arcano
. È usato nella classicità latina, nella forma dell'aggettivo o del sostantivo neutro, col significato generale di ciò che la ragione non è in grado di penetrare. In alcuni casi la voce ha uno specifico riferimento religioso e misterico: Tac. Germ. 18 " Haec arcana sacra "; Virg. Aen. I 262 " volvens fatorum arcana ". D. usa a. una sola volta, in Pd XXVI 44 Sternilmi tu ancora, incominciando / l'alto preconio che grida l'arcano / di qui là giù sovra ogne altro bando. I versi si inseriscono nel contesto del discorso sulla carità, dove D. vuol dimostrare che Dio è il massimo dei beni, mediante prove tratte - come nel passo citato - dalla rivelazione divina.
La terzina dantesca ha dato luogo a interpretazioni diverse fra i commentatori antichi e moderni per determinare il riferimento al libro (alto preconio) che nel mondo (la giù) manifesta il mistero (grida l'arcano) del cielo (di qui). Secondo il Lana e Pietro, seguiti da molti moderni, tale libro si riferisce all'Apocalisse; secondo altri commentatori, a cominciare dall'Ottimo, Benvenuto e Buti, con l'espressione alto preconio D. designerebbe il Vangelo di Giovanni.
L'a. proclamato da s. Giovanni nel mondo sarebbe, nel commento di Benvenuto, il mistero dell'incarnazione: " Tu Johannes, scernilmi ancora, idest, demonstras etiam mihi, incominciando l'alto preconio, idest, altam proclamationem et publicationem, dicens: In principio erat verbum ecc. unde dicit, che grida l'arcano, idest proclamat secretum, scilicet incarnationem Verbi Dei, quae fuit secreta; unde dicit: et Verbum caro factum est ". Per il Buti l'a. manifestato nel mondo dal Vangelo di Giovanni, nei limiti dell'umana comprensione, si riferisce all'essenza e ai misteri divini: " Imperò che Santo Ioanni nel suo Evangelio manifestò ai mondani la divina essenzia e le cose segrete d'Iddio, quanto fu possibile a Pomo comprendere ". In ogni caso, l'eccezionalità dell'uso dantesco (il termine ricorre in latino, in contesti anche riferentisi ai misteri divini: VE I V 2 cum... Deus omnia sine verbis archana nostra discernat; Ep XIII 79 vidit arcana Dei: cfr. s. Paolo II Cor. 12,4 " et audivit arcana verba ", dove è appunto descritto un raptus estatico) conferisce pregnanza al termine volgare, col quale è posto in evidenza l'elemento di mistero presente negli scritti giovannei.