ARBACE ('Αρβάκης, Arbăces)
Personaggio della protostoria meda narrata con colori leggendarî da Ctesia (in Diod., II, 24-28, e altre fonti posteriori). Secondo il racconto ctesiano, sarebbe stato un generale medo, comandante delle truppe mede in Ninive sotto Sardanapalo. Essendogli stato predetto l'impero su tutto il regno di Sardanapalo, s'accordò col babilonese Belesi, per rovesciare l'effeminato sovrano assiro: infatti, avendolo veduto, grazie a un eunuco da lui corrotto, A. s'era confermato nel concetto che gli sarebbe stato facile abbatterlo. Tornato a Ninive, dopo finito il suo servizio, con un esercito di Medi e Persiani insieme con Belesi, che guidava gli Arabi e i Babilonesi, fu dapprima più volte battuto dagli Assiri, ma riuscì infine a vincerli di sorpresa e a cingere d'assedio la città. Dopo due anni d'assedio, un'inondazione dell'Eufrate asportò un tratto delle mura, e ne permise l'espugnazione. Sardanapalo si fece ardere col suo harem e i suoi tesori, e A. fu riconosciuto re, iniziando un regno che durò 28 anni. Secondo questa versione, accanto alla quale è un'altra, risalente a Duride da Samo, dove A. trafigge senz'altro l'effeminato sovrano assiro appena riesce a vederlo con la complicità dell'eunuco, A. sarebbe il vero fondatore dell'indipendenza e potenza meda. Il nome Arbaku si trova effettivamente nelle iscrizioni cuneiformi come quello di un capo medo. Ma tutta la costruzione ctesiana sulla storia meda appare agli storici moderni come di scarsissimo valore (v. medi e media, XXII, p. 689), e quindi la figura stessa di A. non esce dalla zona della leggenda.
Bibl.: M. Duncker, Gesch. d. Altertums, II, 5ª ed., Berlino 1881, p. 456 segg.; I. v. Prášek, Geschichte der Meder und Perser bis zur makedonischen Eroberung, Gotha 1906, p. 102 segg.