robert, Sarkophagrel., iii, 2, tav. lxii; gruppi statuarî iconici: R. Paribeni, Mus. Naz. Romano, p. 57, n. 23; rilievo nei Magazzini dei Musei Vaticani: G. Kaschnitz Weinberg, Katal., 409; Iliade Ambrosiana (cod. 205 Inf., Milano, Bibl. Ambrosiana): R. Bianchi Bandinelli, Byzant.-Hellenistic Miniat. of the Il. Ambr., Olten 1955, passim.
Bibl.: A. Furtwängler, in Roscher, I, cc. 487-493, s. v.