ARCHERMOS (῎Αρχερμος)
Scultore, figlio di Mikkiades. Plinio (Nat. hist., xxxvi, ii) menziona una famiglia di scultori dell'antica Chio, vissuta attraverso alcune generazioni, iniziatasi con Melas e continuata con Mikkiades, suo figlio A. ed i figli di questo: Boupalos e Athenis.
Uno scoliasta di Aristofane (Av., 573) dice che A. è stato il primo a rappresentare la Vittoria alata, e Plinio ricorda che alcune delle opere di A. dovevano essere collocate in Lesbo e in Delo.
Nel 1877 una statua di marmo raffigurante una Nike alata fu scoperta a Delo e non lontano da essa una base iscritta con i nomi di Mikkiades e di Archermos. In base all'evidenza di questa combinazione della letteratura e dell'archeologia, la Nike alata di Delo fu assegnata ad Archermos.
Negli ultimi anni si è messo in dubbio che la statua e la base andassero insieme per il fatto che la depressione sulla base era troppo larga per la statua, e poi non era posta al centro, e si è supposto che fosse l'acroterio del Porinos Naos di Delo.
Il Gotsmich (Probleme der frühgriechischen Plastik, 1935, p. 87 ss.) contraddicendo questa obiezione, ha arguito che la depressione avrebbe potuto ugualmente adattarsi alla statua se fosse stato usato molto piombo per l'attacco, e che il panneggio fra le gambe poteva avere una forma ellittica. Siccome la parte inferiore della statua è mancante, entrambe le teorie sono possibili. In base allo stile la statua può essere datata alla metà del VI sec. a. C.; ciò coincide con l'epoca in cui visse A., a giudicare dalle informazioni dateci da Plinio, e alla menzione di Boupalos nei frammenti del poeta Ipponatte.
L'attribuzione di questa Nike ad Archermos è dunque molto probabile, anche se non del tutto certa.
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, II, 1908, p. 68; E. Langlotz, Frühgriechische Bildhauerschulen, Norimberga 1927; G. Richter, Archaic Greek Art, New York 1949, pp. 116-117; Ch. Picard, Manuel, I, pp. 565-567; A.E. Raubitschek, Dedications from the Atenian Akropolis, 1949, p. 484.