ARBITRIO
. Imposta straordinaria fiorentina, ordinata per la guerra di Pisa del 1508. Talvolta stabilita da sola, ma per lo più congiunta con la decima sui commerci, le faccende e l'industria, e distribuita a coscienza e arbitrio dei funzionarî, pur essendone quasi sempre determinata per legge la massa dell'imposizione e talvolta anche la maggiore posta. Il Guicciardini (Decima scalata, 18) accenna però a casi in cui era del tutto libera. Fu abolita nel 1561 da Cosimo I, proibendosi d'imporla per l'avvenire. Il Varchi (lib. XIII) dice che "l'invidia e le inimicizie di coloro che la ponevano v'avevan troppo luogo, e si potevan anche agevolmente ingannare, avendo a procedere per coniettura".
Bibl.: I. F. Pagnini, Della decima e di varie altre gravezze imposte dal comune di Firenze, della moneta e della mercatura de' Fiorentini sino al secolo XVI, I, Lisbona e Lucca 1765, p. 62.