GIANI, Arcangelo
Nacque il 19 nov. 1552 a Decumano, presso Firenze, da Giuliano e da una fiorentina di casa Priorini. Ricevette il nome di Raffaello, che, una volta avviato alla vita religiosa nel convento servita della Ss. Annunziata di Firenze, cambiò in quello di Arcangelo, in omaggio a uno zio teologo che lì viveva.
Novizio a undici anni, a diciassette, il 19 sett. 1569, emise la professione solenne e nel 1572 si trasferì nello Studio di S. Maria dei Servi a Bologna, ove studiò teologia e fu ordinato sacerdote nel 1573. Nel capitolo generale di Parma del 1579, il primo per l'Ordine dopo il concilio Tridentino, venne promosso baccelliere. Nell'estate dello stesso anno compose alcuni carmi latini (conservati manoscritti nell'Archivio romano dell'Ordine) per la traslazione del beato Filippo Benizi a Todi e per la redazione delle nuove costituzioni servite.
Nel capitolo di Roma del 1582, il G. ebbe il magistero e immediatamente dopo la chiamata nel collegio teologico dell'Università di Firenze. Alternò i primi anni d'insegnamento con alcune predicazioni in Italia, due a Bologna nel 1583 e una a Napoli nel 1586, e con la partecipazione ai capitoli. In quello di Bologna del 1585 il G. incontrò il coetaneo fra Paolo Sarpi, che in quell'occasione fu eletto procuratore in Curia.
Il G. non nomina mai il Sarpi nei propri libri, ma la mancanza, se non altro, di citazioni negative fece supporre a D.M. Montagna che avesse sempre nutrito stima e rispetto verso il servita veneziano e, forse, condiviso qualcuna delle sue istanze riformatrici.
Tra il 1588 e il 1589 il G. si recò a Napoli, dove diede alla luce la sua prima opera a stampa, un foglio con le indulgenze dell'Annunziata di Firenze e dell'Ordine dei servi, e cominciò a scrivere il primo dei suoi libri, La vera origine del sacro Ordine de' servi di S. Maria, pubblicato a Firenze nel 1591, seguito da un'edizione critica della regola data all'Ordine da Martino V.
Tornato a Napoli nel 1591 come priore del convento di S. Maria del Parto a Mergellina, il G. vi diresse anche il capitolo provinciale dell'anno seguente; quindi trascorse il biennio 1593-94 al servizio del vescovo di Avellino F. Passerini. Il 18 maggio 1594 fu eletto priore del convento di Firenze e dal 1596 fino al 1598 tenne la reggenza del locale Studio. Approfittò della carica di priore per far restaurare l'eremo di Monte Senario, tra il 1594 e il 1595.
Nel 1597 il G. fu nuovamente priore dell'Annunziata, questa volta però con l'incarico di introdurvi la riforma dell'Ordine voluta dal padre generale A.M. Montorsoli. Questi coinvolse il G. in una vasta azione di rinnovamento religioso dei servi di Maria, inviandolo nel 1598 ad Arezzo, poi, fino al 1600, a Cortona come superiore e vicario del vescovo, quindi in Romagna. Ma, soprattutto, lo spinse a scrivere: così, dopo cinque anni di lavoro, uscì a Firenze nel 1604 la Historia del b. Filippo Benizii, nobile fiorentino, dell'Ordine de' servi di Maria.
Tornato poi a Firenze come provinciale, carica rinnovatagli nel 1606, il G. vi riaprì il noviziato, sospeso da due anni, il capitolo generale del 1609 gli affidò l'incarico di realizzare gli annali dei servi di Maria, l'opera più importante del G. e la prima del genere per gli ordini monastici e mendicanti, dopo gli Annales ecclesiastici di C. Baronio.
Il G. vi lavorò incessantemente fino al 1622, usando i dati dell'archivio dell'Annunziata e quelli inviatigli da una rete di collaboratori, tra i quali soprattutto il confratello Gregorio Alasia, insigne slavista, o trovati durante viaggi compiuti di persona, nell'Italia centrale e settentrionale. La stesura del primo volume (relativo al periodo 1233-1433), che il G. avrebbe voluto far stampare all'estero, venne interrotta tra il 1614 e il 1615 perché l'autore dovette occuparsi dell'istruzione di un processo canonico per la beata Giuliana Falconieri (della quale scrisse anche una Vita, pubblicata negli Acta sanctorum iunii, III, 1701), risultato poi impraticabile per l'insufficienza dei documenti.
Gli Annales furono portati a termine nel 1617 e stampati a Firenze, da C. Giunti, nel 1618. Alla fine del 1622 comparve anche il secondo volume, che arriva al 1609.
Gli Annales Sacri Ordinis fratrum servorum costituirono per tre secoli un punto fermo della storiografia servitana e restano tuttora una delle sue più importanti espressioni, maturata a seguito della riforma postridentina dell'Ordine. Il G., che nella vita del Benizi aveva seguito ancora una forma retorica e intenti devozionali, adotta ora un rigoroso criterio storico-cronologico, accurato nel citare le fonti, come pure nel dire dove esse manchino o siano dubbie. Accanto a questo atteggiamento rigoroso, però, il G. mostra di volere salvare il più possibile della tradizione e accetta i silenzi impostigli (così come era successo pure al Baronio) da ragioni ecclesiastiche: per esempio nel caso del Sarpi, oppure quando evita di citare l'impegno dell'Ordine alla povertà collettiva anteriormente al concilio di Lione, che la vietò. Persuaso del valore morale della storia, il G. scrive con evidente intento esortativo, ma il lettore non trova difficoltà nel separare i giudizi dell'autore e degli scrittori precedenti dai numerosi documenti raccolti. Un secolo dopo di lui, L.M. Garbi e P.M. Bonfrizieri proseguirono la compilazione degli Annales, ristampati a Lucca, in tre volumi, nel 1719-25, seguendo lo stile del G., destinato peraltro a rimanere un modello per la letteratura dell'Ordine fino agli anni Trenta del Novecento.
Importanti per la riforma dei serviti sono anche altre opere del G. (una bibliografia completa si trova nella Bibliografia dell'Ordine dei servi di Maria, pp. 117-123): l'edizione della bolla di Martino V, che sarebbe dovuta servire a far rinascere il Terz'Ordine dei servi, decaduto a causa dell'introduzione di usi contrari alla regola originale, e la biografia di Giuliana Falconieri, la prima a potersi definire tale da un punto di vista agiografico, che identificava come tradizioni orali quasi tutte le vicende della santa, tanto che, sulla base di essa, lo stesso processo canonico - che faceva parte dei tentativi dell'Ordine di farsi un "proprio" di santi - venne dal G. onestamente abbandonato, mentre altri, nel 1678 e 1737, giunsero fino alla fabbricazione di documenti falsi.
Stanco, malato e invecchiato, il G., ormai stabilmente affiancato da G. Alasia, seguitò a raccogliere documenti per la continuazione degli Annales fino alla morte, che lo colse il 23 dic. 1623, nel suo convento dell'Annunziata di Firenze.
Fonti e Bibl.: I registri dei priori generali O.S.M. dal 1285 al 1625, a cura di O.J. Dias, Romae 1970, ad indicem; A.M. Vicentini, Per la storia di un Terz'Ordine, note storico-critiche, Treviglio 1916, pp. 57-59; A.M. Rossi, Serie cronologica dei r.mi p. generali dell'Ordine dei servi di Maria, Romae 1952, pp. 55, 57; D.M. Montagna, Un tentativo di processo canonico per la b. Giuliana Falconieri nel primo Seicento, in Contributi di storiografia servitana, a cura di D.M. Montagna, Vicenza 1964, pp. 145 ss.; F.A. Dal Pino, I frati servi di Maria dalle origini all'approvazione, I, Storiografia, fonti, storia, Louvain 1972, pp. 111-139 e passim; D.M. Montagna, Fra A. G. annalista dei servi, in Bibliografia dell'Ordine dei servi, III, a cura di P.M. Branchesi, Bologna 1973, pp. 455 ss.; G.M. Roschini, Galleria servitana, Roma 1976, pp. 275-277; T.M. Civiero, L'agiografia di s. Giuliana, in Virgo liber verbi. Miscellanea in onore di G.M. Besutti, a cura di I.M. Calabuig, Roma 1991, pp. 677, 680 s., 695 ss..