ardere
Come verbo transitivo vale " assoggettare all'azione del fuoco ", quindi " consumare, distruggere col fuoco ": lo fuoco che dovea ardere lo corpo morto (Cv IV XXVI 13); inoltre If XXIX 117, Fiore XXIX 8 arder castel di legname, LII 5 (sotto forma d'imprecazione: che mal fuoco l'arda), CCXIV 14. Per estensione, " bruciare ", " incendiare ", " riscaldare intensamente ": Marte... dissecca e arde le cose, perché lo suo calore è simile a quello del fuoco (Cv II XIII 21); 'l Sole... passando per altre parti non convenienti al suo fervore, arse lo luogo per lo quale passò (XIV 5). Altri esempi in If XIII 40, XIV 141, Pg XXVI 15.
Figuratamente, per " accendere, infiammare di un forte sentimento " (desiderio, amore, carità): drizza li occhi al gran disio che m'arde (Rime LVIII 12); 'l sol [Dio] che v'allumò e arse (Pd XV 76); i' non dotto già che Veno gli arda (Fiore XXIII 4).
Nella forma intransitiva vale " essere in fiamma, infuocato ", " consumarsi al fuoco ": mi parea che questi [Amore] tenesse una cosa la quale ardesse tutta (Vn III 5); Né O sì tosto mai né I si scrisse, / com'el s'accese e arse (If XXIV 101); altri esempi in Vn III 6 e 12 12; If XXVII 24, Pg IX 31, XXIX 150. Anche nel senso di " mandare luce viva ", " risplendere ", " sfavillare ", " scintillare ", " brillare ": 'l polo di qua tutto quanto arde (Pg VIII 90); La luna... / fatta com'un secchion che tutto arda (XVIII 78); sorridendo, ardea ne li occhi santi (Pd III 24); dentro a li occhi suoi ardeva un riso (XV 34); parea ciascuna rubinetto in cui / raggio di sole ardesse (XIX 5); Pariemi che 'l suo viso ardesse tutto (XXIII 22).
Figuratamente, vale " provare con intensità un sentimento ", in particolare l'amore: di caritate arde (Pg XV 57); 'n sete e 'n foco ardo (XXVI 18; qui il significato metaforico si sovrappone a quello letterale, in quanto Guido Guinizzelli è tormentato anche da sete e fuoco reali, oltre che dal desiderio di sapere come mai il corpo di D. intercetti i raggi del sole); pur ardi / sì ne l'affetto de le vive luci (XXIX 61); arder parea d'amor nel primo foco (Pd III 69); La divina bontà... / ardendo in sé, sfavilla (VII 65); più non arse la figlia di Belo, / noiando e a Sicheo e a Creusa, / di me (IX 97); la carità che tra noi arde (XXII 32); ella entrò col foco ond'io sempr' ardo (XXVI 15); mi rifece sicuro / un disio di parlare ond'ïo ardeva (XXVI 90); la regina del cielo, ond'ïo ardo tutto d'amor (XXXI 100).
Anche col valore di " desiderare fortemente ", " bramare ": la mia anima... arde di potere ciò con la lingua narrare (Cv III III 14); l'ampio loco ove tornar tu ardi (I f II 84); La mente innamorata... di ridure / ad essa [Beatrice] li occhi più che mai ardea (Pd XXVII 90); mai per mio veder non arsi / più ch'i' fo per lo suo (XXXIII 28).
Nella forma del participio passato, con valore di aggettivo, si hanno esempi in If XXX 75 il corpo sù arso lasciai, e Pd XVIII 100 nel percuoter d'i ciocchi arsi / surgono innumerabili faville.