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ARCHEOLOGIA

di Giovanni Bernieri - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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ARCHEOLOGIA (IV, p. 26; App. II, 1, p. 228)

Giovanni Bernieri

Notevoli progressi sono stati compiuti in questi ultimi anni, nella tecnica e nel metodo degli scavi e delle ricerche, con il sussidio di nuovi mezzi scientifici e con il perfezionamento di quelli già usati.

Il metodo del radiocarbonio, fondato sulla scoperta di W.F. Libby che la misura della radioattività residua del carbonio 14 di un resto organico permette di calcolarne l'età, si va utilmente applicando specialmente nel campo della preistoria, sottoponendo i resti organici di legni, di ossa, di focolari, di terreni fossili a questo rilevamento e a questo calcolo della radioattività, riuscendo così a determinare l'epoca a cui risale e quindi l'età dello strato a cui il resto appartiene, con un margine di incertezza relativamente ristretto.

Il metodo geochimico, basato sull'analisi quantitativa dei fosfati contenuti nel suolo, può aiutare nell'individuazione di luoghi abitati dall'uomo in periodo preistorico e nei quali la decomposizione delle sostanze organiche ha accresciuto la percentuale dei fosfati; il metodo è stato sperimentato soprattutto in ricerche preistoriche delle civiltà nordiche.

Anche il metodo della prospezione elettrica può esser di aiuto nella ricerca di un terreno archeologico, basandosi sulla diversa conducibilità elettrica del suolo in relazione alla varia struttura sotterranea, sia naturale sia artificiale, e, nel caso di terreni archeologici, in relazione alla presenza di costruzioni, di tombe, di resti di abitati.

In tutti i settori della ricerca archeologica si è inoltre largamente sfruttato l'uso della fotografia aerea che ha portato a molte scoperte in questi ultimi anni, rivelando elementi che sfuggono completamente all'esame del terreno compiuto dal basso. Infatti l'esistenza nel sottosuolo di ruderi, di resti organici di abitati determina diversità nello sviluppo della vegetazione e nella colorazione dei terreni, chiaramente fissate nell'immagine fotografica ripresa dall'alto: questa permette così di leggere la pianta di edifici, la linea di mura, la distribuzione di tombe, di fondi di capanne, il tracciato di strade del tutto sepolti e invisibili in superficie, venendo così a dare un rilievo planimetrico preciso dei resti antichi. Tali fotografie vengono riprese con una tecnica particolare, generalmente a quote tra i 1000 e i 2000 metri, studiando la luce, l'ora e le condizioni atmosferiche più adatte, e servendosi di appositi filtri, e, in particolari casi, di lastre a colori. Oltre a premettere di leggere i resti sepolti la fotografia aerea è di grande utilità nel rilievo e nello studio dei monumenti visibili, rendendo possibile di abbracciare vasti complessi, di seguire e ricostruire il tracciato di cinte di mura, di vie, del limes, di centuriazioni. Tra i risultati più notevoli delle ultime esplorazioni archeologiche aeree vanno ricordati la scoperta di molti villaggi preistorici nelle Puglie, il rilevamento della pianta dell'abitato e delle necropoli di Spina, l'individuazione di molte tombe nelle necropoli di Caere e di Tarquinia, lo studio planimetrico dell'impianto di città come Metaponto, Paestum, Agrigento, il riconoscimento della centuriazione di varie zone, il tracciato del limes africano. Nel rilievo fotografico aereo dei resti archeologici si è particolarmente segnalato l'inglese J. Bradford, mentre in Italia si è di recente istituito uno speciale ufficio per l'esplorazione archeologica aerea alle dipendenze della Direzione generale delle antichità e belle arti.

Nella ricerca e nello scavo delle tombe a camera delle necropoli di Tarquinia si è sperimentato in questi ultimi anni ed è tuttora in corso di applicazione un sistema di introspezione ideato da C.M. Lerici e che consiste nel trapanare il terreno con una sonda, non senza rischi, forando il soffitto della tomba, già individuata spesso con la prospezione elettrica, e di introdurvi un apparecchio per microfotografie con apposita sorgente luminosa, fotografando così l'interno con l'eventuale suppellettile, prima dello scavo. Il metodo può soddisfare l'ansia del ricercatore, ma non deve prevalere sulle esigenze di un'esplorazione sistematica del terreno e di uno scavo regolare.

Nuovi campi di ricerche si aprono con il perfezionarsi dei mezzi di esplorazione subacquea, che costituisce già un interessante capitolo della più recente storia dell'archeologia. Dopo i recuperi occasionali di carichi di opere d'arte in navi affondate nell'antichità a Mahdia (Tunisia), ad Anticitera, nel porto del Pireo, l'attrezzatura moderna permette oggi d'iniziare campagne sistematiche di esplorazioni archeologiche subacquee, con imbarcazioni apprestate a questo scopo con batiscopi, respiratori, scafandri, fonti di illuminazione elettrica stagne, apparecchi fotografici per riprese sott'acqua, mezzi speciali per il rilievo grafico dei resti sommersi, pinne e altri strumenti già applicati nella pesca subacquea. Si sono create varie associazioni che patrocinano queste ricerche e si va attuando un piano organico di esplorazioni archeologiche subacquee sulle coste della Provenza, della Liguria, della Campania, della Sicilia; i più notevoli risultati sono rappresentati finora dall'individuazione e dal recupero di parti di navi e di carichi di anfore lungo le coste francesi e liguri e il rilievo e lo studio dei ruderi sommersi lungo il litorale di Baia.

Anche i sistemi tradizionali di scavo e di ricerca sono peraltro in costante perfezionamento e sempre più accurato si è fatto lo studio stratigrafico del terreno archeologico, sempre più stretta specialmente nel campo preistorico la collaborazione con le altre scienze nello studio di tutti gli elementi che possono servire alla ricostruzione dei varî aspetti della civiltà umana.

Gli studî preistorici hanno segnato sostanziali conquiste in tutti i campi (v. Preistoria, in questa App.). Nella civiltà cretese-micenea si è avuta in questo decennio la fondamentale novità della decifrazione della scrittura lineare, mentre si sono moltiplicati i trovamenti di tavolette fittili iscritte grazie all'intenso ritmo di scavi, soprattutto a Pylos (v., in questa App.) la reggia di Nestore, e a Micene, dove si è avuta la scoperta del nuovo circolo di tombe reali del 16° sec. a. C. fuori della Porta dei Leoni e del quartiere di abitazioni, oltre agli ampi saggi stratigrafici compiuti a Festo (v. cretese-micenea, civiltà, in questa App.). Nel campo della civiltà greca si è proseguita l'attività nei varî centri di scavo e continuo è l'arricchimento del patrimonio archeologico, senza che peraltro siano avvenute scoperte che abbiano modificato il quadro generale. Nel campo della civiltà etrusca si segnalano la scoperta di Pyrgi, e gli importanti scavi in corso a Fiesole, Roselle, Cere, Vulci, Tarquinia (v. Etruschi, in questa App.). Tra le imprese archeologiche più importanti di questi ultimi anni in Italia sono il difficile scavo della necropoli di Spina ricca di vasi greci e di varie suppellettili (v. spina, in questa App.); lo scavo di varî quartieri della città di Agrigento (v. agrigento, in questa App.); della grandiosa cinta fortificata, parte in blocchi parte in mattoni crudi, e della necropoli di Gela (v. gela, in questa App.); la scoperta della sontuosa villa imperiale di Piazza Armerina con lo straordinario complesso di mosaici policromi del tardo impero (v. piazza armerina, in questa App.). I mezzi offerti dalla Cassa per il Mezzogiorno hanno permesso di moltiplicare le esplorazioni e gli spavi in tutta la Sicilia (v. solunto; tindari, in questa. App.), nell'Italia Meridionale (v. locri epizefiri, in questa App.), in Sardegna (v. Nora, in questa App.), portando in luce una ricca serie di materiali, permettendo vaste sistemazioni di monumenti come a Siracusa, il restauro di zone archeologiche e di singoli edifici, l'anastilosi del tempio E di Selinunte, la creazione di nuovi musei e di antiquarî, e il riordinamento di molti già esistenti. Grandi progressi segna questo settore museografico sia in Italia sia all'estero con criterî più funzionali ed estetici (v. museo, in questa App.).

Fuori d'Italia notevole attività archeologica, oltre che in Grecia, si è avuta in Asia Minore (v., in questa App.) e nel settore delle antiche civiltà mesopotamiche; nel vasto campo delle varie civiltà sull'esteso suolo della Russia con campagne archeologiche sistematiche, coordinate dall'Accademia delle scienze, e nel Pakistan va ricordato l'esteso scavo stratigrafico intrapreso dalla missione italiana diretta da G. Tucci che ha dato notevoli risultati (v. pakistan, in questa App.).

In questo bilancio positivo di imprese archeologiche e di risultatì scientifici, di scavi sistematici e di progressi tecnici, pesano invece negativamente le conseguenze della crescente meccanizzazione nel campo dell'agricoltura e l'estesa riforma fondiaria che hanno determinato inevitabilmente una serie d'irreparabili distruzioni, specialmente in Italia, con la messa a cultura di molti terreni e con la lavorazione profonda per mezzo di potenti aratri meccanici che sconvolgono ruderi, frantumano i marmi, polverizzano tombe e suppellettili, cancellano ogni traccia archeologica, annullano antichi tracciati stradali. L'intensità e l'estensione delle imprese agricole rendono difficili la sorveglianza e l'intervento tempestivo da parte delle soprintendenze, e si rende perciò tanto più urgente e indispensabile un completo rilievo fotografico aereo delle zone che sono destinate a trasformazioni fondiarie per individuare i centri d'interesse archeologico, e fissare gli elementi di antichi tracciati destinati a scomparire. Vedi tav. f. t.

Bibl.: O. G. S. Crawford, Air Survey and Archaeology, in Geographical Journal, LIII (1923), p. 342 segg.; R. Du Mesnil de Buisson, La technique des fouilles archéologiques, Parigi 1934; G. Lugli, Saggi di esplorazione archeologica a mezzo della fotografia aerea, Roma 1939; J. Baradez, Fossatum Africae, Parigi 1949; A. Parrot, Découverte des mondes ensevelis, Parigi 1952; J.J. Hatt, La découverte du passé: progrès récents et techniques nouvelles en préhistoire et archéologie, Parigi 1952; W. F. Libby, Rdiocarbon dating, Chicago 1952; 2ª ed. 1955; F. E. Zenner, Dating the past, 3ª ed., Londra 1952; P. Chombart de Lauwe, La photographie aérienne, in La découverte du passé, Parigi 1952, p. 45 segg.; R. J. C. Atkinson, Field Archaeology, 2ª ed., Londra 1953; L. Casson, Sea digging, in Archaeology, VI (1953), p. 231 segg.; S. J. De Laet, L'archéologie et ses problèmes, Bruxelles 1954; R. E. M. Wheeler, Archaeology from the earth, Oxford 1954; O. G. S. Crawford, A century of air-photography, in Antiquity, n. 112, dicembre 1954, p. 206 segg.; C. L. Woolley, Digging up the past, Londra 1954; Institut Géographique National, Atlas des centurations romaines de Tunisie, Parigi 1956; J. Bradford, Ancient landscapes, Londra 1957; C. M. Lerici, Campagne di prospezioni archeologiche nella necropoli etrusca di Monte Abbatone, in Quad. Geof. Applic., 1957; N. Alfieri - V. Valvassori, La scoperta dell'abitato di Spina, in Inedita, I (1956-57), nn. 2-3, pp. 83-102; G. Schmiedt, Applicazioni della fotografia aerea in ricerche estensive di topografia antica in Sicilia, in ΚΩΚΑΛΟΣ, III (1957), p. 18 segg.; F. Castagnoli - L. Cozza, Appunti sulla topografia di Pyrgi, in Papers British School Rome, XXV (1957), p. 248 segg.; F. Castagnoli, Le ricerche sui resti della centuriazione, Roma 1958; id., La pianta di Metaponto, in Rend. Acc. Lincei, serv. VIII, XIV, 1959, p. 49 segg.; J. K. St. Joseph, Air reconnaissance in Britain 1955-57, in Journ. Roman Studies, XLVIII (1958), p. 86 segg.; L. Casson, More sea digging, in Archaeology, X (1957), p. 248 segg.; F. Biancofiore, in La parola del passato, LXIII (1958); G. Carettoni, R. Naumann, S. Donadoni, F. Castagnoli, Esplorazione archeologica, in Enciclopedia dell'arte antica, III, Roma 1960, pp. 444-459.

Vedi anche
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