RATTI, Arduino Adolfo
RATTI, Arduino Adolfo. - Nacque a Milano il 7 gennaio 1901, da Giovanni e Alice Maria Devizi.
Studiò al ginnasio-liceo Parini di Milano e al collegio Rosmini di Domodossola. Immatricolatosi al corso di medicina e chirurgia dell’Università di Pavia nel 1918, si laureò l’8 luglio 1924, con il massimo dei voti e la lode.
Negli anni accademici 1921-1922 e 1923-1924 ricoprì l’incarico di interno presso la clinica medica dell’Ateneo pavese, diretta da Luigi Zoja. Nel 1926 si perfezionò in igiene presso l’Università di Pavia, e nel 1931 ottenne la libera docenza in radiologia. Nel periodo 1925-1927 fu sottotenente medico; richiamato nuovamente, per breve tempo, all’esordio della seconda guerra mondiale, presso l’ospedale militare di Piacenza, raggiunse poi il grado di capitano medico di complemento in congedo. Aderì al Partito nazionale fascista nel 1933.
Dal 1926 aveva ricoperto diversi incarichi presso l’Università degli studi di Milano; divenuto infine aiuto ordinario, si dimise nell’ottobre del 1943. Fu professore incaricato di radiologia dal 29 ottobre 1938 fino a tutto l’anno accademico 1951-1952 presso la facoltà di medicina veterinaria dello stesso Ateneo, e contemporaneamente incaricato di radiologia presso l’Università di Pavia dal 1942-1943 al 1948-1949.
Il periodo di attività pavese fu contrassegnato da una profonda riorganizzazione e ammodernamento dell’istituto di radiologia, che ottenne anche la convenzione ospedaliera: Ratti ne fece una moderna scuola di specializzazione in radiologia. A Milano si avvalse della disponibilità dell’Istituto nazionale Vittorio Emanuele III per lo studio e la cura del cancro. In tale sede, che ospitava l’istituto di radiologia dell’Università, diresse la divisione radiologica.
Dal novembre 1956 fu trasferito come ordinario all’Università di Milano, sede di tutta la sua successiva carriera, divenendo nel 1969 e nel 1972 preside della facoltà di medicina. Collocato a riposo nel 1976, venne nominato emerito nel novembre del 1978. Dal 1965 al 1968 diresse anche l’istituto di radiologia della facoltà medica dell’Università cattolica del Sacro Cuore a Roma.
Nel 1969 fu nominato membro del Consiglio superiore di sanità e gli fu conferita la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte. Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica, fu membro di numerose società scientifiche e accademie, fra le quali si ricordano la Società italiana di radiologia e medicina nucleare, la Deutsche Röntgen Gesellschaft, le Società spagnola e svizzera di radiologia medica e medicina nucleare, la R. Società belga di radiologia, l’American college of radiology, il Colegio brasileiro de radiologia, l’Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere.
All’inizio della carriera, la frequentazione della clinica medica pavese fu utilissima per la sua maturazione scientifica; i primi lavori affrontavano il problema della determinazione della massa circolante del sangue (Rassegna critica dei metodi per misurare la massa del sangue circolante, in Archivio di patologia e clinica medica, 1925, 4, pp. 87-100). Nel 1926 aveva vinto un premio della Fondazione Mangiagalli, che gli consentì di svolgere un anno di perfezionamento presso la clinica medica dell’Università degli studi di Milano, diretta da Luigi Zoja (che si era trasferito da Pavia). Indirizzatosi alla radiologia, fu allievo di Felice Perussia; completò la formazione in radiologia nel biennio 1926-1928, frequentando anche istituzioni specialistiche in Germania, a Francoforte sul Meno ed Erlangen. I suoi meriti furono ben presto riconosciuti, tantoché gli fu affidato lo svolgimento di una relazione ufficiale al X Congresso italiano di radiologia medica, tenutosi a Parma nel 1932, sul tema delle lesioni da radiazioni (Lesioni da radiazioni. Studio clinico, in Atti del X Congresso italiano di radiologia medica, ... Parma..., Modena 1932, pp. 1-106). Partecipò con alcuni capitoli al Trattato di Roentgen e di Curie terapia, diretto da Felice Perussia ed Enzo Pugno Vanoni (2 voll., Milano 1934), massima espressione della radioterapia italiana del tempo (Reazioni, alterazioni e lesioni da radioterapia, I, pp. 681-91; Radioterapia dei tumori, II, pp. 27-296). Il suo ruolo di testimone e protagonista dell’evoluzione della radiologia e della radioterapia è dimostrato dalle diverse edizioni del suo trattato di Radiologia medica: preceduta da un volume in forma di dispensa (Corso di radiologia per studenti di medicina, Milano, 1936), la prima edizione del trattato comparve nel 1940, ancora a Milano; le successive furono pubblicate dalla Casa Editrice Ambrosiana di Milano nel 1945 1949, 1959, 1966, 1971, 1974, 1979 e 1983.
Il suo principale campo di interesse scientifico fu la radioterapia, soprattutto in ambito oncologico. Fu autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche; come sottolineato da Luigi Villa (Villa, 1985, pp. 81-6), si tratta perlopiù di articoli scientifici e relazioni a congressi, nei quali Ratti affrontò tutti gli aspetti dell’attività radiologica, con un’informazione ricca e sempre attualizzata, affiancata da una ricca iconografia.
Protagonista italiano della rivoluzione scientifica e professionale che vide l'affermarsi della radiologia come disciplina medica di prima importanza, Ratti si impegnò su diversi fronti: l'applicazione terapeutica delle radiazioni, in particolare in campo oncologico; l'organizzazione della professione, con l'attenzione dedicata alla figura del tecnico di radiologia; quello della sensibilizzazione della popolazione alle potenzialità e ai rischi dell'uso delle radiazioni.
Fu vicepresidente della Società italiana di radiologia medica dal 1946 al 1950, presidente per il triennio 1958-1960, e in tale veste lavorò alla redazione dell’organo istituzionale, La Radiologia Medica, che accolse numerosi suoi contributi a partire dal 1926 e di cui fu direttore dal 1956 al 1972. Curò anche pubblicazioni storico-celebrative (XXV della Società italiana di radiologia medica 1913-1938. Pubblicato a cura di Aristide Busi, Gian Giuseppe Palmieri, Mario Ponzio, Alberto Possati, Arduino Ratti, Milano, 1939). In quest’ambito si segnala una sua commemorazione di Felice Perussia (Felice Perussia. Commemorazione tenuta nell'aula maggiore dell'Universita di Milano, per iniziativa del Rettore dell'ateneo e della Presidenza della Societa Italiana di Radiologia Medica e Medicina Nucleare, il 13 marzo 1960, s.l., s.n.t., 1960?).
Ratti si occupò anche della formazione dei tecnici di radiologia, che al tempo venivano reclutati prevalentemente dal personale infermieristico, senza alcuna preparazione specifica (Elementi di tecnica radiologica e fisioterapica ad uso del personale tecnico assistente, Milano, 1942; La formazione ed i compiti dei tecnici di radiologia, Milano, 1955).
Negli anni Sessanta, Ratti promosse, con la collaborazione dell’Istituto per lo studio e la cura del cancro, corsi sulla diagnosi e terapia delle metastasi (Corso superiore sulla diagnosi e terapia delle metastasi, Milano, 1967) e sui tumori delle ghiandole endocrine (Corso superiore sui tumori delle ghiandole endocrine, Milano, 1970).
L’attività che svolse presso la facoltà di medicina veterinaria dell’Università degli studi di Milano può essere esemplificata da una specifica monografia, Elementi di radiologia zooiatrica (Milano-Varese, 1946).
Un lavoro del 1981 (Le radiazioni nella nostra vita: un bilancio, in Scienza e cultura oggi, II, Milano, Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, 1981, pp. 113-36) rappresenta una summa delle sue concezioni radiologiche: egli sunteggia i benefici e i pericoli delle radiazioni ionizzanti; accenna alle metodiche, dimostrandosi attento e aggiornato nei confronti dei recenti sviluppi disciplinari (ad esempio, la TAC). Non mancano riferimenti ad avvenimenti come l’incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island, vicino a Harrisburg in Pennsylvania (1979). Il tema del rischio oncogeno delle popolazioni esposte alle radiazioni ionizzanti per motivi diagnostici o terapeutici era stato da Ratti già affrontato in precedenza, in un opuscolo collettaneo (il rischio oncogeno nella popolazione esposta alle radiazioni ionizzanti per scopi diagnostici e terapeutici, Padova, 1969).
Celibe, Ratti aveva una sorella minore, Anita, infermiera diplomata della Croce rossa italiana.
Morì a Milano il 30 ottobre 1984.
Fonti e Bibl.: Presso l’Archivio storico dell'Università di Milano è conservato il fascicolo personale di R. (f. 1507), ricco di utili informazioni.
All’atto della sua uscita dai ruoli universitari, fu pubblicato in suo onore un volume dedicato alla storia della scuola radiologica milanese (La scuola radiologica milanese dal 1950 al 1969. Nel XX di insegnamento del prof. A. R., Torino, 1971): in tale volume compare un saggio su La figura e l’opera di A. R. (pp. 19-27) completato da un sintetico curriculum vitae (pp. 28 s.). Un necrologio ad opera di Luigi Villa fu pubblicato nel volume del 1985 dei Rendiconti dell’Istituto lombardo (Ricordo di A. R., in Rendiconti Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere. Parte generale e atti ufficiali, 1985, vol. 119, pp. 81-6; L. Di Guglielmo, A. R. 1901-1984, in La radiologia medica, 1985, vol. 71, pp. 102 s.