Broca, area di
Area corticale posta nel lobo frontale sinistro, cruciale per la produzione del linguaggio (➔).
È spesso chiamata area motoria del linguaggio ed è situata nella terza convoluzione frontale, subito davanti all’area motoria che controlla i muscoli del volto e subito sopra il solco di Silvio; corrisponde alle aree citoarchitettoniche di Brodman 44 e 45. Nel 1861 il neurologo francese Paul Broca esaminò un paziente che era praticamente incapace di parlare: sebbene sembrasse comprendere quanto gli veniva detto, tutto quello che riusciva a pronunciare era la sillaba tan, da cui il nome di Monsieur Tan con cui il paziente è conosciuto. L’esame del cervello di questo paziente portò alla conclusione che lo stesso presentava una lesione nel lobo frontale sinistro. Nel 1863 Broca diede alle stampe un articolo in cui descriveva 8 casi clinici in cui una lesione al lobo frontale sinistro aveva determinato afasia (➔). Altri casi simili, insieme alla mancanza di effetto sulla produzione del linguaggio di lesioni all’emisfero destro, portarono Broca a formulare l’ipotesi che il linguaggio fosse controllato dall’emisfero sinistro («on parle avec l’hémisphère gauche»). Questa teoria è stata ripetutamente avvalorata dagli esperimenti successivi. Per es., se si inietta nella carotide sinistra, che irrora l’emisfero sinistro, un barbiturico ad azione rapida (tecnica di Wada), si provoca, nella maggior parte dei soggetti, un’afasia transitoria, della durata di circa 10 minuti, accompagnata da altri effetti motori e sensoriali; l’iniezione nella carotide destra non produce effetti afasici, pur causando effetti motori e sensoriali. È stato stimato in questo modo che i centri di controllo del linguaggio sono situati nell’emisfero sinistro nel 96% delle persone destrimani e nel 70% dei soggetti mancini. Il rimanente 4% dei soggetti destrimani mostra le aree del linguaggio a destra, mentre del 30% dei soggetti mancini un 15% mostra le aree del linguaggio a destra e un 15% bilaterali.
La regione del lobo frontale sinistro che Broca ritenne fondamentale per l’articolazione del linguaggio ha preso il nome di area di Broca. È interessante notare che studi recenti di risonanza magnetica sul cervello di due dei pazienti storici di Broca, incluso Monsieur Tan, hanno dimostrato che la lesione coinvolgeva altre aree oltre a quella di B. propriamente detta. In effetti, lesioni della sola area di B. possono causare un disturbo della produzione del linguaggio, ma non una mancanza completa. Possiamo quindi dire che lesioni ai lobi frontali centrate intorno all’area di B., ma non limitate a essa, producono la cosiddetta afasia di Broca. Il lavoro di Broca è importante anche perché è stato il primo a mostrare chiaramente che le funzioni cerebrali possono essere localizzate anatomicamente. L’espressione area di B. viene ancora comunemente usata, anche se i confini di quest’area non sono chiaramente definiti e possono variare da una persona all’altra. Oltre alle evidenze che vengono dallo studio dei soggetti afasici, il ruolo dell’area di B. come area di produzione del linguaggio è sostenuto anche dagli esperimenti di neuroimmagine (➔ imaging cerebrale). Visualizzando l’attività cerebrale con queste tecniche si osserva che l’area di B. si attiva, insieme all’area motoria che controlla i movimenti della bocca, quando un soggetto parla ma non quando ascolta un altro parlare.
L’ipotesi iniziale era che l’area di B. fosse cruciale per la produzione del linguaggio in quanto conteneva la memoria della complicata serie di comandi motori necessari per articolare i suoni. Normalmente noi non ci accorgiamo della complessità del compito di articolare i suoni mentre parliamo, ma basta dover pronunciare una parola ignota e difficile, o parole in una lingua che non è la nostra lingua madre, per rendercene conto. La vicinanza fra l’area di B. e le aree della corteccia motoria primaria che controllano la bocca e le labbra dimostra che l’ipotesi ha buoni fondamenti logici. È anche interessante notare che in soggetti che apprendono una seconda lingua da grandi, l’attivazione dell’area di B. mentre parlano nella prima lingua è in una zona non sovrapponibile a quella che si attiva quando parlano nella seconda lingua, suggerendo che il secondo apprendimento ha creato circuiti per la pronuncia delle parole diversi da quelli utilizzati per la lingua appresa per prima. Oggi sappiamo che anche altre aree del lobo frontale sinistro svolgono funzioni importanti nell’articolazione del linguaggio: in partic., l’area motoria supplementare è coinvolta nella pianificazione delle sequenze necessarie per svolgere compiti motori anche linguistici. Anche lesioni a queste aree producono una forma di afasia. La pianificazione e l’esecuzione dei movimenti necessari per la fonazione (➔) sono quindi separate non solo cognitivamente ma anche fisiologicamente. Le differenze di attivazione fra l’area 44 e l’area 45 durante l’esecuzione di compiti linguistici, e le differenti connessioni che queste aree intrattengono con l’area motoria, le aree prefrontali e le aree sensoriali, suggeriscono che queste aree possano svolgere ruoli funzionalmente diversi nell’uomo per quanto riguarda il riconoscimento e la comprensione dell’azione. È interessante il fatto che l’area di B. può attivarsi in seguito alla lettura di verbi che denotano azione, contribuendo forse alla comprensione linguistica. Lavori della prima decade del 21° secolo suggeriscono anche che l’area di B. possa giocare un ruolo nella produzione di frasi corrette dal punto di vista grammaticale: pazienti con lesioni all’area di B. possono esibire un linguaggio sgrammaticato e possono avere difficoltà nella formulazione di frasi corrette e nell’elaborazione di frasi complesse.