LORI, Arcangelo (Arcangelo del Leuto)
Nacque a Roma nel 1611-12 circa - nell'atto di morte (16 genn. 1679) è detto "in età di anni 67 in circa" - da Loreto, nativo di Spoleto, e da Marta Teodoldi (Tedoldi).
Helene Wessely (The New Grove e Die Musik in Geschichte und Gegenwart) indica il 2 genn. 1615 come data di battesimo del L., senza tuttavia fornire riferimenti archivistici o bibliografici al riguardo, e indicando in modo dubitativo Roma come luogo di nascita.
L'intensa attività di organista e arciliutista del L., precocemente avviata - come afferma il L. stesso nel testamento ("per gratia di Dio, cominciai a guadagnare et agiutare la casa fin di dieci anni con la mia professione di musicha") -, è costantemente documentata in Roma a partire dagli anni Trenta del Seicento. Il L. ricoprì ad interim il posto di organista a S. Luigi dei Francesi in aprile e ottobre 1632, e di nuovo da gennaio a tutto marzo 1633, in sostituzione del titolare Michelangelo Rossi. Compare in modo quasi regolare, come suonatore di "leuto" o "arcileuto", nelle liste dei musicisti ingaggiati in occasione delle festività solenni nella chiesa di S. Luigi dei Francesi dal 1631 al 1665 (più precisamente, è presente negli anni 1632, 1635-40, 1644-47, 1649-53, 1658, 1660-61, 1665). Più tardi fu organista di S. Maria in Vallicella (chiesa Nuova): nel suo testamento, stilato il 10 apr. 1671, il L. chiedeva di avere il funerale e la sepoltura "alla Chiesa Nuova di Roma [(] essendomi stato organista di detta chiesa". In assenza di specifici documenti, si può ipotizzare che l'attività del L. presso questa chiesa sia iniziata dopo il febbraio 1664 - quando l'organista B. Pasquini lasciò la chiesa Nuova per S. Maria Maggiore - e non è da escludere che si sia protratta anche dopo la data di stesura del testamento.
Il L. figura spesso come arciliutista nelle liste dei musicisti chiamati per le maggiori solennità nelle chiese romane: nel 1635 per la devozione delle Quarantore nella cappella Borghese in S. Maria Maggiore e nel 1661 per la festa di S. Ildefonso in questa stessa basilica; nel 1638 e nel 1644 a S. Maria della Consolazione per la festa della Natività della Madonna. La sua attività in veste di arciliutista è documentata anche a S. Giacomo degli Spagnoli in occasione delle maggiori festività di questa chiesa nel 1643-44 e nel 1674-78. Per molti anni (1640, 1644, 1646-47, 1653-78) prese regolarmente parte alle musiche eseguite nei venerdì di quaresima e in altre festività presso l'oratorio dell'Arciconfraternita del Ss. Crocifisso di S. Marcello. Nel 1671 suonò come arciliutista nei vespri e nella messa, diretti dal maestro di cappella Vincenzo De Grandis, con i quali fu solennizzata la conclusione dei lavori di ammodernamento della chiesa di S. Nicola da Tolentino (Barbieri, p. 32). Nel febbraio 1678 prese parte a un'esecuzione di musiche offerta dal cardinale Flavio Chigi in onore di Benedetto Pamphilj.
Il L. fu anche membro della Congregazione (o Arciconfraternita) dei musici di Roma; nel 1651 il suo nome compare, infatti, nel primo elenco conosciuto degli aggregati di questa istituzione; in seno a essa rivestì la carica di guardiano degli strumentisti (1652-57) e di guardiano degli organisti (1665); inoltre, nel 1665, fece parte dei "deputati per rivedere li statuti" di questa Arciconfraternita, "ad effetto di aggiustarli, rinnovare et refformarli" (Giazotto, p. 335).
Da alcune lettere che il L. inviò nel 1665 al noto impresario teatrale Marco Faustini di Venezia e al di lui amico Giovanni Antonio Leffio, si evince che collaborava alla scelta delle cantanti da ingaggiare nelle stagioni d'opera a Venezia, fornendo precisi giudizi su quelle provenienti da Roma, alcune delle quali potrebbero essere state sue allieve; nella corrispondenza del L. con l'impresario veneziano ricorrono infatti i nomi di Giulia Masotti, Caterina (Nina) Tomei, Anna Maria e Lucia Olimpia Cimini, e una non meglio identificata cantante, soprannominata "La Guardarobba".
Della produzione del L. sono pervenute diverse cantate, per uno o due soprani e basso continuo, presenti in alcune fonti manoscritte romane di metà Seicento, accanto a quelle di altri musicisti a lui coevi come C. Caproli, G. Carissimi, M. Marazzoli, M.A. Pasqualini, L. Rossi e M. Savioni. Della sua attività di virtuoso di arciliuto e tiorba non resta che un esempio: la Toccata del s.r Arcangelo presente nel Libro di leuto di Giuseppe Antonio Doni (manoscritto conservato presso l'Archivio di Stato di Perugia, Arch. Fiumi Sermattei, VII.H. 2, c. 25; cfr. Fabris).
Il L. morì a Roma il 16 genn. 1679.
Della sua morte diedero notizia gli Avvisi di Roma, fatto non comune per un musicista: "è morto il sig.r Arcangelo eccellente suonatore d'arciliuto" (Biblioteca apost. Vaticana, Barb. lat., 6388, c. 64). Dal testamento si ricava che erede dei suoi beni mobili e immobili fu Loreto Lori, "dottore in medicina e nepote carnale" (essendo figlio di Gregorio, fratello del L.), che conviveva con lo zio nella casa da questo posseduta in Strada Ferratina (oggi via Frattina). È probabile che un "Antonio Lori romano", soprano nel Seminario romano dal 20 genn. 1611 al 24 genn. 1614, che - secondo gli Annali di Girolamo Nappi (compilati entro il 1644) - "si dice esser dottore in Roma" (Casimiri), sia da identificare con l'omonimo fratello del L., menzionato nel testamento di quest'ultimo e morto nel 1653.
Opere. Arie e cantate per soprano e basso continuo: Bel tempo ch'avete (Roma, Biblioteca Casanatense, Mss., 2478, cc. 21-31); Che speranza, che conforto (Ibid., Arch. Doria-Pamphilj, Mus., 51, pp. 14-18); Che volete più da me (ibid., pp. 185-188); Dimmi, Amor, dimmi che fa (Bruxelles, Bibliothèque royale, Mss., II.3947, cc. 39-40); E quando mai s'udì (Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, Mss., Q.46, cc. 70v-75; altra copia adespota in Roma, Biblioteca nazionale, Mss., 71.9.A.33 [olim Mus., 141], cc. 247-256; su testo di F. Melosio, cfr. Poesie e prose del sig. dottor Francesco Melosio da Città della Pieve, Venezia 1672, p. 211); per due soprani e basso continuo: Occhi miei voi parlate (Uppsala, Biblioteca universitaria, Vok.mus.i.hs., 28:3); Noi siam due ninfe erranti (Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, Mss., Q.46, cc. 31v-33); Che più far deggio (ibid., cc. 56-58); mottetto per soprano, due violini, liuto e basso continuo: Venite gentes (ibid., Q.45, cc. 1-11).
Fonti e Bibl.: Arch. segreto Vaticano, Arciconfraternita del Ss. Crocifisso in S. Marcello, F.XIX.25, F.XIX.26, H.XIV.66-72; Arch. di Stato di Roma, Trenta notai capitolini, Uff. 1, Testamenti, vol. 8, cc. 467-468; Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Lorenzo in Lucina, Registro dei morti, VII, c. 223; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, p. 342; R. Casimiri, "Disciplina musicae" e "mastri di capella" dopo il concilio di Trento nei maggiori istituti ecclesiastici di Roma, in Note d'archivio per la storia musicale, XV (1938), p. 148; A. Liess, Materialien zur römischen Musikgeschichte des Seicento. Musikerlisten des Oratorio San Marcello, 1664-1725, in Acta musicologica, XXIX (1957), pp. 137-171; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accademia nazionale di S. Cecilia, I-II, Roma 1970, ad ind.; O. Wessely, Aus römischen Bibliotheken und Archiven, in Symbolae historiae musicae. Hellmut Federhofer zum 60. Geburtstag, a cura di F.W. Riedel - H. Unverricht, Mainz 1971, pp. 99-101; C. Annibaldi, L'archivio musicale Doria Pamphilj: saggio sulla cultura aristocratica a Roma fra 16( e 19( secolo, II, in Studi musicali, XI (1982), p. 301; P. Barbieri, S. Nicola da Tolentino in Roma: documenti sui Pamphilj, la chiesa, l'organo, in Amici dell'organo, s. 2, II (1983), pp. 31 s.; J. Lionnet, La "Salve" de Sainte-Marie Majeure: la musique de la chapelle Borghese au XVIIe siècle, in Studi musicali, XII (1983), pp. 102 s.; J. Burke, Musicians of Santa Maria Maggiore, Rome 1600-1700. A social and economic study, Venezia 1984, p. 115; D. Fabris, Un manoscritto per liuto di Andrea Falconieri: l'intavolatura dell'Archivio di Stato di Perugia, in Il Flauto dolce, 1984, n. 10-11, pp. 41-47; J. Lionnet, La musique à Saint-Louis des Français de Rome au XVIIe siècle, Venezia 1985-86, I, pp. 83 s.; II, pp. 76-126; Id., La musique à Santa Maria della Consolazione au XVIIe siècle, in Note d'archivio per la storia musicale, n.s., IV (1986), pp. 190 s.; Id., Une partition inconnue d'A. Scarlatti, in Studi musicali, XV (1986), p. 186; A. Morelli, Il tempio armonico. Musica nell'Oratorio dei filippini in Roma (1575-1705), Laaber 1991, p. 96; J. Lionnet, La musique à San Giacomo degli Spagnoli au XVIIe siècle et les archives de la Congrégation des Espagnols de Rome, in La musica a Roma attraverso le fonti d'archivio. Atti del Convegno, Roma( 1992, a cura di B.M. Antolini - A. Morelli - V. Vita Spagnuolo, Lucca 1994, pp. 487-502; B.L. Glixon, Private lives of public women: prima donnas in mid-seventeenth-century Venice, in Music and letters, LXXVI (1995), pp. 524 s.; H. Wessely, L. A., in The New Grove Dict. of music and musicians, London 2001, XV, p. 191; H. Wessely-Kropik, Lelio Colista. Un maestro romano prima di Corelli, Roma 2002, pp. 32, 39, 52, 56; H. Wessely, L. A., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart (ed. 2004), Personenteil, XI, coll. 476 s.; B.L. Glixon - J.E. Glixon, Inventing the business of opera: the impresario and his world in seventeenth-century Venice (in corso di stampa).
A. Morelli