ARCANGELO di Cola da Camerino
Pittore marchigiano del principio del sec. XV, affrescava nel 1416, nella sala grande del Palazzo comunale di Città di Castello, una S. Maria Maddalena; poco dopo, nel 1420, era a Firenze iscritto all'Arte dei medici e speziali e, l'anno seguente, anche nella Corporazione di S. Luca. Nel 1421 eseguiva una tavola, ora perduta, per S. Lucia dei Magnoli. La tavola commessagli nello stesso anno per la Pieve di Empoli non fu mai eseguita, e poiché nel 1422 fu chiamato a Roma da Martino V, gli sono attribuiti gli affreschi dell'Oratorio dell'Annunziata a Riofreddo (Lazio), che il pittore avrebbe quindi eseguito durante il viaggio. L'opera più famosa di A., un trittico datato e firmato 1425, esistente nella chiesa di Monastero dell'Isola (Marche), andò bruciata nel 1899; sì che le tavole che conosciamo di lui adesso si riducono alle seguenti: Madonna e Figlio di S. Marco a Osimo, le Madonne della Galleria di Camerino, della Prepositura di Bibbiena, della coll. Cassirer a Berlino, già nella coll. Stroganov a Pietroburgo, e il dittico della Crocifissione già nella coll. Langland a Londra. Altri dipinti gli vengono inoltre attribuiti da A. Venturi, da R. van Marle e da W. G. Constable. Tutte queste opere rivelano un costante influsso di Gentile da Fabriano nella gentilezza dei tipi e nella morbidezza del colorito: ma quest'influsso è modificato da elementi fiorentini, specie nella composizione.
Bibl.: U. Gnoli, Pittori e miniatori dell'Umbria, Spoleto 1923 (con la bibl. precedente); R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, VIII, Aia 1927; W. G. Constable, An Umbrian puzzle, in Pantheon, 1929, pp. 26-28; U. Procacci, Il soggiorno fiorentino di Arcangelo di Cola, in Riv. d'Arte, 1929, pp. 119-127.